Questo film l’ho visto in sala da bambino, in un cinemino parrocchiale dove arrivò con gran ritardo. L’ho rivisto recentemente in dvd, decenni dopo…e mi ha fatto un effetto strano. Non lo avevo mai rivisto, neanche a pezzetti (anche perché non ho memoria di frequenti passaggi televisivi). Non ricordavo quasi nulla, se non brevissimi flashback, poco più che singole immagini subliminali. Avevo però delle sensazioni ancora vive, una grande meraviglia, anche un po’ di inquietudine, roba maestosa, grandi effetti speciali. Rivisto oggi, tutto si è ovviamente ridimensionato, contestualizzato, normalizzato, e tuttavia ripercorrere “strabicamente” la visione del film, con un occhio del bimbo che ero, e l’altro dell’adulto di oggi, è stato ugualmente emozionante.
Il film è una pellicola curiosa per essere un prodotto Disney; assieme a Tron, fu tra i primi tentativi di rispondere a Guerre Stellari (nel nuovo Tron Legacy per altro, nella cameretta di Flynn, fa bella mostra di sé il poster di The Black Hole), mirando a storie dai contenuti più adulti rispetto al target standard della Disney. La fonte è letteraria, 20.000 Leghe Sotto i Mari (anche se pare Shakespeare), e dal film furono tratti fumetti e romanzi. Tra i protagonisti ci sono Anthony Perkins e Ernest Borgnine, non proprio attori da cartone animato. Sul finale ci sono evidenti richiami anche a 2001 Odissea Nello Spazio, eco della medesima volontà “filosofica” di descrivere l’approdo ad un’altra dimensione, piuttosto mistica e spirituale.
Come tutti i film sci-fi, o quasi, ci sono incongruenze scientifiche notevoli, ma basta appellarsi alla licenza poetica e tutto passa. Meteore incandescenti sempre e comunque (in realtà si scaldano solo quando entrano nell’atmosfera di un pianeta), astronauti allegramente in giro per lo spazio senza tuta né ossigeno, campo di attrazione gravitazionale di un buco nero che tutto risucchia tranne gli eroi della storia, i quali si aggrappano con una semplice manina e oplà, il gioco e fatto. Roba così insomma. C’è da dire che gli effetti speciali, pur dignitosi, non reggono l’anno 2011, ma nel 1979 si difendevano egregiamente, e per un bimbetto, abituato a Pippo Pluto e Paperino, erano l’apoteosi della tecnologia.
The Black Hole poteva anche spaventare un bambino (e infatti…:oops:), sono molti i momenti forti, come la natura di alcuni robot (Maximillian), le atmosfere cupe e claustrofobiche, il senso di minaccia, gli umanoidi del professore pazzo (praticamente degli zombi di cui ad un certo punto scopriamo la reale natura), nonché il finale decisamente fuori dalla portata di un fanciullo. Ci sono anche molti momenti assai più in carreggiata per un film Disney, soprattutto i siparietti tra i robot.
Non dico sia un capolavoro assoluto, ma vale la pena vederlo, ha i suoi limiti (oggi, 30 anni dopo), ma è un interessante pezzo di storia del cinema, della Disney e della fantascienza, nonché un piacevole diversivo ai soliti titoli noti.
Extra del dvd italiano: 0