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Rivisto in settimana grazie all’ausilio dell’incredibilmente ottimo bd Cecchi Gori: quando alla CG fanno un bel lavoro è giusto sottolinearlo. Infatti, oltre ad un quadro e una definizione molto buoni, il bd è ricco di extra, tra cui un interessante commento di Verdone al film (+50 min) realizzato credo, essendo in HD, appositamente per questa edizione bd. Peccato solo che in un paio di passaggi del commento (realizzato con le immagini della pellicola che scorrono a tutto schermo e Verdone che commenta visibile in un riquadro in basso a sinistra) la sua memoria faccia cilecca: così i Morphine diventano un gruppo canadese (mentre invece sono di Cambridge, MA, Usa) e il luogo della scomparsa del cantante Mark Sandman, invece che il parco pubblico di Palestrina dove è effettivamente venuto a mancare durante un concerto, diventi il Palaghiaccio di Marino. Tolte queste inesattezze il commento risulta interessante e ricco di aneddoti.
Gli altri due extra presenti (non in HD ma cmq di buona fattura e definizione) sono un’intervista doppia a Verdone e alla Gerini (circa 18 min) realizzata probabilmente per l’uscita in dvd (quindi a distanza di qualche anno dall’uscita del film) e un vero e proprio backstage d’epoca risalente al 1995, realizzato come un mini film (durata sui 25 min) in cui Verdone recupera anche il personaggio della vecchia maga/astrologa
Passando al film, forse non ci crederete ma è la prima volta che riesco a vederlo per intero. In precedenza lo avevo sempre visto solo a pezzi durante i vari passaggi televisivi, avendo deciso di non andarlo a vedere all’epoca dell’uscita in quanto mi sembrava una forzatura il recupero di certi suoi personaggi “storici” in versione “aggiornata” agli anni 90. La visione conferma in parte la fondatezza dei presupposti su cui si basava la mia ritrosia: il film, escludendo alcune situazioni e scene davvero azzeccate e il celebre “famolo strano”, a differenza dei film ad episodi degli esordi risulta praticamente privo di battute fulminanti da mandare a memoria: più che le battute sono infatti le situazioni assurde (il sesso a 220 all’ora; Verdone che accarezza la faccia della Gerini con il piede - scena peraltro improvvisata - sul bordo della piscina; il cellulare di Raniero che squilla nei momenti e nei luoghi più assurdi) a indurre le risate dello spettatore. E lo sguardo benevolo e malinconico di Verdone nei confronti dei personaggi dei film originari, anche a causa dell’imbarbarimento progressivo degli italiani negli ultimi 20 anni, qui diventa totalmente cinico e spietato, riuscendo peraltro ad evidenziare con un certo anticipo alcuni beceri vizi recenti degli italiani, come ad esempio il continuo squillare di cellulari al pranzo di nozze di Jessica e Ivano, nel 1995 solo ipotizzabile non essendo ancora il cellulare un oggetto diffuso a livello di massa. Verdone del resto, riguardando il film ora, dice che i due “coatti” se avessero addosso qualche tatuaggio in più potrebbero adattarsi benissimo anche a questo secondo decennio degli anni 2000, dato che oggi la realtà ha superato del tutto la fantasia.
Gli altri due personaggi, ossia Giovannino (l’aggiornamento dell’ingenuo Leo/Mimmo) e Raniero (il maniaco Furio versione 2.0), sono sicuramente meno riusciti, ma del resto, come afferma anche Verdone nel commento, sarebbe stato impossibile riproporli con la medesima chiave di lettura. Raniero/“Furio” qui perde tutta la sua ingenuità diventando, oltre che insopportabile e pedante come (se non di più) il predecessore, anche cinico, spietato e mortifero (in ogni senso): sotto certi aspetti una sorta di Monsieur Verdoux di chapliniana memoria. Anche Giovannino perde l’ingenuità che avevano “Leo e Mimmo” e diventa più una vittima delle circostanze esterne.
Cast variegato ma senza più i riconoscibili volti dei caratteristi di una volta, a parte forse Luis Molteni. Buono tutto il cast femminile, soprattutto per la bravura dell’allora giovanissima Claudia Gerini, che verrà lanciata proprio da questo film. La madre di Verdone/Giovannino è interpretata dalla sorella di Federico Fellini, Maddalena. Particine anche per Adriana Volpe e Manuela Arcuri e un (esordiente?) Paolo Conticini.
In conclusione si tratta di un film pienamente riuscito? Se preso come una commedia pura, venata da un pizzico di malinconia come i film degli esordi, sicuramente no… o quanto meno non del tutto. Se invece lo valutiamo come un film fortemente grottesco e pessimista (e per larghi tratti anche funereo), più assimilabile ad una pellicola come Compagni di Scuola, sicuramente sì.
Ultima considerazione: da appassionato di musica ovviamente le scelte musicali di Verdone le ho sempre condivise, anche perché rispecchiano i suoi gusti. Stavolta però, pur amando la musica dei Morphine, ho trovato il loro impiego nel film un po’ forzato. Mi spiego meglio. A me risulta davvero difficile associare a personaggi “coatti” come Jessica e Ivano, che a detta dello stesso Verdone non hanno praticamente argomenti di cui parlare tranne il sesso, la trasgressione del “farlo strano”, la moda e la discoteca, l’ascolto della musica dei Morphine. Il trio era infatti un gruppo decisamente troppo “underground” e “alternative” (probabilmente anche a causa dell’improvvisa e prematura scomparsa di Mark Sandman) per i gusti di un pubblico becero e limitato come la coppia “principe” del film. Forse una scelta più svincolata dai gusti del Verdone appassionato di musica avrebbe giovato di più, non credete? Stesso discorso peraltro applicabile alla discussione in auto tra Jessica e Ivano e la coppia di amici riguardo il fatto che ormai si è sperimentato tutto: discorso per certi versi troppo “filosofico” e sui “massimi sistemi” per essere affrontato da individui del genere all’uscita da una discoteca.