The day after - Il giorno dopo (Nicholas Meyer, 1983)

curiosamente latitante dal forum (forse andato perso nell’ultimo passaggio di consegne), orsù ripristiniamo questo lietissimo film di natale che ridà sempre speranza e fiducia nel domani!

quel che terrorizza e sconforta/sconcerta vedendolo oggi è proprio il suo essere datato. snelliti e potenziati con testate multiple gli antiquati ICBM che vediamo nel film, uno scambio missilistico intercontinentale odierno avverrebbe in un massimo di 10’ anziché nei canonici 70’ di 40-50 anni fa. non si farebbe a tempo a diffondere capillarmente la notizia - e di recepirla - con i national emergency messages perché ora che circa metà nazione l’ha appresa, i missili sarebbero già a buona metà del tragitto, e anche muovendosi immediatamente sarebbe impensabile amministrare un’ evacuazione cittadina su larga scala (d’altronde assolutamente inutile in caso di attacco globale), con corse ai rifugi statali e annessi approvvigionamenti. senza contare che le testate odierne iniziano a essere ragionate in termini di gigatoni.

del film è molto interessante la rough cut di oltre 3 ore (ma sembra esisterne anche una, mai rilasciata, di 4 ore e mezzo) che pur essendo un workprint da mettere a punto nei raccordi, nel missaggio audio e nella post produzione, presenta tante scene aggiuntive: conosciamo per esempio la persona che viene impietosamente calpestata nella scena della corsa ai rifugi; nelle scene dell’attacco, che durano 10’ buoni in più, vi sono passaggi più impressionanti e alcuni quasi sperimentali come la vista delle esplosioni dall’oblò di un aereo; c’è il famoso piano sequenza di robards che cammina sotto choc tra cadaveri e auto rovesciate, spesso usato per foto di scena e fotobuste ma sempre stata assente dalla vs ufficiale, e un sacco di altro materiale inedito che rimette in quadro alcuni buchi narrativi del film.

causa febbre, non ho accalappiato la recensione, che pure avevo sotto gli occhi come si può leggere dai flani sottostanti, ma se era quella di grazzini non la ricordo sicuramente elogiativa…

la frase di lancio dei flani sardi era molto diversa e recitava mai film aveva suscitato prima così tanto clamore, sgomento, paura

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Eh, come dimenticarlo? Molti lo criticano, a me da ragazzo colpì per quello che voleva dire e fregava assai di eventuali doti artistiche… mi fece abbastanza sudare freddo, ricordo che anche in Italia incassò tantissimo e ci portavano anche le scuole a vederlo. Il finale era toccante, almeno questo fu l’effetto che fece a me.

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il finale era anche più che toccante. era proprio straziante. e ti lasciava una gran bella cappa di gelo e di paranoia da portarti a casa, che non avresti mai più smaltito.

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