Abe Applebaum è stato un bambino prodigio apprezzato da tutti per la sua abilità nel risolvere piccoli misteri.
Oggi ha 32 anni e cerca di guadagnarsi da vivere facendo l’investigatore privato, tra la mediocrità dei risultati e la commiserazione da parte dei familiari.
Finché una liceale non lo assume per indagare sull’omicidio del suo ragazzo.
Per me questo film è un piccolo gioiello, soprattutto grazie a una sceneggiatura precisa e ispirata che riesce a equilibrarne i vari aspetti.
L’umorismo è a volte appena accennato e sottile, ma sa anche sfiorare l’ilarità; la malinconia di fondo è amara ma la regia non ci si sofferma più del dovuto.
Infine, c’è l’elemento mistery, ben presente, a tinte anche drammatiche - si parla comunque di un omicidio e anche del rapimento di una ragazzina avvenuto anni prima.
E soprattutto c’è il protagonista: questo bambino invecchiato e uomo non ancora del tutto maturo, un po’ stralunato, sofferente, un perdente intrappolato nelle sue vecchie glorie infantili.
La scena finale l’ho trovata giusta, adeguata e liberatoria.