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La poesia nelle immagini di Peter Weir mi ha sempre affascinato, da Gallipoli a Truman Show, passano per Master & Commander e Dead Poets Society. E mi piace che si prenda il suo tempo (ormai un film ogni 5-7 anni) per tirar fuori qualcosa d’inusuale. Epperò a mio avviso qui ha toppato alla grande. Il film ha un grande cast, location memorabili, set ricostruiti nei minimi dettagli, e una gran storia? Ennò, mica tanto. Una gran storia sulla carta, ma a chi interessa nel 2012 un atto d’accusa contro il regime sovietico dei gulag? Forse a Mr. B e i suoi compagni di merende. Perché poi, tutta l’epopea del viaggio, risulta essere solo una gran bufala, sbugiardata dalla BBC. E infatti difetta in verosimiglianza, perché imprese simili vedi attraversamento del deserto del Gobi e poi Himalaya sono assolutamente irrealizzabili. E taccio sul finale, va. Il pubblico però non c’è cascato, manco in America: a fronte di un budget di 30 milioni, solo 20 gli incassi, di cui manco 3 negli States. Riuscirà Weir a fare un altro film, dato che ormai va per i 70?