[WEICIAO] Al Zarqawi

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http://www.repubblica.it/2006/06/sezioni/esteri/iraq89/al-zarqawi/al-zarqawi.html

N’altro poro cristo che quel giorno leggeva il giornale, e s’è beccato na smitragliata.
Bah sti americani del cazzo.
Qualunquisti, fascisti e filohollywoodiani.

Piccola biografia trovata in rete:

http://www.bloo.it/news_Speciali_987.html

La spada della Jihad, caduta dal cielo

[i]Leo Sisti, inviato dell’Espresso, traccia un’altalenante biografia di Ahmed Fadeel Al Khaleyleh partendo proprio da Zarka, in Giordania, avvicinando chi l’ha conosciuto, l’avvocato che lo ha difeso durante il dibattimento della prima sentenza, suo cognato, il militante palestinese compagno di cella…Il ritratto segreto del più efferato terrorista di Al Qaeda, emerge in modo sconcertante: a Zarka, un agglomerato urbano ad alto tasso di criminalità di quasi 700mila anime, Amhed abbandona gli studi all’età di 17 anni e per qualche tempo, vive da emarginato, con piccoli reati, risse e alcool. Si fa perfino tatuare un braccio, pratica severamente proibita dall’Islam. Viene a galla anche uno strano particolare: non si riesce a comprendere come un ragazzo con simili precedenti, va a finire tra il 1987 e il 1988, a lavorare in qualità d’impiegato, presso il municipio di Zarka.

In Afghanistan, Amhed si reca la prima volta da reporter per la rivista dissidente giordana “Al Bonian Al Marsous”, ma il suo nuovo lavoro dura appena lo spazio di tre mesi per un conflitto ormai finito: è la primavera del 1989 e i sovietici saranno respinti da lì a poco. Nel 1992, è nuovamente in Giordania e si accorge di come il suo paese sta profondamente cambiando, l’occidente e l’America hanno preso il sopravvento sulle antiche tradizioni e nel modo di vivere. Smette di disprezzare i russi, li rimpiazza con gli americani, è il momento dell’incontro più importante, che lo influenzerà per il resto della vita, con il palestinese Mohammed Al Magdesi, meglio noto come Essam Al Barqawi, islamico “puro” vicino al radicalismo di Allama Ibn Teemiah, uomo di pensiero del 1300…Si ritroveranno entrambi in un’aula processuale e poi in galera; nell’isolamento di una cella; Amhed cambia nome in Abu Musab Al Zarqawi e impara a memoria i 114 capitoli del Corano. Si prende cura dei problemi carcerari, persuadendo i 40 detenuti politici a schierarsi dalla sua parte, aggrega anche i detenuti comuni e tossicodipendenti; in pratica, tutta l’umanità dolente lì dentro risponde ai suoi comandi: a volte, come ha detto il dottore del carcere, Basel Abu Sabha, era sufficiente un solo, semplice cenno degli occhi.
Il vecchio “maestro”, Al Barqawi, è messo da parte, completamente isolato. La leadership di Zarqawi, il nuovo “califfo”, si rafforza dal 1998, nel momento in cui, con gli altri, è dislocato nella prigione di “massima sicurezza” di Al Jafar, nel deserto a sud della Giordania, da dove è impossibile uscire se non con un’amnistia, che avviene, come abbiamo visto, nell’aprile del 1999.
Uscito dal carcere, Zarqawi si affanna alla ricerca di un lavoro, vorrebbe addirittura “mettersi in proprio”, comprando un pick up e smerciare frutta, ma la Giordania è cambiata, non fa più per lui, tanto che, con moglie, figli e l’amatissima madre (morta di leucemia tre anni fa, credendo che il figlio fosse diventato un apicoltore e producesse miele), si sposta a Pesshawar, in Pakistan, da dove però é rispedito indietro quasi subito, perché in possesso di documenti scaduti. Ritornato controvoglia in Giordania, Al Zarqawi rivela alla sorella il suo desiderio legato all’Afghanistan. Le confida un sogno, una spada caduta dal cielo che porta un’iscrizione: Jihad, guerra santa. Il resto è storia comune, includendo anche i particolari mai precisati sulla perdita o no dell’uso di una gamba, colpita durante una battaglia in Afghanistan ed amputata a Baghdad, vicenda menzionata proprio da Colin Powell, durante il discorso al Consiglio di Sicurezza. Secondo quelli che lo hanno conosciuto la storia sarebbe falsa e la gamba di Al Zarqawi in buone condizioni. Il “lupo solitario” può continuare indisturbato, la sua guerra santa.[/i]

Ma i 25 picchioni di taglia chi se li acchiappa?
il pilota dell’aereo che ha smollato il bombone?? :confused:

Naaah, il tizio della Cia che è entrato nella cella di Zarqawi e gli ha sparato. Si vede che non faceva più audience, adesso ne inventeranno un altro…

Gli americani effettivamente sono BRAVISSIMI a “coltivarsi” i nemici(che magari all’inizio erano “amici”),per poi “scaricarli”…Vedi gli stessi talebani,in Afghanistan,INIZIALMENTE usati in funzione antisovietica…

Mi ricordo una scena di un famoso film che calza a pennello:

“Quando sei a capo della più grossa gang della città puoi cagare in testa a chi vuoi…”

“Aaaah…mi sta già sulle palle…”

LOL
http://liberoblog.libero.it/cronaca/bl3845.phtml

>visto che a quanto pare giaceva anche con bambini, molto piccoli.

Ragazzi efebici no?

Comunque, c’è un testimone che afferma che i soldati americani lo hanno, in pratica, ammazzato a calci.

Non è una cosa normale; Zarqawi era uno dei peggiori, siamo d’accordo. Ma comportamenti così non son cose normali.

E intanto, a Guantanamo, la gente si impicca.

Io non mi meraviglio, dopo quello che è stato scritto su questa rivista formato libro http://www.ndanet.it/scheda_conflitti3.php , le testimonianze dall’Iraq sono le peggiori che mi è capitato di leggere, riporto uno stralcio ‘Il problema vero è che gli iracheni, la maggior parte almeno, ti odiano e tu non puoi mai stare tranquillo, sei sempre in pericolo e diventi paranoico, così ti capita di avere sempre il dito sul grilletto e spari anche quando magari non è il caso. Però devi anche capire che sei sempre sotto pressione, per tenerti su ti fai continuamente di bonza o di qualcos’altro e a ogni rumore o situazione che ti sembra sospetta schiacci il grilletto. Morti ce ne sono in continuazione e quando si spara non si fanno distinzioni, non stai a vedere se sono donne, uomini, grandi, piccoli, vecchi o giovani, se una situazione ti suona male prima spari, poi semmai guardi a chi. Si, forse c’è anche chi ha esagerato e si è messo a fare il tiro a segno con gli iracheni, così tanto per divertirsi, però bisogna dire che lo abbiamo visto fare per primi dagli americani, loro figurati fanno il bowling animato. Lo fanno con i carri soprattutto con i blindati. Puntano un gruppo di iracheni e gli passano sopra. Vince chi in un colpo solo ne fa fuori di più. Però questo è un atteggiamento abbastanza generalizzato. L’azienda che ci ha assunti, con noi è stata chiara fin dall’inizio. Ci ha detto che lì il problema era terrorizzare la popolazione e farle passare qualunque voglia di ribellarsi. Ogni mezzo era buono. Morto più, morto meno nessuno ci sta a fare caso, l’importante è pacificare le cose. Lo sapevamo anche prima, quando siamo stati ingaggiati, ma appena arrivati l’azienda ce l’ha subito ricordato senza troppe menate che, a parte alcuni iracheni fidati, tutti gli altri dovevamo considerarli dei nemici e trattarli come se fossero animali e senza farci dei problemi. Hanno aggiunto che la cosa valeva per gli uomini e forse ancora di più per le donne. Sono in tanti a divertirsi con le donne irachene. Ma anche questo, perchè bisogna dirla tutta, non è una cosa che è nata per caso. Sono gli americani che considerano la violenza carnale verso le donne irachene una tattica di guerra per demoralizzare gli iracheni e farli sentire inferiori. Il ragionamento che ho sentito fare è molto semplice. Quando un popolo si rende conto di non essere in grado di difendere le proprie madri, mogli, sorelle e figlie incomincia a non avere più fiducia in se stesso e quindi ad avere nei confronti degli invasori un atteggiamento più fatalista. La violenza nei confronti delle donne irachene è normale. C’è chi si limita a scoparsele ma i più si divertono con i giochetti. Sai un po’ di sadismo, qualcuno anche estremo, tanto la materia prima non manca. Detta così sembra una passeggiata, come all’inizio ne eravamo tutti un po’ convinti. Poi ti accorgi che non è così. Io non so se adesso le cose sono cambiate ma un anno e mezzo fa, a parte alcune zone, non potevi muoverti.’

Mi fermo qua ma viene scritto anche di peggio.

Nelle guerre non c’è mai nulla di normale,dovresti saperlo.I due conflitti mondiali son stati caratterizzati da tanti di quegli episodi oscuri che non basterebbe la bibliografia di Le Carrè ad illustrarli tutti.Diciamo che ogni nazione ed epoca ha il suo Salvatore Giuliano,evidentemente stavolta è stato il turno di Al Zarqawi(ammesso che il testimone sia attendibile).

Non molto diverso da quanto accadeva in Vietnam.Basta cambiare nomi e paesaggio.

Sì sì’ Tuchy, il mio non era stupore, era constatare che son passati 50 anni, e ancora stiamo messi così. Ovviamente se il testimone è valido, chiaro quello, ma non ho così tanti problemi a credere di sì, purtroppo :frowning:

Così come per la cosa riportata da Massi, nel Vietnam era uguale, come hai giustamente detto. E’ quello che turba. Cioè, turba me, almeno. Non mi stupisce, ma mi fa una sensazione strana alla bocca dello stomaco.

Io ci ho fatto il callo,e non è affatto una bella cosa.Da un pezzo ho perso fiducia nella razza umana;leggendo i romanzi di Alan Altieri della saga Magdeburg(ambientata durante la guerra dei trent’anni)e accostandoli alle sue spy-stories L’Occhio sotterraneo e Alla fine della notte mi sono reso conto che,aldilà dei voli di fantasia(poca,in verità;i personaggi son fittizi,gli eventi abbastanza reali)un dato storico è incontestabile:nel mondo non è cambiato nulla,nonostante siano trascorsi secoli.E sai perchè sono scettico su quella testimonianza?Perchè sospetto qualcosa di ancora più grave della morte “accidentale” in seguito a percosse;e cioè che il decesso di Al Z. sia il risultato di una delle tante “operazioni bagnate” in cui la CIA si è sempre fatta (dis)onore.Magari mi sbaglio,ma è quantomeno curioso che nessuno abbia preso per buona la notizia della morte in seguito ai bombardamenti.Paranoia diffusa?Può essere,ma con certa gente a pensar male raramente si sbaglia.

Beh, come fare ad affermare che il tuo sospetto è sicuramente falso? Il dubbio c’è per forza…

P.S.: averci fatto il callo è davvero brutto però:-\ Io nonostante tutto, ho sempre -solo un pochino- di fiducia negli uomini. E tipo che un giorno sì e l’altro pure, me la minano. Però continuo a crederci, sarà che son bambino, o idealista, che alla fine è uguale :frowning:

Cosa intendi per “operazioni bagnate”?

E’ un termine gergale utilizzato per le operazioni clandestine della CIA,tipo inviare un sicario ad accoppare un capo di stato o roba del genere.Hai presente la missione del protagonista di Apocalypse Now?Il vocabolo in questione è diventato assai comune presso gli appassionati di thriller spionistici come il sottoscritto.

Infatti anch’io credo che l’uomo sia comunque capace di azioni e sentimenti nobili.Diciamo che ho perso fiducia nelle istituzioni,che col loro operato stritolano l’individuo anzichè aiutarlo a sviluppare le proprie potenzialità.

ok, claro :slight_smile:

Mah, io lo vedo più che normale. Probabilmente sarebbe successo anche se avessero trovato Zarqawi a Milano alla stazione centrale. O magari a Piazzale Loreto…

In quel caso sarebbero stati soldati iracheni.