Venerdì, 13/04 - 14:00, La7
Durata: 107’
Regia: Camillo Mastrocinque
Attori: Mario Castellani, Ernesto Calindri, Lia Zoppelli, Nino Taranto, Totò
Anno: 1961
Venerdì, 13/04 - 14:00, La7
Durata: 107’
Regia: Camillo Mastrocinque
Attori: Mario Castellani, Ernesto Calindri, Lia Zoppelli, Nino Taranto, Totò
Anno: 1961
Abbastanza divertente, soprattutto quando Totò si veste da donna (!) per sedurre il grandissimo Luigi Pavese, anche qui padrone di casa come ne La cambiale. Poi ci sono Calindri, Renzo Palmer… carino.
Direi spaccato a metà, i numeri con Totò, Taranto, Pavese, De Vico e via dicendo sono tutti molto divertenti, la parte con protagonisti i figli di Totò e Calindri, Lionello eccetera sono evitabili.
Particina per John Kitzmiller nel ruolo dell’ambasciatore del Katonga, l’anno dopo avrebbe partecipato ad Agente 007: Licenza di Uccidere.
Su una sceneggiatura di Castellano e Pipolo il miglior film della coppia Totò-Nino Taranto.
Scene cult fontana di trevi,Totò donna e Taranto marito siculo geloso,i due ambasciatori di colore con parlata napoletana,Totò Fidel Castro,scena a 3 tra Totò,Taranto e Pietro De Vico
Ultimo film di Totò diretto dal fidato Camillo Mastrocinque, Tototruffa ‘62 somiglia a un irresistibile collage di sketch, appena collegati da un’esile quanto insulsa storiella sentimentale che riprende il solito tema degli innamorati figli di padri in lotta. Prima occasione per Taranto di far da spalla al Principe, ma l’affiatamento tra i due è già perfetto.
Musiche di Gianni Ferrio
In origine il film doveva intitolarsi Tototruffa 61, ma il titolo fu cambiato in Tototruffa 62 per non abbinare la fatidica cifra “61” (legata al centenario dell’unità d’Italia e alle sue celebrazioni) alle truffaldine avventure di Totò e Taranto.
Dichiarazione di Castellano & Pipolo sul film
Alla sceneggiatura di Totò Truffa '62 abbiamo lavorato moltissimo perchè era fatta di tanti piccoli episodi, un film a gag pure, poco dialogo e molte gag: è una delle sceneggiature che Totò ha modificato di meno.
Sono stati tre anni della nostra vita che abbiamo vissuto lavorando per lui.
Eravamo giovanissimi, un pò timidi, lo chiamavamo principe, ma non ci sembrava una forma di snobismo, ci veniva naturale.
Eravamo appena entrati nel cinema, lo consideravamo il comico più importante, il nostro Buster Keaton, sganciato completamente dalla realtà come il grande comico americano.