Risparmia i soldi anche se pochi, la versione Quinto Piano come master è ai limiti dell’ inguardabile, l’unico vantaggio ai tempi era il doppiaggio originale che che l’uscita della Midnight ha azzerato. La digital studio è un bootleg ben fatto, con pazienza ogni tanto nell’usato si trova.
Ciao.
Come ti hanno ben suggerito, lascia perdere edizioni tipo QuintoPiano. Visto che parli di DVD, posso dirti che io ho ancora l’edizione Stormovie del 2006 a due dischi: rapporto d’aspetto corretto (anamorfico), lingue italiano/inglese + sottotitoli in italiano. Il master lo ricordo molto buono anche se devo dire che è da un bel po’ che non rivedo il film.
Io personalmente dissento. Se ti interessa solo il film in un buon master, allora segui il loro consiglio, che è sensato. Ma se hai qualche interesse, diciamo, di carattere lato sensu filologico, allora il dvd Quinto Piano è imperdibile in quanto telecinemato dall’edizione italiana d’epoca.
Nuovo cofanetto italiano, a cura della Midnight/Plaion, in uscita il 27 giugno. Br 4k finalmente con codifica HDR Dolby Vision, più br standard e br con gli extra. A 30 euro su Amazon. Per la serie “le volte precedenti non l’ho comprato”, in tale occasione non avete scuse…ISRUK
Dal 23 al 25 torna in sala, versione originale con sottotitoli. Boh. Come suol dirsi: e 'sti cazzi…
Non mi dispiacerebbe andarci!
Ciao!
C.
Ecco un altro che non ha preso l’edizione Midnight. State venendo allo scoperto , birbanti…
Vero!
Ciao!
C.
Mi piacerebbe tuttavia sapere quale miglioria può dare il 4k et similia ad un film girato con mezzi minimi e in condizioni limite.
È appunto con film girati in 16 mm, e in condizioni pietose, che il formato 4k dà in un certo senso “il meglio di sé”. Restituendo la “pastosità” cinematografica che li caratterizzava in origine. In particolare, con l’opera di Hooper, prima di arrivare a queste definitive versioni br 4k, abbiamo avuto per anni master home video che venivano ricavati da copie (o negativi) in 35 mm, anziché dall’originale in 16. Un lavoro di filologia, innanzitutto. Che ha richiesto, ad alcune label, l’investimento di parecchio tempo e denaro. Non scordiamolo mai, noi “fruitori del prodotto finito”…
A Venezia 81 ha vinto come miglior documentario di Venice Classics Chain Reactions, un documentario su Texas Chainsaw Massacre, che vorrei vedere.
Fifty years after Tobe Hooper’s The Texas Chain Saw Massacre shocked the world and forever changed the face of global cinema and popular culture, Chain Reactions charts the film’s profound impact and lasting influence on five great artists—Patton Oswalt, Takashi Miike, Alexandra Heller-Nicholas, Stephen King, and Karyn Kusama—through early memories, sensory experiences, and childhood trauma. By crafting a dynamic dialogue between contemporary footage and never-before-seen outtakes, and delving into personal impressions triggered by distinct audiovisual formats (16mm, 35mm, VHS, digital), Chain Reactions goes to the heart of how a scruffy, no-budget independent film wormed its way into our collective nightmares and permanently altered the Zeitgeist.
Rivisto in sala, emozione di gustare su grande schermo un classico del genere. E trovo picchi ancora duro, poi la sala piena mi ha rallegrato perché il pubblico non ha dimenticato i capolavori grazie al cielo.
Non voglio perdermi in commenti superflui, dopo aver letto l’articolo. Dico solo: il film di Hooper l’ho visto più volte, in vita mia. Praticamente in tutti i formati: pellicola, VHS, dvd, br, br 4k. E sapete una cosa? Sono ancora un fiero orgoglioso compiaciuto mangiatore di carne. E buon appetito, a chi ha gli stessi miei gusti…
Io quando lo vidi alla tv per la prima volta, negli anni 80, mi gustai una cotoletta avanzata dal pranzo. Mi aveva messo appetito.