Tra l’altro, devo andare a casa dei miei a recuperare il “Rigettario” di Tognazzi, perché mi par di ricordare la sua cucina molto simile a quella nella villa del film, con la stessa affettatrice Berkel rossa fiammante al centro del locale…
Scherzi o cosa?? farò un topic sulle ricette di Tognazzi (domani vado dai miei e prendo il Rigettario)
Non so se la tua e’ una battuta, ma io ricordo un’intervista a qualcuno (forse Suso Cecchi D’Amico, non ne sono sicuro) che parlava delle sperimentazioni culinarie di Tognazzi citando il “porcel tonné”
No-no, Tognazzi era proprio un “avanguardista” della culinaria! :-p
Relativamente agli esperimenti culinari di Tognazzi (che andrebbero splittati in un thread a parte) ricordo che ne parlava Dino Risi nel suo libro… diceva così che Tognazzi organizzava cene con vari ospiti, sperimentava di brutto e qualche volta il risultato era immangiabile. A fine cena era solito distribuire bigliettini su cui i commensali dovevano commentare quanto avevano mangiato, rigorosamente in forma anonima… beh pare che una sera quanto lesse lo fece così incazzare che cacciò via tutti a male parole
Topic culinario ma anche cinematografico, visto la presenza della cucina nei film di Tognazzi, da La Grande Bouffe a L’anatra all’arancia.
Le sue ricette vorrai dire: sono straordinarie, era un cuoco sopraffino. Allora, per tornare in topic, vai a vedere le immagini allegate: se vedi un’affettatrice rossa beh, allora il film l’han girato nella villa di Tognazzi, almeno per gli interni.
'azzo… un autentico cimelio! :shock:
Insomma… Che mi dici del maiale al cioccolato in salsa tonnata con fette di panettone alla panna acida? :blah:
Rigettario che ho trovato, autografato, l’anno scorso a Reggio Emilia, pagato 10 €. Le sue descrizioni sono priceless.
L’indimenticabile Tognazzi era un cliente di Fauchon a Parigi uno dei templi culinari mondiali come Peck a Milano. Nel film La grande abbuffata tutti le forniture varie erano stati preparati dal ristorante Fauchon. Quando visitate Parigi una visita è d’obbligo … occhio ai prezzi!
L’aneddoto più memorabile sul Tognazzi cuoco è relativo ad una cena in cui,fra gli ospiti, c’era pure Monicelli. Per farla breve, i giudizi relativi al pasto (sollecitati da Tognazzi medesimo), riportati su bigliettini appositi, erano a larga maggioranza “grandissima cagata” (il voto più basso…). Orbene, il nostro raccolse un pò di bigliettini, affermando di volerli portare all’istituto di grafologia (per capire, insomma, chi dei presenti avesse “sputtanato” il suo lavoro). Monicelli, poco dopo, raccolse un pò di avanzi della cena, e rispondendo a Tognazzi che gli chiedeva cosa volesse farne, disse “Li porto all’istituto di criminologia!”. Tanto per capire quanto “valido” fosse Tognazzi quando si metteva ai fornelli…
Mi pare di aver sentito Monicelli (o era Risi… o Villaggio? Magari erano tutti e tre :-p) raccontare un aneddoto simile riguardo i piatti preparati da Tognazzi… diciamo che era un cultore della cucina ma che ai fornelli a volte non se la cavava benissimo… del resto se il libro che ha Caltiki si chiama “Rigettario”
Io in casa dovrei avere altri due suoi libri di cucina… uno dell’epoca e un altro invece recuperato fra i “remainders” pochi anni fa: se li trovo posto i titoli così ricostruiamo la bibliografia culinaria del buon Ugo.
EDIT
curiosando sul sito www.ugotognazzi.com ho trovato una bibliografia di cucina, ma sinceramente non mi sembra completa: io ricordavo più libri
cmq ci sono parecchie ricette, per chi volesse sbizzarrirsi e dilettarsi ai fornelli http://www.ugotognazzi.com/ricette_di_cucina.htm
nel documentario “ritratto di mio padre” se non sbaglio ci sono parecchi interventi di amici e colleghi che parlano di vari aneddoti legati alle sue sperimentazioni culinarie.
Bellissima questa frase:
E mi sento vivo davanti a un tegame. L’olio che soffrigge è una musica per le mie orecchie. Il profumo di un buon ragù l’adoprerei anche come dopo barba. Un piatto di fettuccine intrecciate o una oblunga forma d’arrosto, per me sono sculture vitali, degne d’un Moore.
Voce del verbo: Andarsene a fare in culo.
PS:Senza degenerare in OT, ho visto che l’ autografo di tognazzi viaggia sui 400€
Anche la copia dei miei è firmata da Tognazzi, con dedica agli amici delle “cracottes” (prodotte ai tempi dall’azienda dove lavorava mio padre).
Stasera me la acchiappo e la faccio mia…
Ne girano veramente tante copie autografate, cosa non necessaria a compensare la bellezza del libro, su ebay è venduto a cifre scandalose ma si trova ancora sui 20/30€ ne vale veramente la pena:
Nella mia casa di Velletri c’è un enorme frigorifero che sfugge alle regole della società dei consumi. Non è un “philcone”, uno spettacolare frigorifero panciuto color bianco polare. È di legno, e occupa una intera parete della grande cucina. Dalle quattro finestrelle si può spiarne l’interno, e bearsi della vista degli insaccati, dei formaggi, dei vitelli, dei quarti di manzo che pendono, maestosi, dai lucidi ganci.
Capita che ogni tanto, di mattina, mia moglie mi sorprenda inginocchiato davanti a questo feticcio, a questo totem dell’umana avventura. Me ne sto lì, raccolto in contemplazione, in attesa d’una ispirazione per il pranzo…
Questa immagine, indubbiamente paradossale, può darvi una idea di quanto ascetico sia il mio attaccamento ai prosaici piaceri della tavola, e quindi della vita; e di come, in fondo, io sia da considerare un martire del focolare, anche se sulle braci roventi, in genere, non amo disporre la mia persona ma, sia pur con infinita cura, bracioline di vitellino da latte.
Ho la cucina nel sangue. Il quale, penso, comprenderà senz’altro globuli rossi e globuli bianchi, ma nel mio caso anche una discreta percentuale di salsa di pomodoro. Io ho il vizio del fornello. Sono malato di spaghettite. Per me Ia cucina è la stanza più shocking della casa. Nessuno più di me capì l’ermetismo di Quasimodo: per una oliva pallida io posso realmente delirare. Conosco le entrate di servizio e i cuochi dei migliori ristoranti d’Europa.