The Lost Weekend - Giorni Perduti (B. Wilder, 1945)


http://www.imdb.com/title/tt0037884/?ref_=fn_al_tt_1

Capolavoro, anzi CAPOLAVORO, anzi C A P O L A V O R O del genio Billy Wilder.
Finalmente l’ho visto in inglese (l’avevo sempre visto in italiano da una copia televisiva e della videocassetta ElleU) e sono ancora turbato dalla grandezza del film, della sceneggiatura e dell’interpretazione di un irraggiungibile Ray Milland che si esprime a livelli di eccellenza assoluta.
Il più bel film mai fatto sul tema dell’alcolismo e delle dipendenze in generale, tratto da una sceneggiatura favolosa dello stesso Wilder (assieme al fidato e collaudato Charles Brackett) a sua volta basata su un romanzo.
Dolorosissimo fin dalla prima scena, è il film più triste e disperato di Wilder, senza un solo momento di ironia o di distensione. È la discesa nel degrado di un alcolista che dura tutto un weekend mentre il fratello (esasperato dopo 6 anni che cerca di aiutarlo in tutti i modi) lo lascia da solo e la fidanzata lo cerca ovunque per salvarlo.
È una via crucis tra bar, un ospedale-prigione e il suo appartamento che alla fine sarà persino teatro di un’orrenda allucinazione.
Bellissimo, è difficile usare parole diverse per definirlo.
Grandissima fotografia in bianco e nero (e il dvd UK ha un ottimo master tranne che in alcune scene che però forse sono così anche nel girato originale) e molto belle sia le scenografie che i costumi (della solita Edith Head).

La famosa scena dell’incubo è per me ancora bellissima anche se è vero che la primissima apparizione del pipistrello mostra un po’ troppo il trucco. Però in effetti va detto che è una scena talmente allucinata che alla fine ci può stare anche un pipistrello che all’inizio si presenta così farlocco.

Giusto, ma non indispensabile, per i miei gusti lo spiraglio di speranza nel finale.

Su 7 nomination all’Oscar ne portò a casa 4 (le più importanti: film, regia, attore protagonista e sceneggiatura). Ed era quasi 70 anni fa, quando quel premio aveva ancora un valore.

So che esiste un dvd italiano ma l’editore è noto per edizioni cialtronesche quindi me ne tengo alla larga (anche se Giulio Panicali che doppia Ray Milland è bravissimo).
Esiste pure un blu ray inglese che prima o poi prenderò.

lo ripeto: CAPOLAVORO

Esisteva anche un dvd italiano targato Universal, che poi è la versione che ho io, ma credo sia fuori catalogo da anni… ma sostanzialmente, audio italico a parte, credo sia simile a quello Uk che hai tu…

Ovviamente sul film hai detto tutto tu… volevo solo approfittare per spezzare una lancia a favore di Ray Milland, attore spesso sbeffeggiato e sottostimato dai critici (forse perché passato in breve tempo a interpretare film di cosidetta “serie b”) che - imho - difficilmente nei film che ha interpretato, almeno quelli che ho visto io finora, ho trovato sotto uno standard di un certo livello… “Frutto proibito” di Wilder su tutti, ma anche “La Spia” di Russell Rouse, i vari Corman ecc ecc… se proprio vogliamo fare un paragone con la carriera di un attore più “moderno”, secondo me il pluriosannato (a ragione in molte occasioni) De Niro negli ultimi 20 anni ha fatto molto di peggio…

BD inglese della Eureka - Masters of the Cinema, spettacolare. Contiene l’extra:

Billy, How Did You Do It? - a fascinating three-part program made for BBC’s Arena, directed by Gisela Grischow and Volker Schlondorff (The Tin Drum). Each part features extensive interviews with Billy Wilder conducted by Volker Schlondorff in which the director of The Lost Weekend addresses a wide range of topics, from the production history of the film to post-WW2 German cinema to the work of cinema’s greatest masters, etc. In English and German, with printed English subtitles. (184 min, 1080p),

che da solo varrebbe l’aquisto. Film splendido, c’è poco da aggiungere alla disamina di Giorgio.

E’ il film di Wilder che preferisco, insieme a Quando la moglie è in vacanza.

Io ho il dvd italiano della Universal, che non ha extra ma (andando a memoria) mi pare un buon prodotto.

Meraviglioso dramma sul tunnel dell’alcolismo, con il personaggio principale che per una volta (siamo pur sempre nel 1946) non è rappresentato come una divertente macchietta, ma come un uomo vero ed ovviamente tormentato. L’avrò rivisto almeno 5 o 6 volte.

“Billy, How Did You Do It?” si trova anche nell’edizione italiana edita da Feltrinelli de La Fiamma Del Peccato e se non erro uscì anche in edicola allegato a una rivista (forse Ciak). Bellissimo

Sì era Ciak la rivista, o meglio era una doppia uscita dvd da edicola col loro marchio. Documentario meraviglioso, appunto.

Ho letto da qualche parte - forse sul libro-intervista di Cameron Crowe - che questo è stato imposto dalla produzione contro il parere di Wilder e Brackett.

Mmmm… Non mi sembra che se ne parli nel libro di Crowe (dove tra l’altro non si parla poi tanto - purtroppo - di The Lost Weekend.

Ricordo però che Wilder raccontava a Crowe del fatto che il film ci mise un po’ prima di avere successo e poi esprimeva un giudizio un po’ sprezzante su Milland (preceduto da “tanto ora che è morto lo si può dire”) dove diceva che non era un grande attore e che vinse l’Oscar solo perché interpretava un ubriacone. E poi aggiungeva un giudizio poco lusinghiero sugli Oscar.

Ecco… infatti mi sembrava avesse parlato male di Milland addirittura lo stesso Wilder: magari Billy avrebbe preferito un altro attore e questo spiegherebbe la sua acidità nei confronti di Milland, perché altrimenti trovo la sua “confessione” abbastanza gratuita. Anche perché “Lost weekend” era addirittura il secondo film che giravano insieme…

Può darsi allora che l’abbia letto da altre parti, forse sul “castorino” dell’Unità degli anni ‘90 o semplicemente in rete.
Leggendo qui in effetti sembra che sia andata cosi’, mentre qui la cosa è esposta in maniera leggermente diversa. Boh.

A questo punto sarebbe interessante scoprire come finiva il romanzo.

Si, il master è ottimo, il doppiaggio quello originale d’epoca.

Concordo, qui Milland è in una delle sue migliori parti. Tra l’altro, interpretare un ubriaco (e mi pare che Milland l’abbia fatto bene) è recitativamente tutt’altro che semplice.

Presentazione video di Oreste del Buono, dalla vecchia VHS italiana.
http://www.youtube.com/watch?v=63A4qzkfvkk

//youtu.be/63A4qzkfvkk

In "Some like it Wilder "si parla molto di Giorni Perduti.

Il finale nel romanzo era meno ambiguo e dava la sensazione che i comportamenti autodistruttivi del protagonista sarebbero continuati.
Il finale del film non gli venne imposto né dalla Paramount né dalla censura, fu una sua scelta e comunque Wilder non lo considerava un finale lieto. Secondo lui faceva intendere che il protagonista avrebbe provato a non bere, non che ci sarebbe riuscito.

Inoltre per il ruolo del protagonista voleva José Ferrer, il quale non aveva ancora fatto film ma stava ottenendo grande successo a Broadway. Lo studio, questa volta sì, gli impose un attore più piacente, appunto Ray Milland, sul quale Wilder disse: “I knew the guy who played the drunk would get the Academy Award.” “Mr. Ray Milland was surely not an Academy Award–worthy actor. He’s dead now, so I can say it.” “If you are a cripple, if you stammer, if you are an alcoholic, people think that is great acting. An actor could not win an Oscar playing Cary Grant parts.” “There is nothing astonishing there, coming in and saying, ‘Tennis, anyone?’
Più o meno quello che ha scritto Giorgio Brass.

Il film andrebbe studiato, perché se io dovessi riassumere la trama a qualcuno, questo mi risponderebbe: Tutto qua? Che noia!
E invece funziona ed emoziona dall’inizio alla fine.
Billy Wilder ha sbagliato pochissime cose, un paio di film a fine carriera e anche alcuni giudizi. Su Mitchell Leisen (tra l’altro, insultandolo) e su Ray Milland.
Probabilmente aveva ragione Wilder a considerare Milland poco portato per la commedia (Io me lo ricordo in Easy Living del '37 strapazzato da Jean Arthur, e anche in Frutto Proibito la sua parte avrebbe potuto farla uno qualsiasi o quasi degli attori di quel periodo) però in Giorni Perduti è stato favoloso, che sia piu facile o meno vincere un oscar nella parte di un ubriaco, a noi poco importa.
Lo ricordo bravissino anche ne “Il tempo si è fermato” e soprattutto in Delitto Perfetto. In questo film ci sono dei lunghi dialoghi praticamente in piano sequenza (quando incarica l’amico di uccidere la moglie) in cui è proprio perfetto… al contrario del “delitto” (ancora adesso non capisco perché da noi quel film l’abbiano chiamato Delitto perfetto)

Rivisto ieri notte questo meraviglioso, meraviglioso film, che aumenta di visione in visione il suo valore assoluto.

Una cosa che proprio non ricordavo è la presenza di Doris Dowling, anche in un ruolo piuttosto rilevante… di lì a poco verrà in Italia a girare Riso amaro.