1961, di Giuliano Montaldo
Regia: Giuliano Montaldo; soggetto: dal romanzo di Giose Rimanelli; sceneggiatura: Ennio De Concini, Fabrizio Onofri, Luciano Martino, Giuliano Montaldo; fotografia: Carlo Di Palma; musica: Carlo Rustichelli; montaggio: Nono Baragli; interpreti: Jacques Charrier, Sergio Fantoni, Eleonora Rossi Drago, Gastone Moschin, Francisco Rabal, Franca Nuti; produzione: Ajace-Euro Int. Italia, 1961; durata: 114’
Settembre 1943. Il giovane Marco Laudato si arruola nelle forze armate della repubblica sociale italiana. Insieme ai commilitoni partecipa ad un’operazione bellica nel corso della quale rimane ferito. Trattato come un eroe, trascorre un periodo di convalescenza in ospedale, dove conosce Anna, una signora della quale s’innamora. La parentesi sentimentale è, però, breve, perché Marco torna al suo reparto. Per la repubblica di Salò la situazione è diventata ormai insostenibile e il crollo del fascismo e del suo alleato nazista è prossimo.
La scheda dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza
Il film sarà proiettato in versione restaurata alla prossima Mostra di Venezia (5 e 6 settembre), per entrare poi nella collana Chiaroscuro, realizzata da Penny Video in collaborazione con Cineteca Nazionale. Per il momento non abbiamo ancora fissato una vera data di uscita, ma stiamo definendo i contenuti, con l’intenzione di perfezionare la formula editoriale già proposta per Non contate su di noi.
Confermo che l’uscita era prevista per il 22 aprile, ma è stata rimandata a causa dell’emergenza sanitaria, che ha praticamente bloccato tutta la filiera. Difficile per ora prevedere una nuova data di uscita, ma speriamo di farcela entro l’estate.
Confermo che l’edizione DVD/BD è finalmente disponibile nei principali negozi. Oltre al film restaurato in 4K dalla Cineteca Nazionale, l’edizione comprende un’intervista al regista di 27 minuti, una galleria fotografica, un booklet di 16 pagine e il mediometraggio Genova. Ritratto di una città (1964), sempre di Montaldo.
Bel film di un regista validissimo. Notavo che nei suoi due film sulla resistenza che ho visto (non so se ne abbia girati altri, o magari ne girera’ in futuro, perche’ no!) il suo punto di vista e’ stato in entrambi, un po’ “eretico” dato che qui segue i repubblichini (i partigiani non si vedono mai) e li la protagonista era una staffetta, figura considerata di secondo piano durante la lotta di liberazione.
Come primo film fu una scelta coraggiosa che, come dice il regista nell’intervista (incredibile come anche li riesca ad imbastire un racconto affabulante), gli costò non poche critiche.
Leggevo -di fretta- nel libretto allegato al dvd di una recensione dell’epoca in cui si affermava l’inutilita’ della sottotrama sentimentale, ma io invece l’ho trovata fondamentale nella maturazione del personaggio.
Il problema, come ho cercato di documentare anche nel libretto, è che durante le varie revisioni del copione il personaggio femminile ha subito una serie di censure e autocensure, che ne hanno fortemente ridimensionato lo spessore. Da qui un certo squilibrio nell’intreccio sentimentale, che molti hanno comprensibilmente (ma ingenerosamente) rimproverato a Montaldo.
Ora lo leggo con calma 