Viva la libertà (Roberto Andò, 2013)

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Toni Servillo nel film è Enrico Oliveri, segretario del più grande partito d’opposizione italiano, il quale è in preda ad una profonda crisi personale, e questo si riflette nelle sorti elettorali del partito, ormai distrutto… (ogni riferimento al Pd è assolutamente voluto).
Un giorno decide di scomparire, ma il suo fido portaborse, interpretato da Mastandrea, troverà una geniale soluzione.

Girato bene, niente da dire, naturalmente nell’ormai usuale “Sorrentino’s style”, divenuto maniera nel cinema italiano, e anche la storia non è male. Servillo ottimo come sempre, peccato che il film sia permeato da un alone “snob”, che porta il regista a girare il film per una parte in Francia per almeno 1/3, decidendo che l’audio dev’essere in francese, sottotitolato in italiano (presentato a Cannes, naturalmente…).
C’è una cosa poi che comincio a digerire poco, nei registi alla Sorrentino’s style: il suono in presa diretta con la recitazione degli attori “silenziata”, parlano tutti come se fossero in chiesa. E alzate 'sta voce, eccheccazzo :smiley:

Comunque una visione alla fine la si può concedere. Visto nel discreto dvd 01 distribution.

Comunque una visione alla fine la si può concedere

Mi sembra un giudizio un po’ ingeneroso: personalmente l’ho trovato il miglior film italiano della stagione!
Anche migliore de “La grande bellezza”, o quanto meno più compiuto.

Servillo solito gigante, soprattutto nell’interpretazione del fratello “giusto” :D, ma soprattutto un ritratto fedele di quello che è diventata una certa sinistra in Italia. Anche Mastandrea se la cavicchia. E la location francese secondo me serve proprio a porre in rilievo il distacco tra una sinistra definitivamente “radical chic”, ormai totalmente distante dal comprendere i bisogni dei propri elettori.

Comunque in questo caso lo stile “alla Sorrentina” (come gli gnocchetti :-p) è suggerito più che dallo stile dalla doppia presenza di Servillo.

Riferimenti verdiani (nel senso di Giuseppe, nell’anno dell’anniversario) a go go, sia per il nome di uno dei protagonisti (Ernani) sia per l’irresistibile ouverture de “La forza del destino”, fischiettata da Servillo.

Il dvd 01 contiene qualche extra?

Beh, se l’insofferenza per l’aura snob del film è stata ricercata e voluta dal regista, beh, bisogna fargli un plauso, c’è riuscito!
In effetti potrebbe essere una lucida interpretazione la tua… cinematograficamente si vive la stessa esperienza dell’elettore di sinistra che si allontana dal partito proprio per la piega “radical-chic”… mumble, mumble… :confused: si, si, azzo, può essere.
Se è così, Andò è un grande! :smiley:

Sugli extra stase controllo poi ti dico, al momento non ricordo.

Si, il trailer, poi il backstage (durata 7:52) e delle scene tagliate (2:17)

Si sono sprecati insomma… e ovviamente è lo stesso materiale che c’è sulla versione bd: ho controllato ora su amazon. Grazie Cal

Mediocre e senza coraggio, incapace di dare un ritratto crudele dei due protagonisti ( sia Mastandrea che il Servillo ‘sano’) entrambi giustificati e compresi fino alla nausea, è l’ennesimo film italiano che deve per forza portare lo spettatore ha provare empatia e compassione per i protagonisti e spingerlo solo a provare un qualunquista senso di disgusto e nausea per un generico sfondo ( rappresentato dai compagni di partito e dall’Italia allo sbando).

SPOILER
Pieno di situazioni naif - la parte cinematografica francese con Servillo catapultato su un set dove subito viene portato ad assistere ad una scena di sesso, cosa molto probabile; la ragazza giovane della troupe che subito si innamora di lui - è mediocre nella messa in scena, che non ha nemmeno l’inventiva e l’eccesso di un Sorrentino.
FINE SPOILER

Si, può essere, ma è altrettanto vero che il film ha una struttura più da commedia che da dramma o film di “impegno sociale”, per cui alla fine non ha neppure valore di denuncia, trattando i pochi temi presenti con leggerezza e superficialità…
Insomma, nel complesso tutto il film puzza di snob, il tutto è girato con quell’aria da fighetti radical-chic che francamente è quello che mi ha irritato. Manco lontanamente mi ha fatto pensare ai mali dell’Italia… non ne ha la forza per farlo.
Se invece passasse l’interpretazione di Steed, ovvero che il contenente, cioè il film, è volutamente snob proprio per veicolare il contenuto, cioè la spocchiosità di una certa sinistra, beh, certamente Andò è riuscito nell’intento. Ma ho l’impressione che sia solo un’intepretazione a posteriori.