Se ne legge in giro come di un antecedente di Sex and Zen (anche per il fatto che è stato ridistribuito in occidente con il titolo Sex and Zen: the virgin years).
In realtà, seppur contenga un’alta dose di erotismo e qualche sequenza grottesca, nulla ha a che vedere col mood scanzonato e spesso demenziale della saga in questione.
Si tratta di un film molto raffinato, con un grandissimo gusto estetizzante che si concretizza nell’estrema cura della composizione delle inquadrature ed in un’attenzione rimarchevole ai cromatismi e alla fotografia.
Sebbene si seguano le avventure di un dongiovanni libertino e bramoso di sesso, non ci troviamo davanti ad un’opera deliberatamente solare, c’è anzi spazio anche per diversi momenti un po’ cupi e drammatici. Questa caratteristica si materializza con forza nel finale tragico ed inatteso, una decisa sterzata pessimistica che lascia lo spettatore con l’amaro in bocca.
Da segnalare una marea di nudi integrali femminili che non mi aspettavo così insistiti ed espliciti. Diverse sequenze surreali ed oniriche, realizzate con maestria e mestiere, caratterizzano il film e restano impresse nella mente dello spettatore.
È possibile godere appieno della cura degli aspetti formali e compositivi dell’opera grazie all’ottimo bluray attualmente in commercio.
Il film è il secondo capitolo di una trilogia, ma è stato rieditato nel 1996 col semplice titolo “Yu Pui Tsuen”, il che ha dato adito a confusioni e malintesi tra i vari appassionati (essendo oltretutto Fan Ho il regista di entrambe le pellicole); anche imdb nella scheda del primo capitolo fa confusione, inserendo il cast del secondo.
Vi lascio qualche screenshot: