Acquistato un paio di giorni fa il dvd uscito per CG - Cinemakult.
Ottimo master in 1,85:1 anamorfico, restaurato, audio forse un po’ basso, il film viene presentato per la prima volta in edizione integrale.
Come extra troviamo una bella intervista a Montefiori, con alcuni piccoli spezzoni della storica intervista realizzata da Gomarasca per produrre i documentari “Totally uncut” su Joe D’Amato (“Ari”, come lo chiama Eastman, seduto nel suo studio, mentre fuma una sigaretta dietro l’altra…), in cui parla del suo rapporto con il regista, e poi la versione in super8 del film stesso.
Il film è godibile, divertente, con Jacques Dufilho che interpreta la doppia parte di Annibale, vecchio libertino che ha fatto la sua fortuna con i bordelli, e Nestore, vescovo tutto di un pezzo.
Da vedere per la presenza della Gemser, qui nel suo primo film con D’Amato, di Gillian Bray e per il primo piano sulle zizze mastodontiche di Sofia Dionisio…
Ah, non ne ho idea, non posseggo nessuna delle due versioni, e quindi non mi è possibile fare nessun tipo di comparazione.
Se tu le hai, prova a verificarne la durata, poi vediamo che cosa salta fuori.
Pure questo Cinekult è tagliato,come scritto da A.N. :
“Il dvd Cinekult è tagliato: manca la scena indicata da ADR. Il master Cinekult è quello successivo al sequestro e al taglio della sequenza.
Il film integrale deve avere una durata, in versione Video PAL,di 1.28’34” (parlo della versione uscita nei cinema, non di quella bocciata in censura e mai uscita nelle sale)."
Non il miglior D’Amato ma comunque un film gradevole che si lascia vedere per via del suo brio e delle grazie muliebri. La Bray è una sorta di Dagmar Lassander, pure lei roscia e bella burrosa, mentre la Dionisio junior sfodera il consueto seno da urlo. La Gemser al confronto di queste due matrone pare veramente un mucchietto d’ossa. E il suo balletto presunto seducente “ai danni” - è proprio il caso di dirlo - di Colajacono pare la mazurka di Pinocchio anziché una danza esotica propiziatoria all’accoppiamento. Inguardabile.
Lasciano un po’ così anche i momenti di cinema demenziale che D’Amato butta dentro il film (vedi le esplosioni stile Will Coyote che capitano a Mulè e Pescucci, o le zuffe familiari alla Benny Hill). Notevole invece il sogno “drogato” di Colajacono.