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Rivisto qualche sera fa nel bluetto italico marchiato Cecchi Gori, che ha un master buono ma non certo con una definizione troppo HD. Tuttavia c’è da dire che le ambientazioni notturne e/o sotterranee nonché il mood molto scuro della fotografia del film non aiutano molto. Come extra esclusivamente il trailer originale americano.
Riguardo il film: sembra quasi un reperto fine anni 80 piuttosto che un film del 1994. Comunque la storia appassiona e per certi versi, anche se ambientata nel 2004, sotto certi aspetti l’ho trovata molto attuale e ancora inquietante in prospettiva futura. Da questo punto di vista forse la “visione” del futuro meno riuscita è relativa alla realizzazione della macchine con guida automatizzata: il concetto ci sta tutto, dato che le macchine a guida autonoma esistono già, ma dal punto di vista estetico sono davvero realizzate malissimo.
Riguardo gli attori: Ron Silver, anche se col ghigno mono espressivo, sembra nato per queste parti da cattivissimo (vedi il film della Bigelow con la Curtis di cui ora non ricordo il titolo), anche se il doppiaggio italico affidato ad Amendola padre non mi è sembrato azzeccatissimo. A proposito di doppiaggio, non ricordavo affatto Pannofino su Van Damme, ma c’è da dire che non sono un grande fan dell’attore belga, quindi non saprei dire se l’ha doppiato solo in questa occasione o anche in altre.
In definitiva resta probabilmente uno dei migliori film di Van Damme e ha il grosso pregio di durare il giusto, non come certi film odierni che hanno una durata media di 150 minuti. Al contempo non credo si tratti del miglior film di Peter Hyams, che ha girato sicuramente di meglio nel campo fantascientifico, vedi Capricorn One, Atmosfera Zero, 2010 ecc…
Il film di cui parli mi sa che è blue steel. Il discorso che fai sulle macchine “future” è interessante, qualcosa di simile forse si può dire sulle vetture, futuristiche ma fino ad un certo punto, usate per esempio in Total recall o freejack.
Sì, intendevo quello… grazie… ma ieri proprio non ricordavo il titolo e non mi andava di controllare
Riguardo le altre due osservazioni… “Atto di Forza” aveva alcuni aspetti volutamente farseschi/ironici/inquietanti (caratteristica del regista peraltro), tra cui includerei la macchinine guidate da quei pupazzi che somigliavano in tutto e per tutto a quelli usati dai ventriloqui (come quello usato in “Magic” di Richard Attenborough per interderci), a cui peraltro il doppiaggio italiano mi sembra affibbiò la stessa voce di “Hal 9000”: non so che voce avesse nell’originale, ma la scelta del doppiatore italico probabilmente ha, per una volta, una giusta motivazione. Inoltre non devi scordarti che si trattava di una colonia su Marte costruita sotto una cupola e quindi gli spazi erano angusti e sovrappopolati (ricordavano la vecchia tipologia dei primi centri commerciali) e di sotterranei scavati nella roccia, quindi penso che l’utilizzo di macchinine simili a quelle elettriche che si usano sui campi da golf o alle dimensione dei carrellini di una miniera fossero più appropriate e pertinenti rispetto alle limousine futuribili, tipo quelle costruite (malamente) per “Timecop”, che solcavano le larghe strade di Washington…
Riguardo “Freejack” invece… confesso che me lo sono sempre risparmiato per fortuna
In “Atto di forza” io ricordo che le macchine automatiche guidate dai pupazzi meccanici erano sulla terra mentre su marte c’erano della Auto quasi normali guidate dai tassisti.