The Collector - Il collezionista (William Wyler, 1965)

http://www.imdb.com/title/tt0059043
http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=5713

Freddie Cleg (Terence Stamp) è un giovane collezionista di farfalle, ha un modesto impiego in banca ed è deriso da tutti i suoi colleghi. A causa di una grossa vincita in denaro può lasciare il lavoro per dedicarsi totalmente al suo hobby e portare sul lato pratico un progetto più pericoloso ed ambizioso. Ed entra quindi in scena il personaggio femminile interpretato da una bellissima Samantha Eggar.

Da questo punto il film si sposta su una storia claustrofobica, inquietante e molto tenebrosa. La pellicola a parte qualche comparsata di altri personaggi si avvale completamente dell’interpretazione magistrale dei due protagonisti sopra citati ed è un crescendo da incubo girato con rara eleganze e maestria. Il soggetto è torbido, malato e malsano ma Wyler ha la capacità di girare su binari ambigui, tenendo in ballo su più fronti i sentimenti dello spettatore.
Una bellissima scoperta, un film forte ma privo di immagini e scene shock.

Io l’ho visto nel buon DVD Sony tedesco con audio e subs in inglese ma ho visto che è stato stampato anche dalla Sinister in audio italiano.

Il dvd targato Sinister è ottimo. Il film è straordinario, il finale poi è agghiacciante.
Tra l’altro Wyler è stato un grandissimo regista, uno dei miei prediletti, e credo peraltro che questo sia unico nel genere di tutti quelli che ha girato.

Eccellente anche la scenografia. Da un lato la cantina con i disegni (alcuni molto belli ed adatti al film) e le mattonelle colorate, dall’altro lato l’ordine meticoloso della villa e della sua ricca collezione di farfalle.

Film bellissimo, rivisto ora dal buon dvd Sinister (peccato per un difetto del master verso il finale, nulla di grave eh, ma è un peccato comunque).
Io resto dell’avviso che Schivazappa si sia ispirato a questo film per il suo Femina Ridens. Quando lo intervistai lui negò ma a me l’influenza sembra innegabile.
Gran film, comunque, davvero coraggioso e malsano, pieno di scene memorabili e con un gran gusto per la scenografia e l’inquadratura.

Come già detto il master Sinister è molto buono (all’inizio non è il massimo ma migliora subito e resta su livelli alti), la traccia inglese è ottima mentre quella italiana (che ho controllato solo in un paio di scene) ha un fruscio di fondo costante.

L’introduzione di Cozzi è realmente imbarazzante, sotto ogni punto di vista. Meglio non dire altro…

Giorgio sapresti dirmi, per cortesia, in che cosa consisterebbe questo difetto? Caduta di fotogrammi?

Sì, saltano dei fotogrammi nel bel mezzo di una scena verso il finale.
Ripeto, nulla di grave, davvero. Il DVD - se ci si dimentica dell’extra con Cozzi - è molto buono.

Beh, sicuramente Schivazappa è passato da qui, come a mio modo di vedere John Fowles, l’autore cioè del racconto matrice del film di Wyler, è passato da Edogawa Ranpo, scrittore giapponese che nel 1931 (!) scrisse il racconto Moju (The blind beast).
Il racconto di Ranpo è stato poi trasposto in pellicola nel 1969 da Yasuzo Masumura, nell’omonimo film The blind beast, che narra di un cieco pazzo con velleità da scultore che rapisce una fotomodella per utilizzarla come modella per le sue sculture.
Peraltro, se si confronta Femina ridens con il film di Masumura si trovano molte somiglianze, a partire dalla megascultura di donna con le gambe aperte. Quello che sto cercando di capire è se Masumura si è ispirato a Femina ridens o viceversa Schivazappa al suo film.
Propendo per la prima ipotesi, perché Masumura-che si è diplomato al CSC di Roma-ha sempre subito influenze dal cinema nostrano.
Il film di Masumura comunque si spinge molto più sul versante della morbosità e della violenza, allontanandosi dalla matrice più voyeuristica di Schivazappa.
Comunque, se vi capita, guardate i due film e confrontateli, poi fatemi sapere :slight_smile:

Personalmente non vedo nesso tra le sculture dei due film: le scenografie del film di Schivazappa sono abbastanza palesemente ispirate alle sculture di Niki de Saint-Phalle, sia nei colori che nella forma, come si evince anche da wikipedia:

Tra giugno e settembre 1966, per il Moderna Museet di Stoccolma, con il supporto di Jean Tinguely e di Per Olof Ultvedt, realizza Hon/Elle, una gigantesca Nana incinta di 28 metri di lunghezza, 6 metri di altezza e 9 metri di larghezza, stesa sul dorso come in procinto di partorire. Nel seno sinistro dell’opera viene installato un piccolo planetario mentre nel seno destro si trova un bar.
I visitatori possono entrare nell’opera passando per la vagina e ciò suscita roventi polemiche
.

mentre le scenografie di Blind Beast di Masumura, gigantismo a parte, sono completamente differenti come stile. Poi qualche nesso a livello di storia tra i due film c’è, come del resto sottolineavo nel post di apertura dedicato al film giapponese :smiley:
Tuttavia il film di Masumura ricalca il libro di Edogawa Rampo, mentre quello di Schivazzappa non credo abbia un unico riferimento letterario ma influenze più varie…

ma stiamo andando decisamente OT

Non abbastanza, sono ispirate a de Sain Phalle, è scritto anche nei titoli di coda del film.
Comunque non ho affatto detto che deve tutto essere pedissequamente identico…
se proprio vogliamo confrontarli sul lato artistico, il film di Masumura mostra sculture che si ispirano ai dipinti di Salvador Dalì, ma la vicinanza tra i due film è innegabile, e innegabile è la vicinanza al film di Wyler…

A me non è dispiaciuto, Stamp e la Eggar sono molto bravi e giusti per i ruoli, ma in alcuni punti ho patito la lentezza non indifferente della narrazione, tanto che l’ho visto in due serate perché in una botta sola non gliel’ho fatta :smt015

ROFL - un marchettone di 4 minuti per il suo negozio, nel quale dice che il film è bello e i diritti non sono della Rai :smiley: