The man who came back (2008)

The man who came back è un film straordinario del regista Glen Pitre, nato in Louisiana, e ben capace di descrivere gli umori del profondo sud degli Stati Uniti.
Ne parlo oggi, volutamente in concomitanza con la bella notizia dell’elezione di Obama, perché è un film che narra delle vicende degli schiavi africani nelle terre del Sud post-liberazione yankee.
La struttura e le ambientazioni della storia sono a tutti gli effetti da film western, ma la vicenda è più vicina a Radici, tanto per intenderci.
Narra del permanere della schiavitù nonostante l’abolizione a seguito della guerra civile, e lo fa parlando di un uomo bianco, Reese Paxton (interpretato da Eric Braeden), che si oppone con tutte le sue forze alle ingiustizie che ancora i neri devono subire, specialmente da parte di una potente famiglia di latifondisti a lui vicini.
Questa ribellione gli costerà cara, molto cara…
E’ un film dannatamente crudele e violento, con delle scene forti (come da tempo non mi capitava di vedere), specialmente quando gli ammazzano la moglie e il figlioletto.
Dopo questo fatto atroce, di fatto il film racconta della sua vendetta.
Sintetizzando, trattasi un western-radici permeato da una struttura da “rape and revenge”.
Purtroppo non credo sia mai uscito in Italia, e l’unico modo per vederlo è trovarselo in rete…ovviamente solo in lingua inglese.
Voto: 9 - da non perdere.