The worst best films ever made - Tim Lott

Tim Lott, colonna del britannico Guardian e critico cinematografico (nonché musicale), parla di quelli che a suo dire sono ciofeche insostenibili ingiustamente acclamate: La Dolce Vita, The Searchers, Morte a Venezia, Jules et Jim, Schindler’s List…

Si può ovviamente dissentire ma alcuni spunti non sono affatto male:

http://www.guardian.co.uk/film/2009/jul/24/worst-best-films-ever-made

La risposta britannica a Massimo Bertarelli? :smiley:

IMHO La dolce vita è un film sopravvalutato e Jules et Jim mi ha un po’ annoiato, poi Spielberg non mi piace, a parte Jaws e poco altro.

Ma da qui a dare dei punti di merito a The Blair witch project e definire Psycho un film ridicolo…ci vuole un bel coraggio! Non si dovrebbe sempre contestualizzare le opere? :confused:

Dal punto di vista del mero “razzismo”, trovo assai peggiore Dances with Wolves rispetto a The searchers, che ha i suoi anni ma è pur sempre un film epico, tipico John Ford, insomma, mentre il film di Costner è di gran lunga più recente con tutto ciò che la storia e la cultura, nel frattempo, hanno portato avanti da Ford in poi, appunto sino ai giorni nostri. Insomma, uno dovrebbe anche sapere distinguere senza fare tutto bianco o tutto nero.

L’opera di Reggio, sì è originale, molto interessante ma secondo me non fa testo a livello di genere puro, così come lo intendiamo noi.

On the waterfront è uno dei miei film preferiti di sempre e trovo abbia dei momenti toccanti. Non sono un esperto ma mi pare che il livello di recitazione sia piuttosto alto.

Tutto questo lo dico tenendo conto dei gusti personali di ognuno e della provocazione lanciata da Tim Lott.

Con il kaiser che leggo l’articolo : mi ha già toccato Sentieri Selvaggi,e questo mi basta e avanza per odiarlo…:mad::mad:

A me La Dolce Vita, Morte a Venezia e Jules e Jim. Che facciamo, gli spariamo?:D:D:D

Il solito critico che vuole creare scalpore dando contro ai classici. Già visto. Avanti il prossimo.

L’attacco a Ford ormai è un moda fantozziantarantiniana.Adesso ci manca solo che ne parli male Mourinho nella prossima conferenza stampa.

Tarantino non ha “parlato male” di John Ford.
Ad alcune domande sulla concezione del western, ha risposto in tipico stile americano qualcosa come “si fotta Ford, W Sergio Leone”…
Ora, siamo tutti troppo intelligenti per capire che un regista che si è dichiaratamente detto appassionato di John Ford e che ha, a più riprese citato, intendesse dire che Leone è “potente” in quanto rivoluzionario. Poi dobbiamo anche intenderla sotto il punto di vista di un cineasta americano che ha fatto del “poveri ma belli” il suo motto e su questo marcia. :wink:

Se dire che i film di Ford sono boring e bad non è parlarne male allora sono curioso di sentire con quali termini Tarantino stronca una pellicola o un cineasta.Per esaltare un regista non c’è bisogno di affossarne un altro come facevano i critici dei Cahiers du cinema.Quanto poi al fatto che Tarantino abbia in precedenza e coerentemente affermato di essersi ispirato a Ford,c’è forse qualche regista a cui abbia affermato di non ispirarsi?

Se definisci Psyco ridicolo, non puoi pretendere che ti prendano sul serio.

A me piace pochissimo, ma è innegabile la sua influenza sul thriller e sul cinema in generale.

L’articolo è delirante ma alcuni commenti sotto sono anche peggio,evidentemente il luogo comune dei britannici inclini a Bacco deve pur avere un minimo di fondamento nella realtà.

io trovo che abbia toppato proprio su La Dolce Vita. Anitona non è miscast, sarà anche svedese ma all’italiano medio pare proprio l’attrice bonazza americana.

Concordo su Schindler List, anche se alla fine preferisco il film alla sua parte finale (coi sopravvissuti), che ho trovato ridondante e palloso. Vero che Come and See di Klimov riesca a mettere in ombra persino Apocalypse Now.

io invece accetto tranquillamente che quando uno parla di sè e dei suoi gusti personali come in questo caso non è criticabile. se a me fa schifo un film considerato universalmente un capolavoro sono cavoli miei. se mi sono annoiato pesantemente è capitato e basta.
il problema è quando parlo a livello assoluto e quando dico di essere oggettivo, se in tal caso la sparo grossa allora devo giustificare la mia sparata e devo farlo bene e in modo credibile.
questo giornalista lo dice subito, sono suoi giudizi personalissimi, plausibilmente non condivisibili ma è da rispettare il fatto che gli facciano cagare questi film.

io faccio una considerazione:
è molto difficile giudicare razionalmente un film 30/40/50 anni dopo la sua uscita. ad esempio psycho, alla sua uscita si dovette addirittura optare per il bianco e nero a causa del sangue che sarebbe stato troppo cruento a colori per il pubblico. oggi senza problema guardiamo scene tipo quella degli scalpi di inglorious basterds. è facile dire che è noioso un film di decenni fa quando ormai la nostra mente è abituata ai montaggi frenetici dei film di oggi. quindi talvolta bisogna cercare in qualche modo di immedesimarsi in uno spettatore contemporaneo al film che si sta guardando. ma se un capolavoro è tale allora lo sarà anche nei decenni successivi alla sua uscita. la seconda trilogia di star wars dimostra come non erano solamente gli effetti speciali ad aver fatto la fortuna dei primi 3 film, che con molto ma molto meno erano piaciuti molto di più.

Credo invece che sia più semplice giudicare una pellicola di 20,30 e più anni fa che non una appena uscita,altrimenti i critici non prenderebbero tutte le topiche che continuano a prendere regolarmente.E’ vero che il giornalista fa la premessa che sono gusti personali ma una cosa è dire che un film non piace un’altra è disconoscerne il valore obiettivo con argomentazioni pretestuose.Poi quando fa confronti tipo South Pacific/Singing’ in the rain entra direttamente in una dimensione ai confini della realtà.

forse è vero, ma io intendevo che è comunque diverso.
cioè: un film viene fatto per gli spettatori che vanno al cinema, e questi sono spettatori contemporanei al film. dire “è brutto” 50 anni dopo non è del tutto corretto secondo me. poi i 50 anni di esperienza in più ti permettono di giudicarlo inserito nella storia, ti permettono di vedere quanto quel film ha lasciato il segno, ecc… è forse questo l’aspetto che tu intendi quando dici che è più facile giudicarlo a posteriori. Io intendevo solo dire che è più giusto che il giudizio secco, immediato, bello-brutto, siano i contemporanei a darlo, oppure sia uno che cerca di immedesimarsi nello spirito dell’epoca.

Scusate: un paragone (migliore/peggiore) con altre pellicole è improponibile, soprattutto se fatto da un autentico appassionato di cinema.

I gusti sono da rispettare, ci mancherebbe altro, ma nel caso di Tim Lott potrei obiettare, per esempio, circa il fatto che un “prodotto” come The Blair witch project appaia, allo stato attuale, molto più superato rispetto a un classico come Psycho.

TBWP basava tutto l’effetto sull’illusione o sul mistero che quanto si vedeva sullo schermo fosse tutto vero: crollato questo castello di sabbia, il film rimane un esercizio di stile e/o poco più.
Psycho, invece, pur con tutti i suoi difetti, l’età avanzata, tutto quello che volete, rimarrà una pietra miliare - come è stata anche all’epoca - del cinema thilling internazionale per lo stile innovativo, il colpo di scena improvviso, l’efferatezza dei delitti, lo sguardo allucinato di Anthony Perkins e tutto il lavoro che è stato fatto dagli scrittori, alla troupe, dei grandi professionisti…erano altri tempi e come dice Johnny Global, la percezione dello spaventevole che aveva la gente era diverso rispetto a quello attuale. E’ per quello che bisognerebbe sempre vedere e analizzare tutte le opere entro il loro contesto storico, soprattutto se di capolavori non si tratta ma giusto di oneste pellicole che per forza di cose, hanno influenzato tutto ciò che è venuto dopo.

Altrimenti, si dovrebbero buttare a mare Yojimbo o Sichinin no samurai in vece di film come Crouching tiger, hidden dragon, via anche Eizenstejn, persino gran parte dei generi cinematografici italiani; ma un vero appassionato di cinema queste cose non le fa, le lascia ai critici.

Io dico: va bene Come and see e va bene anche Apocalypse Now…non m’interessano i film solo per il numero di atrocità presenti o la crudezza delle immagini, m’interessa farmi raccontare una storia ma niente paragoni.
Stesso discorso per quanto riguarda la letteratura.

Poi, ripeto: rispetto la provocazione di Lott e i gusti di tutti, però è ovvio che se si compila una lista nera di giudizi personali e la si diffonde ovunque con un certo tono sarcastico, la discussione s’inneschi subito.