The Furies (T. D'Aquino, 2019)

Visto ieri sera in anteprima questo nuovo film australiano che se non ho capito male è destinato direttamente al mercato video (piattaforme streaming, canali tematici a pagamento esteri e tutto ciò che al giorno d’oggi ha sostituito la videoteca). All’estero è stato presentato ad alcuni grossi festival e so che a breve dovrebbe essere proiettato anche a qualche rassegna nostrana, quindi se capita vicino a voi dategli una possibilità
Siamo ben lontani dall’essere il “film dell’anno” ,come ho letto in qualche commento social d’oltreoceano un po’ troppo esaltato, ma il film di D’Aquino è molto furbo.

Trattasi di film d’autore, D’Aquino è writer e director, e il genere è quello semplice e abusatissimo del survival/slasher girato con un gruppo di assassini mascherati che danno la caccia alle solite ragazzine urlanti e sgambettanti in una sorta di foresta mezza desertica australiana, tra le quali c’è la nostra eroina di turno. Sai che novità e detto così il film è anche abbastanza girato in economia con 2 location all’aperto e qualche attore sconosciuto. Invece se si ha la costanza di non mollare dopo i primi 20 minuti, il film si arricchisce di elementi furbastri e di una certa originalità che vi rinfrancheranno per la costanza

Intanto sono da lodare gli effetti splatter, una decina tra facce strappate, teste che esplodono, teste spaccate in due ecc, ben realizzate e mostrate alla luce del sole e lo splatter in un film del genere è d’obbligo
Già, lo slasher. Il sottogenere di horror forse più viscerale, primordiale, in cui nemmeno lo spettatore si aspetta una logica, delle spiegazioni: una basica caccia tra il cacciatore e la sua preda i cui ruoli ad un certo punto si invertono. Chi sia il killer e perchè uccida non ci interessa e spesso le motivazioni sono tanto fragili quanto pretestuose per mettere in scena un campionario di massacri. Anche qui non ci discostiamo da questo schema. Poi però D’Aquino ad un certo punto decide di arricchire il film di elementi che ci portano su altri binari e arricchiscono il genere. Nulla di chissà che , l’ho detto, una furbata più che un colpo di genio, ma tanto basta per parlare di slasher rimodernizzato e ristrutturato
Si tenta anche di prendere una piega di carattere sociologica che in un film del genere è davvero una boccata d’aria fresca
Un epilogo finale poi che strizza l’occhio allo spettatore creando l’hype per il quasi inevitabile sequel. Anzi, io scommetterei in una piccola saga, perchè anche se il film non ha la forza e non sono più i tempi per saghe come Venerdi 13 o Saw, credo che il film sia abbastanza ruffiano da potersi creare uno zoccolo duro di fan in grado da assicurargli un piccolo futuro miniciclo. Staremo a vedere
Complimenti per la furbizia, ma di questi tempi con la concorrenza che c’è, bisogna giocare d’astuzia