The Atomic Café (Jayne Loader, Kevin Rafferty, Pierce Rafferty, 1983)

analogamente in cina si vide anche di peggio: soldati a cavallo diretti verso il fungo chi prendendolo a fucilate chi munito di idrante. roba davvero da restare con la mascella slogata nel vederlo. credo ci sia ancora un video su yt.

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Beh, son cinesi. Tanti. Tantissimi. Sacrificabili…:joy::poop:
P.S. La vera domanda è semmai se i soldatini giallini, realmente sapessero quel che stavano facendo,e il destino che li attendeva…:smirk:

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chiaramente no, parliamo dei primissimi test che venivano peraltro salutati con gaudio e giubilo.

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Pazzesco. Orrore vero…:woozy_face:

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A 1.54… :dotted_line_face:

Tornando a TAC immaginavo che si trattava di una distribuzione limitata ai cineclub (io, comunque, lo vidi da una vhs noleggiata nel 1988. Da solo: Antonella si rifiutò di vederlo).

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il cavallo bardato con la maschera antigas è la demenza fatta sovrana

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Appena visto il filmato. Non ho parole…:black_heart:

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Sembra uno di quei costumi che fanno per il Gabibbo in Paperissima Sprint Estate.

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Visto proprio ora.

Sinceramente sono rimasto un po’ deluso. Leggendo i commenti degli altri utenti mi immaginavo un film satirico, o che comunque prendesse una posizione forte contro la politica statunitense in materia di armi nucleari.

Invece di satira non c’è traccia e men che meno di struttura polemica.

Il film si limita a mostrare la visione del tema “minaccia nucleare” veicolata dagli USA attraverso cinegiornali, televisione e filmati di propaganda, senza commenti o chiose etico/morali.

Devo dire che l’ho trovato piuttosto noioso e ridondante, sicuramente avulso e lontano dalla realtà che debbono aver vissuto i miei compatrioti che vissero all’epoca. E, di conseguenza, lontano anche dalla tradizione culturale della quale sono erede. Non mi ha coinvolto emotivamente, insomma.
Come spesso mi accade i cittadini americani mi sono sembrati per la maggior parte dei coglionazzi privi di spirito critico ed in balia dell’indottrinamento mediatico.

L’unica sequenza veramente bella ed avvincente è stato il finale, con l’esplosione della bomba ed i momenti immediatamente successivi ricostruiti attingendo a tutte le varie fonti audiovisive utilizzate fino a quel momento per la costruzione del documentario.

Forse quei 3 euro la vhs li valeva ma di aspettative me ne ero fatto comunque troppe.

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:+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1::+1:

a me non ha mai fatto impazzire ma nemmeno mi spiacque. poi i filmati animati tratti da our friend the atom (della disney, da notare) e altri corti di propaganda e non sono delle superchicche. diciamo che la satira è indiretta, prende fuoco da sola nel modo in cui appunto viene mostrato come la stessa nazione abbindola il proprio popolo sui benefici dell’atomica e su come sia facile ripararvisi. ridere non si ride, se non amaro. la mancanza di commento l’ho molto apprezzata, di solito nei documentari di allora era un accessorio stabilo boss.

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