Voglia di... (S. Nikakis o Y. Papakostas, 1983)


Film di coproduzione greca e cipriota che si avvale della presenza di Guia e Antonella in trasferta dall’Italia. Non arrivò nei nostri cinema. La vhs è datata 1988, le due erano già fuori dal porno da anni. Mai visto, Luce rossa non ne parla male, né dal punto di vista della cura impiegata nel realizzarlo né dal versante hard. Rocco D’Amato sottolinea una Simonetti più ardita del solito… andiamo a passarlo in Dvd, un po’ di curiosità c’è…

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Per un attimo ho letto: “Luce Rossa non ne parla”, ma ovviamente ero in errore. :smiley:

Ciao!
C.

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Lindo, vogliamo vedere il culo!

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Il mio? Non è il caso… sono sposato, divorziato, ho due figli e una nuova compagna…

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Lindo, credo che rodar si riferisse alla cover censurata con un cuore. Non montarti la testa… :grin: :grin: :grin:

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Beh, si. Anche perché potresti avere un sederino affusolato così come due chiappe che fanno provincia. Meglio non rischiare. :upside_down_face:

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Vorrei avere piu tempo x farle fatte bene, con le stelline come sulle locandine. Quando le vedevo da ragazzino già pensavo che coprivano poco e facevano risultare (se possibile) le immagini ancora più arrapanti

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OT (Moderatori astenersi dall’intervenire, grazie).

Tra fine 1977-inizio 1978 ero a New York, e a Manhattan c’erano decine di cinema porno che esponevano alcune lobby cards dei film (equivalenti alle nostre foto-buste), o comunque foto tratte dai film, le quali avevano del nastro adesivo nero che copriva gli organi genitali, rendendo ancora più volgari le immagini raffigurate. Mi sono sempre meravigliato della libertà che c’era in quegli anni. Oggi sarebbe impensabile esporre pubblicamente in strada immagini porno, sia pure censurate. Mi mangio ancora le mani per non aver fotografato l’esterno di tutti quei cinema, e comunque ero con la mia ragazza di quel periodo, per cui non era proprio il caso di indugiare davanti a quei cinema… E anche se fossi stato solo non avrei avuto il coraggio di entrare (tenete presente che in quegli anni le sale porno in Italia non si sapeva neanche cosa fossero, ma avevo visto “Un uomo da marciapiede” e sapevo cosa poteva succedere lì dentro… :grin:).

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L idea di coprire le nudità con lo scotch sulle lobby card sopravvisse in Spagna fino ai primi 80, ne ho diversi casi… a casa

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beh se poi lo passi anche a noi ti diamo la nostra valutazione artistica :wink:

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curioso. se ne sa il perché?

Boh? Io le informazioni le ho lette sui testi “sacri”. Per ora ce l’ho solo su DVD e non l’ho ancora visto. Se qualcuno desidera vederlo posso ospitare… scherzo… capitemi…
Purtroppo ve l’ho detto: non ho tempo! Mannaggia! Non ho tempo!
Perché sti film - tranne se non vivi solo - non è “facile” vederli… “Amoreee, che ci vediamo? Calda pioggia di sesso o Un bestiale triangolo erotico?”. Ti immagini!? Forse manco Marco Toto e Jessica Rizzo da giovani!
Perdonatemi, per farvi ridere, ma lo sapete che alcuni di questi film (soprattutto quelli per cui avevo la fotta) li ho visti alle 6 del mattino -d’inverno è ancora buio - facendo finta di fare cyclette mentre abitanti e animali della casa dormivano?

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E invece il film arrivò anche nelle nostre sale, nell’autunno 1987, sfruttando il nullaosta de Il penetrante profumo dell’adulterio di Henri Sala.

Cast accreditato Antonella Simonetti - Guia Lauri - Robert Knigt - Alfred Stong
regia John Bergel

Curioso che il visto contraffatto asserisca trattarsi di una produzione italiana.

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“Voglia di…” arrivare presto alla parola “Fine”.
Sin dai vecchi tempi dei primi film visionati di nascosto da ragazzino in presa all’ardore più invincibile ho sempre pensato che il porno italiano fosse il migliore di tutti.
Brutto quello tedesco e ancor peggio quello scandinavo, “stalloni” coi baffoni che copulano tenendo la mano sui fianchi o addirittura ancor peggio sulla tempia piuttosto che dietro la nuca. Pare l’ora di ginnastica in palestra.
I prodotti americani presentano sostanzialmente fotomodelle dalla perfezione chirurgica, cioè raggiunta con l’aggiunta di quel sigillante da idraulici che risponde al nome di silicone. In location da sogno interagiscono con personal trainer del sesso i quali hanno stampata in faccia un’espressione che sottintenderebbe il prenderlo davvero per un “lavoro”, del tipo “Tutto vorrei fare tranne che…”. Le immagini dunque risultano fredde, troppo distanti dal raggio d’azione dello spettatore medio, e manca quella passione esagerata, quella morbosità che trabocca dal porno italiano soprattutto dalla seconda metà degli '80 in poi. Poca zozzaggine, insomma, raro infatti l’anal, molta routine, del tipo visto uno visti tutti.
Carini gli hard del legittimamente glorificato Jess Franco, ne ho visionato una manciata perché la stampa iberica millantava la presenza di tal Marina Frajese, ma molto meglio quelli di Alan W Cools e Mario Siciliano col loro clima da farsa scatenata, più divertenti, puntellati da trovate magari demenziali ma di sicuro effetto.
Di francesi non ne ho visti molti, solo quelli dove compareee ehm… Marina. Più che “francesi” girati in Francia diciamo, la mano sulla mdp dovrebbe essere italiana nel 99% dei casi, ma il cast è tutto d’oltralpe. Pur giocando in trasferta su un campo difficile dove si pretende il massimo poiché c’è una lunga tradizione pornografica e siamo nel Paese con più attenzione per l’arte, l’italo-svedese si eleva a un livello irraggiungibile per tecnica, interpretazione, mimica ed estremismo delle azioni sessuali, surclassando anche attrici dalla fama internazionale come Marylin Jess.
Quindi premesso ciò non è che mi aspettassi chissà che da un porno greco. È di dominio pubblico la loro passione per gli amplessi sulla spiaggia e gli incontri carnali incestuosi fra parenti, ovviamente anche nel film in esame non si va affatto al di là di questi cliché: passi per i primi, ma i secondi non mi dicono nulla, forse perché sono figlio unico…
“Sweet body of Bianca” di Elia Milonakos non è malvagio, questo “Voglia di…” invece sì.
Trama inesistente per davvero - due sorelle passano le vacanze nella casa al mare della madre e decidono di sedurre il patrigno - dialoghi ridotti all’osso e privi della verve nostrana, musiche scassamaroni, pornoattori locali (uno c’ha 'na faccia…) non particolarmente superiori (in nulla) a gente come Gramignano o Curia, accoppiamenti senza preamboli (erotismo questo sconosciuto) nè giustificazione alcuna, morbosità assente, ricorsa a insert, a liquidi vari per simulare l’orgasmo maschile, uno “stupro” che non trova ragion d’essere, la donna che lo subisce era già amante del lui e della lei che la violentano, per fare metraggio continue riprese del mare e delle spiagge - bellissime, per carità - da far invidia a quelle già troppo prolungate di Arduino Sacco in “Bocca bianca bocca nera”. Una noia mortale. È pur vero che ci sono Guia e una Simonetti più scatenata del solito ma… tempo perso, l’unica scena che merita di essere ricordata è il versamento (finto) che Antonella riceve in bocca e da lei risputato sul viso della sottostante Marja Armi.
Ah! Al 90° il regista - che bisogna dirlo dirige con un minimo di cura e un pizzico di mestiere - ha un’impennata d’orgoglio e chiude il film regalandoci sugli ultimi fotogrammi un’immagine aperta all’interpretazione personale, quel tocco diciamo autoriale che sovente compare nelle produzioni per adulti di casa nostra.
Sì, quei simbolismi che tu giustamente pensi: “Ma che c@##o voleva dire?”.
Basta così… scappo via, scusate ma ho fretta…
corro a mettere in vendita su ebay la videocassetta!

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Dissento nettamente! Gli hard di Jess Franco sono in massima parte privi di interesse. Primissimi piani decontestualizzati, fastidiosi, e che ottengono l’effetto contrario rispetto a qualsiasi possibile eccitazione dello spettatore, alcuni attori ai limiti dell’impotenza, eccetera. Qualcuno sostiene che Jess sabotava gli hard perché completamente disinteressato alla rappresentazione del sesso esplicito (come da lui più volte dichiarato). A mio giudizio si salvano solo, e a stento, i due tardi hard del 1987, FALO CREST e PHOLLASTIA, la cui regìa, peraltro, pare sia stata delegata da Jess a Lina Romay.

Quanto agli hard greci (63 film in tutto), sono molto più spinti di quelli italiani sul fronte sessuale, ma purtroppo sono quasi tutti privi di trama. Possiamo affermare che i greci siano stati tra gli inventori dei porno “all sex” su grande schermo.

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Non ho visto i due film di Franco che citi, ne ho visionato non più di 3/4, uno dovrebbe essere Gemitos de placer e un altro El nuevo vicio de mi mujer, vado a memoria d’uomo. Non erano pessimi, uno straccio di sceneggiatura, la pretesa di creare situazioni da commedia, qualche attrice - pardon - bona, purtroppo erano in spagnolo che toglie molto ai dialoghi in italiano. Io a dire il vero volevo scrivere che quelli di Bianchi e Siciliano sono mooolto meglio, però sapendo che il nome “Jess Franco” per molti merita a priori rispetto, per alcuni quasi come “Joe D’Amato”, allora ho pensato “mo’ questi mi accusano di essere il solito estremista e mi massacrano”.
Ribadisco: le luci rosse italiane delle golden age i migliori porno del sistema solare;
quelli '85/primi '90 (sempre italiani) i più morbosi.

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