Un'ottima annata - A good year (Ridley Scott, 2006)

Cavolo, nel viaggio di ritorno dal cinema a casa mia avevo la soddisfazione di essermi goduto un bel film ma anche la difficoltà nel valutarlo obiettivamente. Quasi come se mi stessi sentendo in colpa del fatto che mi fosse piaciuto. La trama è banale, quasi inesistente, è più un pretesto per arrivare al dunque. Il “dunque” è… boh? il “godersi la vita” forse. Certo, facile godersela in una megavillona di campagna nel sud della francia, quando si è miliardari e si eredita il tutto. Quando si conosce una bellissima donna e la si conquista in breve tempo e non ci si preoccupa di nient’altro o quasi…
La fiera delle banalità e della scontatezza forse, ma sono certo che Ridley Scott ha voluto proprio prendere tutto questo proprio perchè così e plasmarlo al suo gusto e con molto appagamento, lo stesso appagamento del protagonista del film.
Il film ha ritmo ma è rilassato, è anche divertente e ti avvolge.
E’ difficile che qualcuno si possa identificare nel personaggio principale, una situazione del genere al massimo fa provare quasi invidia, poi non parliamo di chi non sfanga Russel Crowe, che qui fa davvero il personaggio “sbùrone”, ovvero ricco, figo, donnaiolo… tutto è uno stereotipo, anche il podere in provenza, ma la magia è che con il suo lavoro il regista ti tira fuori un film che ti fa provare le stesse sensazioni in cui ti capita di bere un buon vino in un bel posto, in una bella situazione. (banalità per banalità…)

Sul Corriere avevo letto di questo ritorno di Ridley Scott alla fotografia da spot pubblicitario anni 70, una fotografia che se ne fregava della veridicità per compiacere invece la scena. Nell’aricolo dicevano che era esagerata e pisciava fuori dal vaso, secondo me non è così anzi è funzionale a tutto il film.

Concludo dicendo che sicuramente a molti non piacerà affatto, a me, per come sono fatto, è piaciuto (io misuro il grado di appagamento che ho all’uscita dalla sala). Non è un filmone o il “film dell’anno”, sicuramente. Anche perchè te lo godi mentre lo vedi e magari ne hai un buon ricordo dopo, però non rimane nient’altro. Notevoli la ragazza francese e la ragazza americana.

Johnny, a leggere la descrizione che fai del del film, in particolare:

La trama è banale, quasi inesistente, è più un pretesto per arrivare al dunque. Il “dunque” è… boh? il “godersi la vita” forse…
La fiera delle banalità e della scontatezza forse, ma sono certo che Ridley Scott ha voluto proprio prendere tutto questo proprio perchè così e plasmarlo al suo gusto e con molto appagamento, lo stesso appagamento del protagonista del film…
E’ difficile che qualcuno si possa identificare nel personaggio principale… poi non parliamo di chi non sfanga Russel Crowe, che qui fa davvero il personaggio “sbùrone”, ovvero ricco, figo, donnaiolo… tutto è uno stereotipo, anche il podere in provenza…

Mi dico: “Ho fatto bene a stare a casa a guardarmi un Fulci a caso”. Però il fatto che ti sia piaciuto così tanto a questo punto mi incuriosisce.

E c’è anche la sempiterna Giannina Facio, ormai in ogni film di Scott. E io che me la ricordo soprattutto per “Emilio”, con Zuzzurro e Gaspare.

http://www.molesti.com/blog/2005/ridey-scott-e-i-cameo-di-giannina-facio/

Io neanche ricordo che faccia abbia, 'sta Facio. Comunque, trattandosi della moglie del regista mi sa che dovremo sorbircela fino ad un eventuale divorzio, il pensionamento di Scott o la dipartita di uno dei due (e se qualcuno avrà il coraggio di aprire un topic per rammaricarsi della morte di Giovannina gli offrirò da bere).

non grido al miracolo per questo film, ma affermo soltanto che ho passato 2 ore piacevoli al cinema ed il film è stato al di sopra delle mie aspettative. Ad esempio non credevo che fosse una commedia mentre pensavo che ci sarebbero stati episodi tra il mieloso e lo smaghevole.

i punti negativi che ho segnalato e che tu hai quotato (trama, cose scontate, ecc…) sono anche il punto di forza del film che così calamita l’attenzione dello spettatore su piccoli episodi, sul dolce far niente, sulla bella vita tranquilla di campagna…

è un film che è molto soggettivo e può fare anche altamente cagare, non è “bello a prescindere”. In mano ad un regista più scarso probabilmente sarebbe stato pessimo.

“Mamma quanto ho bagnato il pavimento!” pensavo…mentre passavo lo straccio per asciugare il liquidame fuoriuscitomi durante la visione del trailer…

A prima impressione un lunghissimo e lussuosissimo video promozionale di un’improbabile casa vinicola transalpina extra-lusso.

Questo mi sembrava…

Autocompiaciuto, autoindulgente, autoreggente e pure di grande effetto smerigliante sulle nostre amatissime rotondità.

E poi un gran schiaffone in faccia alla nostra condizione (e la vostra certo non sarà mica molto diversa dalla mia, certo mooolto differente da quella del paffutissimo protagonista dagli occhi di bue).
Perchè c’è modo e modo di mostrare le “diverse condizioni”.
E qui han scelto certo uno fra i modi più antipatici possibili.

Eh vabbé…lui ci ha tutto e noi ci abbiamo quasi nulla…è Natale e questi sì che son pensieri che ci allietano lo spirito e ci aiutano ad addobbare l’albero.

Chiaro che il trailer dev’esser stato mal concepito e chiaro che il film debba riservare altro…

…o no eh?

Quello che hai scritto è verissimo. Soprattutto il fatto che il film parla di un tipo di gente in cui noi uomini comuni non potremo rispecchiarci mai.
Anche il fatto che tutto sembra uno spottone per il vino francese è vero.anche se il vino di quella tenuta, nel film, fa schifo

Ma è proprio da queste aspettative “negative” che sono partito e invece sono stato preso in contropiede. Alla fine il film è ciò che ci si aspetta ma più divertente, più coinvolgente e più bello. Non vorrei esagerare però con le lodi perchè ripeto, non è un capolavoro, è solo un film piacevole e ben fatto.

Visto ieri sera: erano anni che non entravo in sala con così tanti pregiudizi. Il film parte male, malissimo, con la prima parte incentrata sulla figura del brocker, non solo banalizzata, ma anche bruttina dal punto di vista della resa su schermo. Prosegue peggio con il viaggio e l arrivo in francia, condite da gag degne del peggior vanzina. Poi lentamente ci si rilassa, ci si affeziona al maldestro corwe, ci si innamora di Marrion e si entra nella logica della pellicola che crea rilassatezza e pace dei sensi. Questo processo permette di passare sopra il buonismo e la banalità di una sceneggiatura che potrebbero da sole rendere il film tra i peggiori dell’anno. Ma sulla poltroncina ormai ci si è accomodati per trascorre queste due ore sorridendo ed ammiccando perfino al finale più telefonato della storia del cinema.
Salvato in extremis. Ma salvo abbondantemente.

Ho visto qualche minuto in tv, un paio di sere fa. Un giudizio vero sul film in sé, non posso darlo. Certo, non mi ha colpito, nemmeno dal punto di vista visivo. E se un film di Ridley Scott non ti convince già a livello estetico, son piselli da evacuare. Ciò detto, mi sono cadute le palle (no ai giri di parole…) vedendo com’era Russell Crowe, e paragonandolo a com’è adesso. Ovvero : nel 2006, un quarantenne di bell’aspetto, del tutto credibile in scene di baci e abbracci con donne belle o bellissime (nello specifico, Marion Cotillard, mica un cesso…). Nel 2022, l’ho ritrovato nell’ultimo Thor by Disney /Marvel. Grasso, sfatto, con barbona bianca e grigia, forse anche puzzolente (fosse solo per il fatto che ancora fuma come un turco, nella vita reale intendo…). E ha 10 anni più di me, non 30!! Se poi si pensa che è più giovane di Tom Cruise e Brad Pitt, ma sembra il loro babbo, allora non c’è dubbio : Russell Crowe è un uomo che si vuol male. Tanto… :skull_and_crossbones::face_vomiting::roll_eyes: