Torna il prode Mike Skinner con il suo terzo album, un prodotto per molti versi differente da ciò che aveva creato in precedenza. Se nel primo erano forti le influenze della club culture inglese (con sonorità molto vicine al garage/2step) e nel secondo ci si poteva sorprendere per un minimalismo quasi perfetto, in questa nuova uscita la cosa che salta immediatamente all’orecchio è la forte componente corale presente in ogni pezzo. La parte cantata è quasi onnipresente e la volontà di far uscire un prodotto “melodico” è quantomai evidente. Ad esser sincero in alcuni punti forse tutto questo cantato diventa un po’ stucchevole… ma ci si passa sopra volentieri, visto che nel complesso The Streets realizza per l’ennesima volta un gran bell’album.
Oltre al cantato l’altra cosa che mi ha colpito è l’avvicinarsi ad un hip hop più classicheggiante nei suoni, senza peraltro rinunciare all’originalità che da sempre lo contraddistingue.
The Hardest Way To Make An Easy Living, brano che dà il titolo all’album sembra la colonna sonora dei soldati al ritorno dalla guerra di Secessione; Memento Mori è un divertente tributo allo swing; When You Wasn’t Famous parla di fama, approcci e ragazze e forse non a caso si ispira al suono dei sound system caraibici (do you know “perreo”? )
In definitiva un’album che mi sento di consigliare vivamente, anche se molto probabilmente chi conosce già ciò che ha fatto The Streets storcerà un po’ il naso di fronte a tanta melodicità. Come direbbe Leo Spegne… “è uguale!”
DID YOU KNOW CIGARETTE LIGHTERS WERE INVENTED BEFORE MATCHES?