Tognazzi e la cucina

«Ugo Tognazzi aveva fama di grande cuoco, fare la cucina era la sua salvazione, un parafulmine senza il quale sarebbe finito alla fossa dei serpenti di Colorno […] Era pieno di buona volontà, ma non aveva il minimo senso delle misure […] Un giorno mi ha telefonato:

“Ho ucciso il maiale, faccio una cena”.

“Ma quale maiale? Non hai mai voluto un maiale a Velletri”.

“No. Difatti l’ho ucciso vicino a Faenza, con l’automobile”.

Era stato circondato da un gruppo di contadini inferociti con roncole e forconi. Aveva una Spider, ed era tornato con il maiale morto cinturato al suo fianco. Lo aveva dovuto comperare […] Una volta a Ferragosto nel menù ha scritto: colomba pasquale con fette di panettone natalizio alla panna acida, brodetto di fagioli con le cotiche all’osso di Gigetto.

Gigetto era il maiale investito a Faenza quasi tre anni prima […] ».

** Tratto da: Roberto Buffagni (a cura di), La Supercazzola. Istruzioni per l’Ugo, Mondadori – Milano 2006; pagg. 204/205. N.B.: il ricordo è di Paolo Villaggio **

4 Mi Piace