Nell’ambito della filmografia degli anni Ottanta di Mario Salieri, già particolarmente intensa, questa serie riveste un’importanza particolare. Databile al 1987-88, si tratta, assieme a ‘Vietnam Store’, dell’inizio del format ‘a puntate’ che diverrà uno standard di gran parte della produzione del regista. Quattro episodi dunque, caratterizzati dalla celebrazione di Rocco Siffredi come palestrato ossessionato dal proprio fisico: attorno a lui viene costruita una trama abbastanza articolata, che vede il sorgere di alcuni momenti fondamentali nello sviluppo del mondo ideale di Salieri. Anzitutto, il tema della prevaricazione maschile sulla donna: ecco infatti Malone che offre lavoro alla fidanzata di Rocco in cambio dei soliti favori sessuali. In questa scena, l’attore torinese risulta particolarmente viscido, il che è perfettamente funzionale al suo personaggio.
Altra ‘zona comfort’ del regista è il sesso praticato nella segretezza della sala cinematografica, tra guardoni e consorti. Ecco dunque che Malone si rituffa sulla ragazza di Rocco, mentre altri spettatori in sala si prendono cura della di lui moglie.
Suggestiva la trovata narrativa che vede Jean Pierre Armand dare un lavoro a Rocco: potremmo quasi definirlo un momento metariflessivo nella storia dell’hard, in cui uno dei re universalmente riconosciuti saluta l’astro nascente destinato alla gloria. L’esuberanza sessuale del secondo episodio di ‘Vortix’ vede Malone e Armand alle prese con l’intraprendente fidanzata di Siffredi, mentre quest’ultimo è protagonista di una bella scena hard con la segretaria di Armand. Momento particolarmente autoindulgente questo: Rocco si sfoga sulla donna in maniera piuttosto energica e prolungata. Salieri non può che impiegare una scena di notevole minutaggio per fa apprezzare appieno la performance dell’attore, il che ci porta al terzo episodio. Qui entra in gioco Magdalena Lynn, che, va ricordato, diventerà la regista Nicky Ranieri della Salieri Factory. Va detto che l’alternanza tra frammenti narrativi e scene hard, qui ancora forse troppo noiose, si dimostra formula accattivante che Salieri usa anche nel prosieguo della storia. L’intreccio è importante perchè, per quanto approssimativo e talvolta poco credibile, è da esso che scaturiscono poi le performance, che trovano, almeno in parte, giustificazione a quanto succcede tra gli attori (vedi ad esempio il licenziamento di Rocco e le ‘vicende’ della quarta puntata).
Nel suo complesso, la serie ha un valore archetipo di quella che diventerà la produzione a episodi di Salieri e rappresenta, soprattutto, un ottimo banco di prova per Rocco che, qui nelle vesti di culturista, sta diventando sempre più ‘Siffredi’.
Anche questo introvabile in forma completa (sul web girano copie dei primi due episodi sottotitolati in finlandese), e anche questo con le voci milanesi degli anime di Bim Bum Bam. Il personaggio di Katia, tra l’altro, molto probabilmente è doppiata da Paola Tovaglia, la stessa ragazza deceduta prematuramente nel 1994 e attivissima in quegli anni come doppiatrice e che qualche anno dopo avrebbe condotto proprio BBB…