Ma ripigliatevi…
Aspettate prima di giudicare e sparare puttanate tanto per dar fiato alla bocca e dimostrare che se l’intelligenza fosse denaro, manco i soldi per le paje avreste…
Bella per Tuchulcha 
In linea di principio sarei anch’io cauto, qui però si parla di intercettazioni ambientali, telefoniche e quant’altro. Mi sembra improbabile che questa suora si sia inventata tutto. Sono dell’avviso che non sia cosa normale vedere un frate all’eroticatour, onestamente.
Comunque staremo a vedere…
Dal Corriere di oggi:
"Ma lui si difende: «Erano dialoghi scherzosi»
«Dormi nuda?» Le telefonate di padre Fedele
Allusioni, volgarità, corteggiamenti nelle carte sul frate di Cosenza accusato di aver stuprato una suora

Padre Fedele Bisceglia (Cufari)
COSENZA - La prima volta, «mi fece entrare nella sua stanza con la forza. Erano poche ore prima che padre Fedele partisse per l’Africa». La seconda, «il giorno successivo al suo rientro». La terza, «ricordo che era il giorno prima del suo onomastico». La quarta «era il compleanno di mia madre». Per un paio di volte i violentatori «pagarono dei soldi», 160 mila e 100 mila euro.
È come se lei, la suora che ha fatto arrestare il frate francescano, si ostinasse a ricordare solo i contorni della sua angoscia. Come se i dettagli di quei giorni avessero preso il sopravvento per scacciare via le cose importanti, le violenze subite. Dalle 75 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare contro padre Fedele Bisceglia quasi la vedi, la suora. Minuta e spaventata. E la vedi mentre racconta la sua tragedia ai magistrati.
Il giorno della seconda violenza «nella stanza erano in tre». La suora fu picchiata e sulla violenza fu girato un video, scattate foto. Del terzo episodio la donna ricorda: «Padre Fedele mi legò i polsi alla sponda di ferro del letto con dei lacci emostatici perché così non mi sarebbero rimasti i segni. Sono stata bendata. Non ho visto la persona che mi ha violentata». Poi l’ultima offesa: «È stato sul lettino ginecologico dello studio medico».
La suora si è confidata con la madre superiora quasi per caso. «Ho partecipato a degli esercizi spirituali e il padre che li conduceva ci ha proposto una riflessione su come liberarci delle nostre ferite. Ci ha detto di scriverle su dei foglietti e bruciarle in un braciere». La suora decide che quello è l’attimo da cogliere. Con i suoi fogliettini fra le mani scrive parole che fino a quel momento non aveva saputo dire. È la storia nera dei suoi giorni all’Oasi francescana di padre Fedele. Scrive di essere stata violentata dal missionario e da altri, di aver provato vergogna e paura, di essere stata minacciata. Poi brucia tutto. L’esercizio spirituale è perfetto. Mentre la sua «ferita» brucia lei si alza e va a parlare con la madre superiora. Racconterà poi al pm che «una delle volte c’era con uno sconosciuto. Mi fecero prendere una pastiglia e a quel punto io non potei più fare resistenza. Mi legarono al letto».
LE DONNE E LE PASSIONI - Stefano Dodaro, capo della squadra mobile di Cosenza, capisce dalle intercettazioni che, nella migliore delle ipotesi, padre Fedele non si comporta come ci si aspetterebbe da un francescano.
Il missionario dei diseredati, l’uomo che ha costruito la sua immagine a metà strada fra la dedizione per il prossimo e quella per il calcio, ha sempre avuto una passione inconfessata, le donne. Dagli atti risulta che abbia costretto almeno una decina di loro a soddisfare le sue manie sessuali. E pare che in tanti sapessero. Non soltanto della sua passione nuda e cruda ma del fatto che non tutte le sue avventure sessuali fossero consenzienti o, quantomeno, che fossero «estorte» in cambio di favori. Virginia (romena), Anna (bulgara), Cristina (russa) rivelano di aver dovuto cedere alle avances del francescano in cambio del permesso di soggiorno. Cosmina, anche lei rumena, racconta: «Siamo entrati in una stanza e padre Fedele ha subito chiuso a chiave la porta. Si è tolto il saio. Si è avvicinato a me, mi ha detto che avevo un bel seno e me lo ha toccato con entrambe le mani. Io mi sono ritratta e lui mi ha detto che mi avrebbe potuto aiutare a restare in Italia facendomi avere i documenti. Io gli ho risposto che non volevo assolutamente alcun rapporto sessuale ed a quel punto lui, alzò la voce rosso dalla rabbia, “sei una p…, non lo sai che tutte le donne dell’Oasi sono state con me, sei arrivata tu e fai la preziosa”».
LE MINACCE E LA MAFIA - Dopo aver firmato la denuncia, il 24 ottobre, la suora si rifugia a casa di amici, a Roma. Ha paura che padre Fedele la faccia cercare per chissà quale ritorsione. Del resto era stato proprio lui a dirle che «se parli sei finita. Guarda che io conosco giornalisti, magistrati, poliziotti, carabinieri, la tua parola contro la mia non varrebbe niente». E se questo non le fosse bastato che ricordasse anche un’altra cosa, «sono un amico del mafioso Carmelo De Pasquale». Così aveva pensato di tenerla in scacco. Inutilmente. E quattro giorni dopo la prima deposizione a verbale, sul cellulare di lei è comparso un messaggino chiaro: «Ritira la denuncia, siamo sempre più vicini». Anche altre delle donne che hanno avuto rapporti sessuali con il frate descrivono i suoi modi spicci per convincerle a non parlare: «Qui conto solo io», oppure «non dirai niente sennò ti caccio via dal centro». Le cacciava anche se per caso si rifiutavano di accontentarlo nelle sue richieste sessuali. Ma la suora che ha denunciato il fatto, più delle altre, è stata a un passo dalla tragedia. «Il 29 giugno, prima di partire per Roma, il monaco e il segretario hanno tentato di farmi ingoiare una pillola il cui effetto avrebbe dovuto essere quello di spingermi a buttarmi dall’ultimo piano dell’Oasi». Non l’ha fatto e chissà adesso quante volte ha ripensato a momenti duri come quello e alla sua voglia di farla finita. Raccontano le consorelle: «Ebbe un profondo cambiamento comportamentale. Era nervosa, irascibile, piangeva e diceva spesso “voi non capite”». Adesso tutte capiscono. La suora vuole dimenticare quella che loro definivano «la strana paura di ritrovarsi da sola con padre Fedele».
Giusi Fasano
Carlo Macrì
25 gennaio 2006
Alla faccia del prete francescano…!
Mi vengono i brividi solo a pensarci…
Facciamo fare la visita interna alla suora e risolviamo l’enigma…
Comunque perchè sta povera suora si sveglia dopo 3 mesi a denunciarlo?
Se io fossi donna e mi violentassero , ci andrei col sangue che mi cola ancora a denunciare il maiale che mi ha violentato…o comunque se proprio finisco in ospedale al massimo quando guarisco…
Quindi chi mi violenta deve anche ammazzarmi o canto tutto.
Perchè 3 mesi?
Parlarne con madre superiora non penso sia stato saggio…
secondo me perché anche in questo caso è subentrato il senso di colpa nella vittima dello stupro: tipico meccanismo mentale delle donne stuprate, che viene amplificato dal fatto che questo frate sino ad ora era conosciuto e rispettato da tutti…(subentra la paura di non essere credute, e di essere accusate, come il frate ora sta facendo affermando che è pazza, come i molti amici dello stesso che gridano la sua innocenza)e, ovviamente, da un particolare stato di vergogna dovuto all’abito sacro che ella stessa indossa
Appunto…visita interna e che firmi la denuncia sapendo che va inevitabilmente incontro a conseguenze di un certo tipo in caso di dichiarazione di falso.Però bisogna trovare anche i testimoni e qui non so…
Però se ha subito un crimine è giusto che lo denunci appena le è possibile , appena è in condizione(fisica e mentale ) di farlo.
Se intendi per visita interna la visita ginecologica credo sia stata fatta o almeno ho interpretato così le parole dell’articolo
"L’attività investigativa si è mossa in tre direzioni. Innanzitutto la polizia ha tentato di dare riscontro alle dichiarazioni della vittima disponendo anche consulenze mediche. Sono state poi poste sotto intercettazione le utenze del frate e di Gaudio, segretario dell’Oasi. Infine, sono state interrogate altre possibili vittime. L’indagine ha dato esito positivo su tutti e tre i fronti: sia un medico-ginecologo che un neuropsichiatra hanno accertato la compatibilità degli esami con quanto dichiarato della vittima, inoltre in molte delle conversazioni telefoniche intercettate si fa riferimento a situazioni sessuali. "
Il riscontro è stato positivo.
Caso Chiuso.
Piano.E se la suorina si fosse divertita con qualcun altro?O si fosse spulzellata da sè con un candelotto?Cose del genere sono accadute,in passato.Non dubito che il frate possa averle detto delle zozzerie,ma qui si tira in ballo una lunga serie di stupri e quant’altro.Aspettiamo di vedere 'sti famigerati video hard,prima di pronunciarci.Ho la sensazione che la monaca non abbia detto tutta la verità,anche se ovviamente potrei sbagliarmi…
Lo stupro per la donna è l’atto di violenza più forte che esista. Si sente umiliata, sporca e soprattutto impaurita. Quasi da arivare al punto di vedere in ogni uomo un potenziale violentatore. Forze dell’ordine comprese.
Io credo che molti casi di stupro (specie in ambito familiare e /o lavorativo) non sono mai stati denunciati.
E’ un fatto criminale piuttosto atipico e delicato. Credo che nelle grandi città dovrebbe esistere un’unità di accoglienza medica e psicologica, ma magari esiste già
Si, bè qualcosina esiste, non di specifico mirato agli stupri però…ma qualcosa tipo consultori vari e telefoni/pronto intervento e aiuti immediati o cose simili:confused:
In effetti non mi hanno mai stuprato ma può essere vero quello che dici tu, cioè che vedo in tutti gli uomini potenziali violentatori, ma un pò d’ottimismo, è come uno che viene mollato da una che gli ha fatto le corna e dice che sono tutte tr…anche l’edicolante che lavora 26 ore al giorno o la meccanica …
Esistono anche poliziotte donne, spesso hanno una grossa sensibilità e capita che accolgano proprio loro le denunce…
Infine sono d’accordo con te al 100% sul fatto che molti stupri non sono ancora stati denunciati, in ambito familiare ( paura di perdere tutto) o lavorativo ( paura di beccarsi diffamazioni e perdere il posto)…ovviamente non è sempre così e fatte le debite eccezioni…
Spesso però, e mi dispiace dirlo, il fattaccio non viene denunciato perchè vi è stata parziale responsabilità di provocazione da parte della donna, ovviamente condanno gli stupratori e glielo taglierei a tutti con una motosega 2 tempi Mc Gulloch arrugginita, ma spero che la suora non abbia avuto qualche piccola responsabilità di questo tipo…del tipo… stare al gioco e poi via di candelotto!![]()
Ma sicuramente non sarà così e in ogni caso la notizia ci giunge distorta dai media…
Comunque,dalle intercettazioni ambientali risulterebbe che il frataccio sia un bel porco.Mi sa che l’accusa di stupro un fondamento ce l’ha…
Da oggi “Padre nerchia” (i vecchi ascoltatori di Radio radicale capiranno a cosa mi riferisco…) è ai domiciliari.
Ecco qui un blog sull’argomento, aperto per prendere le difese di Padre Fedele:
Ho letto il blog, c’è da piangere!
…ovviamente non ho potuto fare a meno di lasciare anche io un bel commentino…:rolleyes:
Dal Resto del Carlino.it
Arresti domiciliari per Padre Fedele
Il gip concede gli arresti nel ‘Convento dell’Amore’, chiamato così perché custodisce le reliquie di San Valentino
Cosenza, 30 gennaio 2006 - Padre Fedele Bisceglia, il frate francescano arrestato lunedì scorso per violenza sessuale su una suora, ha ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari.
Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cosenza, Giusy Ferrucci, ha accolto l’istanza presentata dagli avvocati Tommaso Sorrentino ed Eugenio Bisceglia, che chiedevano la detenzione domiciliare nel convento dei cappuccini di Belvedere Marittimo, sul Tirreno Cosentino, chiamato convento dell’Amore perche’ vi sono custodite le reliquie di San Valentino
La scorsa settimana il gip aveva rigettato la richiesta di concessione della detenzione domiciliare, ritenendo i conventi indicati dai legali (due strutture del Cosentino) inidonee.
Dal Corriere della Sera.it
Scrive foglietti per rassicurare i suoi sostenitori. «Qui dentro si gela» Padre Fedele: «La suora? E’ brutta e grassa» Il sacerdote dal carcere: vincerò questa battaglia, attaccherò come un ultrà chi mi calunnia. L’avvocato: non ci sono prove vere STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU’ LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
LE INTERCETTAZIONI
DAL NOSTRO INVIATO
COSENZA — Arriva stretto nel suo saio marrone e nel suo mantello pesante. C’è una persona che gli vuole parlare. Una persona, così gli hanno detto, non l’avvocato. E padre Fedele, rumoroso come sempre, si muove a passi veloci verso la stanza dell’ ispettore capo della polizia penitenziaria. «Salvatò, che piacere vederti». Un lungo abbraccio rompe il ghiaccio.
Per Salvatore Magarò, non certo per il frate francescano in carcere con l’accusa di aver violentato una suora e costretto altre donne a subire le sue attenzioni sessuali a suon di ricatti. Il detenuto Fedele Bisceglia non ha ghiaccio da rompere. Lui è un protagonista, sempre. E con il suo vecchio amico che è un consigliere regionale per la Rosa nel pugno, attacca: «Ma hai visto di che cose incredibili mi accusano?», «Sì, ho visto». «Ma dico, io, ma l’hai vista suor…? E’ bassa, tozza, grassa. Ma chi è? Manco fosse Brigitte Bardot! E poi che suora è? L’hanno perfino vista comprare un perizoma…».
Ci tiene proprio a far sapere che chi l’accusa non ha la silhouette da modella né modi da suora. Dettagli che ha ricordato anche il suo amico e coimputato Antonio Gaudio, agli arresti domiciliari. Interrogato ieri mattina, l’uomo ha spiegato in lacrime che «quella era una non suora. Si truccava, frequentava i pub di sera, portava abiti normali e preferiva che non la chiamassero suor…, solo il nome». Il suo avvocato, Roberto Loscerbo, dice che «Antonio si riscatterà perché in questa inchiesta non c’è lo straccio di una prova vera e lui ne uscirà pulito».
Ancora sull’aspetto della suora accusatrice. Padre Fedele ne ha scritto anche nel diario minimo buttato giù su due fogli durante le prime ore di carcere e consegnato due giorni fa ai suoi avvocati, Tommaso Sorrentino ed Eugenio Bisceglia (suo cugino). Anche su quei due foglietti, scanditi dagli orari degli appunti, ha scritto «Ma chi è? Luana Borgia?, Brigitte Bardot?». E’ la riflessione delle «ore 15». Segue un «vorrei che fosse diffusa la sua foto, per capire l’incredibile». Ma con l’amico Salvatore, ora, non va oltre. Piuttosto parla di sé. Magarò nota che porta il pigiama sotto il saio e lui: «Vedi, ho dovuto mettere le calze perché qui stanno facendo dei lavori e non c’è il riscaldamento. Ci credi che è la prima volta che nei sandali infilo i piedi con le calze? Chiedo scusa a San Francesco ma è che non potevo resistere a questo freddo. Non riesco nemmeno a farmi una doccia… Pensa che dormo con sette coperte addosso. Sono diventato vecchio».
Ha 69 anni, padre Fedele. E nessuna voglia di arrendersi. L’ha detto all’ amico: «Perdono tutti, per prima la suora e anche i magistrati che non giudico. Li perdono dal profondo del cuore ma non sto certo zitto. Passerò all’attacco da ultrà. Ho letto calunnie che sono da rabbrividire. Sono stato accusato e diffamato in modo disgustoso però vincerò».
Tanto perché capissero che è un frate prima di essere «un peccatore, sì, ma non uno stupratore» appena entrato in cella si è guardato attorno e ha chiamato l’agente penitenziario: «Qui non c’è nemmeno un crocifisso, me ne porta uno per favore? Io voglio Gesù come compagno di cella». Al consigliere spiega che «adesso questo crocifisso lo terrò per tutta la vita». C’è qualcosa che può fare per lui fuori dal carcere? chiede il vecchio amico. E lui: «Per favore vai all’ Oasi ad assicurarti che trattino bene gli ospiti. Che facciano festa perché io ora sono più vicino a Gesù perseguitato. E che bevano vino, mi raccomando. E poi quando esco di qui portami i giornalisti. Voglio telecamere e taccuini. Voglio parlare».
Ha la televisione in cella, padre Fedele. Sui foglietti c’è scritto «ore 17.50, ho visto delle trasmissioni. Alcuni usano il condizionale, altri sorrisetti e simili».
Mille i ringraziamenti: agli amici ultrà, ai confratelli, ai cosentini, al cappellano del carcere. A poveri e diseredati nell’appunto delle 13.30 dice «Andate tutti all’Oasi, anche senza permesso di soggiorno perché la legge del Vangelo contrasta con la Bossi- Fini».
Ore 20, padre Fedele si lascia andare all’ironia: «In cella sono solo ma ci sono tanti letti. Mi potrebbero offrire compagnia femminile, anche perché ci sono le guardie e non si potrebbe violentare…».
28 gennaio 2006
Intanto che Padre Nerchia si lamenta per il freddo,'sti filmati hard continuano a non saltar fuori.Lui è un porcone,ma 'sta storia delle violenze…hummm,non so cosa pensare.
A me Padre Nerchia ricorda tanto quei frati-pupazzo che si vedevano molto un tempo, quelli a cui premevi la testa e si alzava un tarello chilometrico…