The divide (Xavier Gens, 2011)

Bellissimo post-atomico “sui-generis” di Gens, già autore di Frontiers.

Dico “sui-generis” perché la confezione è da post-atomico (un gruppo di inquilini di un condominio si ritrova nel rifugio antinucleare allestito sotto lo stesso edificio da un altro inquilino), ma poi il film ha una struttura da film chiuso in un interno e di cui la storia del cinema ha da offrire infiniti esempi.
Di fatto, tra queste quattro mura, l’uomo si trasforma in un animale…tutto ciò che di peggiore e infame c’è, beh, viene a galla.
Il finale, poi, è tutto da vedere…

Consigliatissimo (girano i sub in italiano).

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Io invece dico “Sconsigliatissimo” forse sono troppo poco sensibile nei confronti di certe tematiche ma l’ ho trovato una palla colossale, un interminabile, incoerente, scontato e sconclusionato polpettone di 2 ore. E dire che è un genere che mi piace.
Un po’ come il precedente Frontiers, Gens è inffidabile.

Io sto nel mezzo.
Ho visto il film un mese fa (blu ray test Americano, credo che esca in questi giorni o che sia già uscito).
Per me il film ha un problema molto grosso: attori non bravi e diretti male.
Questo purtroppo penalizza molto il film che ha anche una sceneggiatura prevedibile e una durata eccessiva (due ore piene). Tra l’altro ci sono troppe similitudini con “Blindness” (romanzo e film) anche se lo spessore del film del regista francese è mostruosamente inferiore.
Qualcosa però funziona, il finale, per esempio, ha un buon crescendo anche se dura troppo e gli ultimissimi minuti sono pleonastici e anche un po’ cheap come realizzazione.
Gens ha comunque fatto dei notevoli passi avanti rispetto ai suoi precedenti Hitman (brutto) e Frontières (orrendo) ma per un film del genere serviva un regista capace di dirigere gli attori e lui, al momento, non sembra essere in grado.
Comunque si può guardare anche se è troppo lungo e un po’ sgangherato.

Boh, sarò stato troppo magnanimo, ma a me, pur con tutte quelle pecche che elenca Federico, e che certamente sono condivisibili, è piaciuto…

Gens è un furbone ma, soprattutto, è molto presuntuoso. Cerca sempre di dare una patina di autorialità ai suoi horror buttandoci dentro un presunto messaggio sociale all’acqua di rose.
Se Frontières era (secondo lui) un film “antifascista” (!!!), questo The Divide è permeato da un pesante (e goffo) riferimento all’11 Settembre. E nelle interviste Gens ha pure l’ardire di citare Il Signore Delle Mosche per parlare del suo film.
Non basta mettere insieme un gruppo di persone e poi far degenerare le cose per potersi paragonare al capolavoro di Golding, così come non basta buttare un paio di citazioni random sull’11 Settembre per far credere che il film lanci un messaggio sociale.
E poi, diciamolo, è scritto male, i personaggi sono macchiette, fanno cose incomprensibili, sono buttati allo sbaraglio… Il film poi dura due ore piene, non è un film da 70 minuti dove è impossibile caratterizzare i personaggi in maniera complessa. E poi gli attori recitano male ma la colpa non è tutta loro.
Gens (che in fondo è un allegro cazzaro) non era in grado di fare un film del genere (che praticamente è un kammerspiel) e il risultato finale lo conferma.
Certo, ci sono anche cose buone (poche) ma non basta avere un po’ di tecnica per fare un paio di riprese accattivanti se poi manca tutto il resto.

Stroncatura senza appello insomma…
Sono curioso, a questo punto, di sentire anche i pareri di altri forumisti che lo vedranno…

No vabbeh, non lo boccio in toto.
Purtroppo la sceneggiatura è davvero troppo prevedibile e spesso totalmente illogica, per non parlare poi della caratterizzazione dei personaggi. Quello della Arquette (per citarne uno) è tremendo, davvero ridicolo.
Gens sarebbe anche bravo (e se la cava nel mostrare il lerciume e il degrado) ma, secondo me, non ha saputo gestire gli attori e per un film che su basa tutto su di loro è un peccato mortale.
Qualcosa da salvare comunque c’è (anche se non molto, almeno per i miei gusti).

Notevolissimo e claustrofobicissimo postatomico visto dalla parte dei sopravvissuti a un imprecisato attacco nucleare su NY.
Disagio, paura , rabbia , follia , pazzia totale, istinto di sopravvivenza, branco e dinamiche del branco sono resi alla perfezione.
Cast che funziona, su tutti il gigantesco Michael Biehn , il folle Michael Eklund, specializzato in ruoli davero psicopatico di questo tipo e la Arquette.
Musiche notevoli e incisive, mistero in un paio di scene non meglio spiegate, spettralità e abbandono totale. Un must di qualsiasi videoteca postatomica.

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