The Uncanny Counter (2020- )

Il giovane So-Mun all’età di undici anni perde i genitori in un incidente d’auto dal quale si salva ma con un danno permanente alla gamba. Sette anni dopo è uno studente che un giorno subisce un’esperienza stranissima che lo fa entrare in contatto con tre persone che di giorno lavorano in un ristorante di noodles ma la sera vanno alla caccia di demoni con i loro particolari poteri.

Premessa: se odiate i teen-movies potete smettere di leggere… anzi no, aspettate.
All’inizio mi sembrava di assistere ad una buona serie giovanilistica, con gli studenti, i bulli, il riscatto, ecc. ma più vai avanti e più ti rendi conto che sei di fronte ad un mosaico ben più complesso. C’è ovviamente la componente fantasy-horror ma anche quella supereroistica ma c’è anche il thriller politico ed il giallo. Si sorride ma c’è anche tanta violenza. La cosa incredibile è che questo calderone funziona perfettamente. La storia ti solletica nel primo episodio ma poi ti acchiappa e non ti molla più. Nonostante la durata non trascurabile (un’ora a puntata) la tensione non si abbassa e nel mio caso ha già generato assuefazione.
La fotografia non è curata come altre produzioni coreane che ho visto recentemente ma è assolutamente efficace, con buonissimi effetti visivi e belle coreografie delle scene di lotta.
Spero vivamente che andando avanti la storia non sbraghi perchè al momento è sicuramente una delle mie serie preferite.

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E’ assodato che i consigli di @King_Ghidorah sulle serie TV si prendono ormai a scatola chiusa, condivido la sensazione inizilale sul primo episodio, parte soft e poi impenna.

Però giunto alla fine del terzo episodio sono un po’ titubante, ma non al punto di fermarmi. Vediamo come procede…

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Non assodare che non è così matematico :smiley:

M’incuriosisci, cosa ti tituba? Io sono al sesto episodio ed indubbiamente finora il ritmo è altalenante ma comunque sempre sopra il livello della piacevolezza.

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Ho finito ieri sera di vederla ieri sera e devo modificare parzialmente il giudizio dell’approccio. Intanto ho scoperto di aver visto il mio primo K-Drama vero e proprio. E’ una sorta di telenovela d’azione in cui la fanno da padrone i sentimenti, a volte in verità un po’ melassosi per il gusto occidentale. Il limite principale però a mio avviso è il formato. Sedici episodi di un’ora ciascuno danno alla serie un ritmo un po’ altalenante e, in alcuni casi, ti rendi perfettamente conto che se l’episodio fosse durato un quarto d’ora in meno sarebbe stato molto più efficace.

Se però non siete scappati via dopo questa premessa, volta solo ad avvisare che qui non siamo dalle parti di Sweet Home o Kingdom, volevo confermare che ho gradito lo show (ho fatto le due ieri sera perché non riuscivo a staccarmi dalle ultime puntate). I personaggi sono delineati con attenzione e delicatezza, è difficile non empatizzarci e non affezionarcisi. La trama è ben scritta, riserva dei colpi di scena interessanti e per quanto dilatata non lascia nessun punto in sospeso. Ottimi gli effetti visivi e le scene di combattimento. Per quanto riguarda la recitazione non riesco ad esprimermi nel senso che in alcuni tratti sembra di vedere all’opera dei ragazzini in un telefilm con target giovanile ma questo probabilmente è legato alla peculiarità della cultura e dei modi asiatici (per esempio le scene di ossequio mi fanno sempre sorridere). Fa eccezione il villain Cheong-sin che con i suoi occhi obliqui e la sua faccia da psicopatico è oggettivamente inquietante.

Forse qualcuno potrà trovare questa serie un po’ dozzinale ma se ci si accosta in modo spensierato ci si divertirà e non poco. La seconda stagione sembra confermata e la cosa mi fa molto piacere.

P.S.: se qualcuno conosce l’articolo, saranno chiare alcune similitudini con Dragon Ball…

Scusa la risposta in ritardo… rispondo pubblicamente :smiley:

No sono rimasto fermo al quarto episodio, non mi è scattato quel colpo di fulmine, per quanto ben fatta, la trama evidentemente per i miei gusti è troppo fantasy e poco horror, mi si è spento un po’ quell’impulso di proseguirla, cosa che non escludo in un periodo di carenza di cose da vedere.

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