Tranquille donne di campagna - Claudio De Molinis, 1980

http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=16240

Regia: Claudio De Molinis
Interpreti:
Christian Borromeo (Alberto), Silvia Dionisio (Gloria), Daniele Gohl, Serena Grandi (Aida), Philippe Leroy (Guido),
Mario Maranzana (Il Dottore), Elisa Minardi (Elisa), Rossana Podestà (Anna)
Carmen Scarpitta (Floriana), Antonio Serrano, Silvano Tranquilli (Prefetto)

Fotografia: Emilio Loffredo
Musiche: Nico Fidenco
Montaggio: Alessandro Lucidi

Visto in un riversamento da vhs (francamente non so se derivi dalla vhs SSV, Avo o General video…), qualitativamente scarsino,
a me è piaciuto.
E’ ambientato nella campagna padana ai tempi del fascismo, dove Guido Maldini (Leroy) amministra una tenuta della cugina Floriana.
Nella casa vivono diverse donne, tra cui la cameriera Aida (la Grandi) e i figli. Alberto, da lui giudicato meno di nulla, tenta di fuggire, mentre le donne sono sottoposte ad umiliiazioni di diverso genere, comprese quelle sessuali. La scena più drammatica è quella in cui Gloria (la Dionisio), viene violentata di fronte all’inerme Alberto….
Il finale è un “coup-de- theatre”.
Sicuramente debitore a Samperi, e non certo originale (a parte il finale, che comunque è mutuato da altro genere…), è comunque godibile.

Vhs SSV:

Uscirà prossimamente per Cinekult

Preso il dvd Cinekult:

Audio ITA 2.0
Sottotitoli ITA
Video 1.78:1 16/9
Durata 1h30m38s
Extra Trailers Cinekult, Intervista a Philippe Leroy dal titolo “Philippe le professionel” (23min)

Il master sembra preso da una VHS, nelle scene buie lo si nota di più (come si vede dall’immagine sotto)

Si, pare anche a me, nelle scene buie con molto nero lo sfondo è tutto un balletto.

Film piacevole anche se un po’ lento, del resto ricalca lo scorrere della bucolica vita di campagna. Assai maliziosa l’operazione packaging della Cinekult, che mette in copertina la Grandi nonostante abbia un ruolo del tutto secondario, per di più ricorrendo ad una foto che nulla ha a che vedere col film (nel quale la Grandi è al quasi debutto ed è quindi più giovane e acerba). Pure dentro la confezione del dvd, un’altra (celebre) foto della Grandi la ritrae sostanzialmente nuda mentre offre le terga, altra immagine completamente decontestualizzata. Insomma, un’operazione per fans della Grandi. La versione del film però pare essere integrale almeno.

Bellissima la Dionisio, contraltare poetico e delicato delle altre donne di campagna, ben più ruspanti. Leroy dà una prova da Oscar, in America avrebbe certamente vinto qualcosa. Interessanti i momenti onirici di Christian Borromeo (il figlio di Leroy nel film), che spesso svelano assai di più dei dialoghi tra i personaggi. Impagabile pure l’intervista a Leroy negli exra del dvd, nella quale l’attore si lancia in improbabili celebrazioni della sua giovane vita on the road, fino quasi a commuoversi quando parla dello Yanez di Sandokan, del quale si riteneva praticamente una sorta di reincarnazione.

Tre momenti abbastanza crudi sono: 1) Borromeo che tenta di sfuggire alla prostituta pagata dal padre, e per farlo, spalle al muro, si infile due dita in gola e le vomita in faccia; 2) lo stupro della Dionisio; 3) naturalmente il finale con Leroy suicidato/impiccato

È un’intervista su tutta la sua carriera? O parla anche del film? Dice qualcosa almeno sul regista?

No,solo sulla carriera,il film in questione non lo nomina proprio

Si, sulla carriera, e in generale anche sulla sua vita, poiché parla della gioventù negli States, di quando è finito in carcere, di come venne arruolato per girare “Le Trou” (Il Buco, 1960), di una vita fino ai 30 anni piuttosto intensa e rocambolesca che ripercorre con evidente nostalgia.
Riguardo al cosiddetto cinema “B”, dice che spesso non era granché soddisfatto dai copioni o dalle storie, ma che ha sempre messo il 100% nelle sue interpretazioni, indipendentemente dalla seria “A” o “B” della produzione, ed infatti questo è evidente e vero anche per “Tranquille Donne di Campagna”, poiché il suo personaggio è reso in modo eccezionale. Si chiede se sarebbe stato meglio morire di fame anziché accettare simili compromessi, ovvero recitare in pellicole minori, ma pare una domanda retorica e un po’ paracula.

Thanks U

Thanks U

film che si fa apprezzare per i tanti lati positivi che avete già citato, l’ambientazione e gli attori soprattutto
purtroppo in alcuni momenti non si capisce bene dove voglia andare a parare, ma se fosse stato curato un po’ di più nella scrittura poteva venire fuori un ottimo lavoro

dvd CK scarsino come qualità video, pessime le scene scure, accettabili quelle normali
molto bella l’intervista a Leroy

Leroy stellare.