Age sul film
Anche Totò cerca moglie è uno dei film scritti al galoppo per essere girati in dodici giorni, per sfruttare subito il successo di Totò cerca casa con un film che lo richiamasse fin dal titolo. C’era l’episodio molto divertente della famiglia dei miopi, con Totò che si finge miope, e che finiva in una specie di balletto, pieno di trovatine. C’era anche un " boomerang ", che era diventato quasi un personaggio, andava, veniva, bussava.
Non ho mai sottovalutato la fortuna di aver potuto fare dei film per Totò e con Totò, ma non posso neppure ignorare l’approssimazione, la superficialità, l’eccesso di disinvoltura che c’era spesso nel nostro lavoro.
Bisogna fare presto, altrimenti va tutto per aria, era il nostro modo per metterci in pace con la coscienza professionale, che era allora abbastanza labile. La fretta non è una giustificazione sui tempi lunghi, ma sul momento sì, lo confesso, ci sentivamo giustificati.
Non sono d’accordo del resto con i soloni secondo cui Totò non ha trovato il regista o gli autori giusti, o che avrebbe potuto fare molto meglio con altri autori.
Certo, può essere vero in alcuni casi, ma quando ha fatto queste mascalzonate, di cui sono uno dei complici, Totò era contento così, si divertiva a fare quello che faceva, sentiva il contatto con la prima platea, quella del set e della " troupe ", sapeva che nelle sale la gente si divertiva, non aveva altre ambizioni. Solo più tardi ha sentito il bisogno di fare un passo avanti, leggendo qua e là ha cominciato a pensare che i suoi registi e i suoi autori non fossero alla sua altezza.
C’è stato un momento in cui ha voluto assolutamente fare un film con un regista, che gli avevano detto faceva i carrelli. La cosa doveva risultargli un pochino misteriosa, ma era tutto eccitato dalla novità tecnica, dalla possibilità finalmente di rimediare al fatto che fino allora lui era stato carente su questo piano, era stato poco carrellato. Il film risultò brutto per altre ragioni, non c’entra niente un carrello in più o un carrello in meno.
Totò era una carta così grossa che riempiva 1o schermo da solo, non aveva bisogno di particolari mezzi tecnici, di sofisticate ricerche registiche, che potevano risultare ingombranti, frenare il suo rapporto con il pubblico. In fondo, ha fatto i film che doveva fare.
Il pubblico di giovani che a distanza di anni 10 ha riscoperto 1o ha trovato giusto così com’era, non ha sentito la mancanza degli orpelli della grande messinscena, dei grandi contorni, dei grandi mezzi tecnici che qualche volta sono solo di intralcio, non arricchiscono la forza comica di un attore. Sarà da dire piuttosto che non sempre gli autori che lo dovevano aiutare ad esprimere le sue grandi possibilità hanno saputo fornirgli invenzioni, caratteri, personaggi.
Totò si buttava su tutto con una sensibilità, con un fiuto attento, vigile, inspiegabile: forse è in questo che qualche volta abbiamo mancato, non nel carrello in più o nel carrello in meno, nello stacco in più o nello stacco in meno.