Davvero bella questa miniserie di Netflix (4 puntate) dedicata alla storia vera dei cosiddetti “Central Park Five”.
Nel 1989 una ragazza bianca che faceva jogging a Central Park venne aggredita, stuprata, picchiata brutalmente e lasciata per morta. Dopo un lungo periodo di coma si riprenderà anche se avrà dei danni permanenti relativi alla deambulazione e alla memoria.
Vennero arrestati 5 ragazzini di 15/16 anni (quattro neri e un ispanico) ai quali furono estorte delle confessioni false dove si accusavano l’un l’altro nonostante fossero estranei alla vicenda e nemmeno si conoscessero.
La miniserie racconta la loro storia mostrando la vergognosa manipolazione dei fatti da parte della Polizia che ha obbligato i ragazzini a confessare un crimine mai commesso e la loro odissea giudiziaria, fino a quando, nel 2002, il vero colpevole venne allo scoperto e scagionò completamente i 5 ragazzi.
Il primo episodio è dedicato al fattaccio e al modo col quale i ragazzini sono stati incastrati. Il secondo mostra il processo, il terzo mostra il difficile reinserimento nella società di alcuni di loro e il quarto segue i drammatici trascorsi in carcere di uno dei ragazzi fino a quando il colpevole non li scagiona.
Per è una serie molto bella, scritta ottimamente, girata e fotografata benissimo, con bravi attori e con belle musiche.
Molto toccante e dolorosa, fa indignare parecchio e colpisce duro. Forti anche le critiche a Trump per come si accanì contro i presunti colpevoli invocando la pena di morte.
Finita ieri. Molto bella e molto bene realizzata. Attori in palla, ottimo doppiaggio. Paradossalmente l’unica parte veramente evitabile della serie è il pistolotto tra il primo ed il secondo episodio sulla questione razziale e su Trump . Per il resto nulla da dire. Fatico a credere come abbiano fatto delle persone innocenti a dichiararsi colpevoli senza esserlo perché si fidavano della polizia (AD HARLEM!!!) ma queste sono mie valutazioni personali.
Bella la sovrapposizione tra i volti di finzione e reali (Madonna che ceffi alcuni) nel finale
Delle ultime serie, insieme a Chernobyl la migliore.
Per me invece è fondamentale, specialmente il ruolo di Trump che in questa storia è stato uno dei personaggi chiave.
Trump comprò pagine su tutti i principali quotidiani americani per chiedere il ripristino della pena di morte nello stato di New York, incitando tutti all’odio (letteralmente) verso i ragazzini presunti colpevoli dell’aggressione. Una roba incredibile, gravissima.
Tutto questo ovviamente ebbe un’impatto fortissimo sull’opinione pubblica.
Anzi, a me dispiace che nella miniserie non si sia parlato dell’atteggiamento di Trump una volta che la verità è venuta fuori e i ragazzi sono stati assolti per non aver commesso il fatto.
Beh, ma è comunque una cosa molto più comune di quello che si possa credere. Estorcere confessioni false con metodi intimidatori è un grande classico con radici molto profonde (inquisizione, caccia alle streghe…). E poi considera che quelli accusati del crimine erano solo dei ragazzini.
Onestamente pur nella comprensione della gravità del problema di voler lanciare false accuse contro una categoria la cui colpa è soltanto quella di essere sospettati perché presenti nel raggio di un kilometro quadrato da dove è accaduto il fatto la cosa fondamentalmente non mi ha toccato, anzi, speravo, pregavo, si passasse oltre. Parlo ovviamente da spettatore, non da padre di un figlio accusato ingiustamente. Che Trump che notoriamente ha posizioni conservatrici isolazioniste e populiste chieda la pena di morte per persone presunte colpevoli di un arresto perdonami il sarcasmo ma è da essere menzionata nel “Libro dello Stupore”. Cosa si aspettavano tutti che facesse?
Ma tutto giusto. Il fatto forse sta nel non cascarci in un giochino (Poliziotto buono-Poliziotto cattivo) vecchio di secoli.
Questi sono due aspetti che giudico purtroppo cruciali ai fini di un ottimo voto (sfiorato) alla serie .