The Man in the High Castle (Frank Spotnitz, 2015-2019)

da Amazon una serie tratta da La svastica sul sole di Philip K. Dick
ovunque se ne legge un gran bene, ma io ho visto il pilot e l’ho trovata diciamo molto lontana dal mio gusto personale
cast di scarso interesse, fotografia irritante e in generale una narrazione glaciale che non mi ha minimamente coinvolto
non penso di andare avanti

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Visti i primi tre episodi. Più per inerzia che per entusiasmo.
La narrazione odora più di telefilm che di serie dal grande respiro. Racconto lineare, ritmo un po’ rallentato, pochi spunti interessanti.
Interpreti anonimi.

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Benchè sia un libero adattamento, il libro non è banalizzato e i cambiamenti sono accettabili e interessanti. Lodevole la cura della messinscena, c’è un uso esiguo della CG che si sposa benissimo con una fotografia particolare, a mio avviso efficace nel restituire l’atmosfera di quell’epoca alternativa.
Il grande scoglio è stato adattarsi al passo lento della narrazione, per 9 episodi su 10 si marcia a una sola velocità, giusto la puntata finale è più scorrevole per la tanta ciccia accumulata.
Nel cast ho rivisto volentieri Alexa Davalos, eroina della serie cult “Reunion”, mentre i due coprotagonisti faticano a bucare lo schermo, la differenza si coglie evidentemente quando entrano in scena attori di altro calibro come Rufus Sewell e Carsten Norgaard.
Il taglio da sceneggiato spiazza e divide, una scelta controcorrente che mi sembra voglia porre l’intera operazione fuori dalle mode serialtelevisive.

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Dalla sesta puntata la serie si ravviva discretamente, anche se la chiusa sembra un po’ di corsa: con tutto il tempo perso nelle prime puntate, si sarebbe potuto cercare un equilibrio narrativo più riuscito.

Annunciata una seconda stagione: capisco che l’industria è l’industria, ma in 10 puntate si sarebbe potuto trasporre il romanzo in maniera più che esaustiva e quindi autoconclusiva.

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Finita anch’io la prima stagione. Concordo, la prima metà viaggia a rilento e fatica a coinvolgere; il punto di svolta è l’attentato all’Imperatore, da lì in poi il ritmo aumenta d’intensità, fino alle ultime due puntate, le migliori.

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Finita nel w-e la prima serie, finalmente l’ho vista. Sono un gonzo per realtà alternative, in particolare per la 2a G.M., per cui a me ha soddisfatto. E sì, ha un taglio diverso rispetto alle serie più classiche, un ritmo più compassato, forse anche un ritmo più da anni 50. Comunque piaciuta.

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Finita la seconda serie ieri sera, finale col botto, anzi botti, forse fin troppe ending, pare la fine di LOTR. Però notevole, Rufus Sewell sempre convincente, Bella Heathcote…molto bella, Sebastian Roché perfetto. È una slow burner, ma merita.

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bravo definizione calzante
io dopo l’esaltazione delle prime puntate ho perso però interesse e l’ho mollata, mi pare all’inizio della terza se non ricordo male.
Cominciava a essere un po troppo slow e a burnare sempre meno…

Prova ad insistere, ieri ho iniziato la terza (stagione) e non me ne pento.

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