Uomini, bestie e dei (Ferdinand Ossendowsky, 1922)

Chi ha letto questo libro?

Io me lo son riletto per l’ennesima volta: sarà che quelle parti del mondo le ho girate e ci ho vissuto anche per lunghi tempi e mi affascinano tantissimo, si respira ancora una presente e tangibile aria di sacralità e misteri che forse a noi occidentali fanno sorridere (io stavo con una sciamana in Mongolia e ho avuto occasione di osservarne più volte le sue facoltà senza riuscire a darmi una risposta logica)…
tornando al libro: avventura, azione, scenari inediti, lotte spietate tra uomini di varie razze, culture ed ideologie, tradimenti, barbarie, uccisioni, fedeltà, lotta per la sopravvivenza, uomini trasformati in guerrieri, Buddha viventi ubriaconi e bari, misteriosi vendicatori, combattenti con sogni di gloria e di conquista, pazzi accecati da sogni di dominio imperiale, misteriose visioni e profezie, la natura crudele che sembra vivere e condannare chi si dimentica di offrirle tributi religiosi su inaccessibili passi o fiumi gelati, la crudeltà degli uomini costretti ad uccidere per sopravvivere e vivere per porsi alla testa di eserciti panasiatici sentendosi come dei nuovi Gengis Khan, esseri umani costretti a vivere nel gelo eterno dell’inverno siberiano strangolando, uccidendo, rubando ma anche collaborando con altri sbandati o profughi per sfuggire agli orrori di un periodo turbolento e confuso che stava vivendo l’Asia centrale nel primo quarto di secolo, la crudeltà diventata strumento quotidiano, i fieri cavalieri mongoli e l’incredibile accozzaglia di popolazioni che si uniscono o si scontrano tra di loro per opportunismo, gloria, sogni di libertà, vendetta, meschinità o solidarietà, i piani impossibili di attraversare le zone più impervie del mondo conosciuto per ragiungere una salvezza sempre più lontana…

E’ un libro bellissimo, densissimo di avvenimenti storici poco conosciuti in occidente, in una zona dell’Asia a tutt’oggi ancora molto misteriosa e ammantata di sacralità oscura, con personaggi (reali) che inseguivano sogni di gloria o di pazzia immensamente più grandi di loro, il mistero del Re del Mondo e un’area di continuo misticismo che ancora oggi è parte integrante della vita politica e sociale di molte di quelle popolazioni…

Spesso ci si ferma solo sulla parte finale del libro e sulla figura del Barone Ungern (vedi anche “Corto Maltese in Siberia” o numerosi libri ad egli dedicati) ma tutto il romanzo, fin dal suo esatto inizio è una lunghissima ed appassionante descrizione di come l’uomo in certe condizioni è costretto a trasformarsi in bestia o guerriero, tra altre bestie e guerrieri, in zone dove gli Dei tutto osservano e tutto sembrano muovere o dai quali tutti dipendono e credono

Il Trono di Spade o Roma gli fanno una sega a questo libro: se fossi stato nel mondo del cinema, avrei portato il libro a qualche produttore e detto: questa è la sceneggiatura, fatene una meravigliosa serie tv

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Che dire? Con una recensione così viene una voglia matta di leggerlo! :smiley:

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Bel consiglio! Neanche a farlo apposta, ho da poco iniziato a leggere il racconto di W. E. Emerson “the smoky god” perché mi stavo giusto incuriosendo riguardo ad Agarthi .

Comunque ammetto di essere arrivato a ciò grazie alle letture di Martin Mystère :smiley:

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Beh sull’argomento di Agarthi c’è il libro di Saint-Yves d’Alveidre “Il regno di Agarttha” (un pò datato), poi “Il re del mondo” di Réné Guenon (anch’esso datatuccio) o nei due libri di Julius Evola “Rivolta contro il mondo moderno” e “Il mistero del Graal” però un pò pesantucci da leggere

A 'sto punto segnalo anche che sulla figura del Barone Ungern Von Sternberg che occupa il terzo capitolo del libro (“Nel cuore convulso dell’Asia”) c’è una ampia letteratura ma quasi completamente inedita in Italia. Qui da noi, ovviamente, si trova nel romanzo a fumetti di Hugo Pratt “Corto Maltese in Siberia”, ne viene marginalmente citato in “Un indovino mi disse” di Tiziano Terzani e ci sono 4 o 5 libriccini: “Il Barone Ungern - Vita del Khan delle steppe”, “Il signore terribile”, “Ungern Khan il dio della guerra”, “Il barone sanguinario” … con approcci anche politico-idoeologici spesso antitetici ma che son comunque interessanti, perchè anch’egli presenta fortissimi legami con il misticismo tibetano, la figura del Re del Mondo di Agarthi e l’ideologia mistica di dominio e risveglio panasiatico che fu di Gengis Khan e comunque anche attraverso lo studio della sua figura si può scoprire molta della cultura religiosa, sociale e politica dell’Asia Centrale e delle tribù mongolo-tibetane indissolubilmente legate alla figura del Re del Mondo e di Agarthi

Peccato che su tutti questi argomenti, figure e personaggi la letteratura più interessante sia quasi tutta inedita da noi: in Mongolia si trovano libri interessantissimi sull’argomento, (incluse anche le storie un pò romanzate degli ultimi, tragici Buddha viventi della Mongolia di inizio secolo e sul sistema teocratico-lamaista-mistico di tutte le popolazioni di origine mongolo/tibetana o turcomanna che hanno nella figura del Re del Mondo di Agarthi un punto centrale delle loro culture) ma solo per chi sa leggere il mongolo o il russo (io no :smiley: ma c’erano versioni decisamente sintetizzate e tradotte in un inglese accettabile) e … boh, in Cina no perchè è proibito parlare di queste cose, in Russia poco perchè comunque tutto quello che è legato in qualche modo alla figura del Barone Ungern è ancora vista un pò con sospetto e per quanto riguarda eventuali letture di origine indiana sull’argomento Agarthi & Co. (che probabilmente esiste anche in inglese) non ne so assolutamente niente

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