Con Totò, Carla Calò, Gianna Maria Canale, Carlo Ninchi, Franca Marzi, Elena Altieri, Luigi Pavese, Mario Castellani, Enzo Garinei, Armando Migliari, Gianni Rizzo
Divertente parodia di Pépé le Moko con un Totò scatenato. Alla morte di Pépé le Moko, si scopre che il bandito aveva un cugino napoletano, Antonio Lumaconi, che viene chiamato a prendere il suo posto nella casbah di Algeri. Seguono equivoci ecc. ecc.
Alcune battute sono rimaste celeberrime (Questa è una casbah di tolleranza!, e l’orologio “patè di Filippo”). Notevole come sempre l’apporto dei vari Pavese e Castellani, quest’ultimo nel ruolo di Za-la-mortadel
Nella mia classifica dei film di Totò occupa sicuramente il primo posto. La gag con la quale comunica nei vicoli della casbah cantando come un muezzin è indimenticabile.
Io qui - io qui non ci volevo venire.
Non lo vedo da tempo immemore ma anch’io ho impressa proprio la sequenza del canto.
Non lo metto in cima ai Totò, preferisco le pellicole degli anni '50 (Guardie e ladri su tutti), ma è un film molto divertente.
Avevo la vhs Azzurra, in digitale com’è la situazione?
L’idea originale che avevo avuto per fare Totò le Mokò era una trasposizione di Pepè le Mokò nell’ambiente napoletano, pensavo a una finta kasbah nàpoletana che avrebbe dovuto sfruttare subito dopo la guerra questi stranieri che venivano a visitare l’ambiente napoletano, molto suggestivo da un punto di vista di paesaggio e però risaputamente famoso per queste bricconcellate, per queste ladrerie, questo ambiente un po’ di malavita che effettivamente esiste in tutte le città, ma che a Napoli ha una certa genialità. Sarebbe stata una trovata. Allora ero molto legato ad Eduardo De Filippo, con il quale ho fatto tre film e avevo pregato De Filippo di scrivere lui un primo canovaccio, non una sceneggiatura; ma un po’ perché non aveva tempo, un po’ perché i tempi miei sono stati sempre molto veloci, non si fece a tempo. Allora, abbandonando l’ambiente napoletano che avrebbe richiesto degli sceneggiatori napoletani - mi fidavo molto della grande fantasia, della genialità di De Filippo - abbandonammo questo progetto e con Marchesi, Metz, Age, Scarpelli, Continenza in cinque o sei giorni quasi una settimana, facemmo tutta la sceneggiatura. E’ stato girato in ventidue giorni, tutto fabbricato, niente dal vero, negli stabilimenti della Titanus; l’ha costruito tutto Boccianti