The Colony (Jeff Renfroe, 2013)

Ennesimo postapocalittico, il mondo è ricoperto da una glaciazione, e pochi sopravvissuti abitano in strutture sotterranee. L’inizio non è male, anche grazie all’ambientazione perfetta: è stato infatti girato alla base di North Bay, un’installazione sotterranea della Norad (ricordate Wargames?), una cosa grande come un centro commerciale a 60 piani di profondità. Il problema è che dopo svacca nei soliti luoghi comuni e cliche, in un mix di 30 days of night, Aliens & co. Però per la durata canonica (un’ora e mezza), una visione gliela si può dare, io me lo sono comunque goduto.

Visto qualche mese fa al S+F triestino, sala bella piena. Niente di eccezionale, ma ben fatto (con solo 16 milioni di dollari, direi anzi che visivamente è quasi miracoloso…), avvincente, gustoso. Sangue, azione, facce giuste (Fishburne in testa, Paxton inossidabile, pure il giovane Zegers se la cava egregiametne), ritmo: un buon “b-movie” senza pretese che convince. Da vedere.

Ma guarda, secondo me dove sbraca del tutto è nell’ultima parte:

prima col ponte: cazzo questi sono cannibali ma mica supereroi, come minchia hanno fatto ad attraversare la vallata?
Poi arrivano, questi sono anni che conoscono la colonia a menadito e si fanno fregare così facilmente?
E poi, tutti a specificare che basta stare fuori per poco che crepi, e alla fine senza manco avere l’equipaggiamento adatto questi se ne vanno a cercare un altro posto che non sono manco sicuri dove stia?

Comunque vabbè, a prescindere da tutto me lo sono goduto lo stesso.

Sì, sulla questione del ponte anch’io ho pensato, già durante la visione: ma come cacchio…?! Però arrivati a quel punto, te ne fotti un pò di queste cose, e come hai detto tu ti godi il film lo stesso. Sicuramente , è un film coi suoi difetti, ma a differenza di tanta roba hollywoodiana molto più costosa e pretenziosa, tutto sommato il suo dovere di intrattenimento “sporco” lo fa. Eppoi, se permetti, negli ultimi minuti c’è la miglior decapitazione “artigianale” (chi l’ha visto, sa…) degli ultimi decenni. Roba che avrebbe commosso un Savini dei tempi d’oro…

Vero, vero, estremamente notevole.