Un uomo ritorna (Max Neufeld 1946)

Con Gino Cervi, Anna Magnani, Luisa Poselli, Felice Romano, Aldo Silvani

http://www.archiviodelcinemaitaliano.it/index.php/scheda.html?codice=DC5459

Gino Cervi protagonista di questo dramma ambientato a fine guerra. Cervi è un reduce che torna al paesello laziale dopo 5 anni tra guerra e prigionia: troverà tutto cambiato in peggio, sia in famiglia che nella società intorno a lui.

La Magnani è la solita mater dolorosa a cui muore un figlio per colpa dei repubblichini: ovvie chiassate alla sua maniera.

Il film mi è piaciuto, ci sono anche esterni notevoli di zone bombardate, girate chissà dove. Purtroppo il film sopravvive in un’edizione (uscita in dvd per la Ripley) ibrida: audio italiano e francese che si alternano di continuo, qualità video altalenante. Insomma bisogna accontentarsi, e dato che ho trovato il dvd a due euri, io mi accontento :smiley:

Max Neufeld era un regista ebreo, rifugiato/approdato in Italia negli anni 30 del 900, che girò da noi una serie di film tra gli anni 30 e 50.

Un regista e attore ormai dimenticato. Suo un grande classico del cinema italiano degli anni Trenta “Mille lire al mese”. Sicuramente Max Neufeld, forse di origini ebraiche, non era di religione ebraica questo perchè rimase in Italia negli anni delle persecuzioni razziali e successivamente nel periodo della Repubblica Sociale. Negli anni quaranta fu anche produttore e promotore del cinema italiano in Spagna. Della sua carriera di attore agli inizi rimane poco o nulla era comunque un attore abbastanza famoso del cinema muto austriaco e tedesco. Uno degli attori del cinema da Operetta genere ormai scomparso.Nello stesso tempo incominciò la sua carriera di produttore e regista che solo in Italia ebbe rilevanza. Nel 1936 cambiò il suo nome in Massimiliano per aderire all’italianizzazione dei nomi stranieri. In dvd si trova Il tiranno di Padova uno degli ultimi suoi film realizzato a Venezia negli stabilimenti della cosidetta Cinecittà della Repubblica Sociale. Realizzato nel gennaio-marzo 1945 e presentato solo nel 1946. Successivamente diresse oltre a “Un uomo ritorna” due altri film. L’ultimo Abracadabra che si puo vedere su YT (inguardabile come qualità) con Mario Riva fu rovinoso dal punto di vista della critica ma anche dal lato finanziario sancendo la fine della sua carriera.

“Poi c’erano commedie come Mille lire al mese di Max Neufeld, ebreo rifugiato in Italia e messo a dirigere film per l’Asse!” (Mario Monicelli in Maurizio Cabona, Addio a Monicelli, genio “epicureo” e anti-ideologico, “Secolo d’Italia”, 1.12.2010).

Che Monicelli lo abbia detto è fuor di dubbio: ma sarà stato poi vero?

Monicelli lo conosceva di persona, senz’altro. Però un ebreo a quel tempo avrebbe fatto fatica a lavorare come comparsa a Cinecittà, figuriamoci a fare il regista di film di prima grandezza produttiva. Boh.

Forse si sarà convertito dopo il 1945 :awe:

Lupus (non Albertus) in fabula: proprio poco fa, nella trasmissione radiofonica “Hollywood Party”, si parlava dei non pochi cineasti di origine ebraica (apolidi ma anche italiani) che lavoravano a Cinecittà durante il ventennio fascista.
Emblematico a questo proposito, e citato in trasmissione, il caso dello sceneggiatore (e commediografo) Aldo De Benedetti, che nonostante fosse ebreo, continuò a scrivere, sia pure anonimamente, copioni per Cinecittà anche dopo la promulgazione delle infami leggi razziali del 1938.


E questo perché il cinema in Italia, sia prima che dopo la guerra, è sempre stato un ambiente inclusivo. Non a caso, nel dopoguerra troviamo tra gli sceneggiatori dei film prodotti dall’iperfascista Luigi Freddi (colui che edificò Cinecittà e diresse la cinematografia del ventennio in nome e per conto di Mussolini) personaggi come il forse apolitico o democristiano Vittorio Veltroni e il socialista Mario Monicelli.

Penso ci sia su Max Neufeld un errore di fondo sulla sua ebraicità che dir si voglia. Esiste un altro Max Neufeld abbastanza famoso che era anche un musicista questo è sicuramente di religione ebraica. Probabilmente questo errore è continuato con gli anni. Mi sembra incredibile che un ebreo possa aver lavorato apertamente dal 1938 in poi e soprattutto nei tempi della R.S.I. in cui tedeschi controllavano tutto e tutti.

Delle due l’una: o tutte le fonti sono inficiate da questo presunto scambio di persona o Max Neufeld era proprio di origine ebraica, come peraltro si legge anche nella “Treccani”:

http://www.treccani.it/enciclopedia/max-neufeld_(Enciclopedia-del-Cinema)/

Nella succitata puntata di “Hollywood Party” si parlava soprattutto di questi cineasti:

http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,36/articleid,0698_01_1995_0072_0074_10317875/

“Max Neufeld dovette abbandonare la Germania nel 1933, all’avvento del nazismo, per questioni razziali (Neufeld è di origine ebraica)”. (Roberto Chiti e Claudio Bertieri in Filmlexicon degli autori e delle opere, vol.IV).

Prima dei nazi-maoisti, evidentemente ci sono stati i giudeo-nazi. La vita, e la Storia, sono più strane della merda…