Prima di smantellare uno dei colossi di maggiore prestigio dell’editoria mondiale degli ultimi anni è doveroso puntualizzare che non mi sono mai cimentato nella lettura del libro quindi mi limito a giudicare l’opera soltanto da un punto di vista cinematografico.
Il film racconta la storia di due ragazzini appartenenti ad etnie diverse ma legati ugualmente da un sentimento di profonda amicizia e solidarietà che li vedrà spesso combattere insieme contro le avversità della vita. Almeno fino a quando uno di loro, rimasto scioccato da un evento sconcertante che si produrrà davanti i suoi occhi, deciderà di troncare bruscamente ogni rapporto di amicizia con il compagno di infanzia. I rimpianti e i rimorsi per una decisione cosi sofferta e dolorosa non abbandoneranno mai Amir che nel contempo si è stabilito in America dove vive con sua moglie. Un giorno inaspettatamente riceve una telefonata da una persona a lui molto cara che lo esorta a recarsi nel suo paese natio per salvare il figlio di Hassan(l’amico di infanzia ormai defunto). Da qui si riaccende in lui una voglia di riscatto che lo porterà ad attraversare una terra ostile e pericolosa come l’ Afghanistan. Il film si chiude cosi come si era aperto ossia con gli aquiloni che svolazzano in cielo. Una delle poche manifestazioni di purezza che riescono ancora ad adornare un paese distrutto dalla guerra. La storia non mi è piaciuta molto il film si svolge nella ricerca affannosa di connettere le scene iniziali con quelle finali in modo da creare l’effetto lacrime nello spettatore. Insomma una minestra tipica delle pellicole americane che abbiamo già visto e rivisto; ma se è vero che il libro ha riscosso cosi tanto successo sarebbe opportuno chiedersi cosa non abbia funzionato nel film. Forse la capacità di dare un’anima a delle situazioni che senza un’accurata descrizione perderebbero certamente di valore e consistenza!
voto 5 1/2