Un Gelido Inverno - Winter's Bone (Debra Granik, 2010)

In una zona montuosa del Missouri, fra le più sinistre profondità situate nel cuore degli Stati Uniti d’America, l’adolescente Ree tiene sulle proprie spalle l’intera gestione della famiglia. Da quando la madre si è ammalata e il padre è stato arrestato per produzione e spaccio di metanfetamine, Ree è l’unica che possa occuparsi dei due fratelli più piccoli, accudendoli e, letteralmente, procacciandogli il cibo. Un giorno, lo sceriffo della zona bussa alla porta per annunciarle che il padre è uscito di prigione garantendo la loro proprietà come cauzione e che se non risponderà al mandato di comparizione, la casa verrà confiscata dalla polizia. Ree si mette così sulle tracce del padre all’interno di un universo di reietti, di disperazione e di loschi trafficanti che cercano di non far emergere la verità.

4 nomination all’Oscar,gran premio della giuria al Sundance nonchè vincitore di vari premi in svariati festival,questo Un Gelido Inverno è sicuramente una pellicola molto valida ed affascinante.Sfruttando il pretesto di una storia thriller molto cupa,il film ci regala un vero e proprio spaccato sui “reietti d’America”.Gente che vive in un ambiente tutt’altro che ospitale,carcasse di automobili ovunque,case disastrate.Gente che vive di violenza,omertà e soprattutto di illegalità.Ossia,l’altra faccia della medaglia del sogno americano.
Ottima prova un po’ di tutto il cast,su tutti la protagonista Jennifer Lawrence e John Hawkes.Molto funzionale al racconto anche la fotografia.
Blu ray Cecchi Gori buono sul profilo audio/video ma purtroppo completamente privo di extra.

Bello bello, visto qualche giorno fa e con queste (belle) temperature è stata una scelta più che azzeccata. Soggetto ‘tranquillo’ nel senso che non c’è una storia vera e propria con un finale, un perchè o un percome. Un semplice ma gelido (appunto) spaccato dell’America che ha perso il suo sogno. C’è in effetti una tensione pesante quando ci si trova davanti a certe brutte se non bruttissime facce, ci sono delle donne che hanno fatto il tuffo nel methadone tanto sono brutte. Bellissima fotografia metallica e fredda, un ritratto di una povertà morale ed altro, ancora più spietato di A Single Shot, per certi versi simile ma meno amaro.

Visto un 3 anni fa in dvd. Bello, amaro, spietato. Alla povera Lawrence gliene capitano di tutti i colori, un personaggio di rara sfiga. Candidatura all’Oscar ampiamente meritata. Chi avesse dubbi, coi vari “Hunger games”, sulle doti artistiche dell’attrice americana, ha qui modo di ricredersi. Dimostra bravura, impegno e maturità che molte attrici assai più “stagionate” nemmeno si sognano. E qui aveva si’ e no 19 (!!!) anni. .

bellissimo
un film di una crudezza devastante che mostra, mai sopra le righe, un campionario di degrado e aridità umana che mettono a dura prova lo spettatore
la deprimente ambientazione socio-geografica è resa alla perfezione anche grazie alla regia secca e ad una splendida, cupa fotografia
da non perdere assolutamente!

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Visto al cinema nel 2011, in sala eravamo in 3.
Andai spinto dalla stima per Daniel Woodrell, autore del romanzo omonimo dal quale il film è tratto. Tutto altamente azzeccato.
La Granì dietro la mdp non è mai invasiva e non cerca il personalismo a tutti i costi rimanendo ben salda al soggetto originale.
La Lawrence fornisce una prova esaltante, coadiuvata da un John Hawkes in stato di grazie in un ruolo, quello di Teardrop, ritagliato su misura per lui.

Agli amanti del film non posso che caldeggiare la lettura di “io e Glenda” (anche tradotto come “Il bel cavaliere se n’è andato” del medesimo autore) romanzo dalle tinte simili e la visione di un film più recente che ha molto in comune con questo, sia a livello sociologico che scenografico: Wind River di Taylor Sheridan.

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Grazie a Raiplay ho potuto finalmente vedere questo film di cui avevo sentito un gran bene. Nei commenti precedenti sono già stati toccati i punti di forza per cui aggiungo solo che la potenza del film è tale da aver incontrato il mio gusto anche se abbastanza distante da queste storie.
Non sono antiamericano ma non sono affatto appassionato alla loro cultura e costume. Solitamente i film con un’ ambientazione così fortemente connotata mi lasciano freddo. In questo caso invece mi sono appassionato al di là dei pick-ups e del banjo.
Un applauso in particolare a chi ha fatto il casting.

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