Avevo apprezzato moltissimo il Wonder Woman del 2017, sia visivamente che come filosofia di fondo. Eravamo in epoca prepandemia e un certo girl power andava molto di moda, anche sullo schermo.
Questo secondo capitolo invece è un gran pastrocchio. Visivamente si mantiene su standard molto alti, ma da un cinecomix moderno americano è il minimo sindacale.
Quello che non va è la storia, a dir poco risibile e che permette alla nostra eroina addirittura di ritrovare (sebbene reincarnato in altro corpo) il suo amato morto nel film precedente.
Come spesso capita la figura più interessante è il cattivo di turno che, ovviamente, non è poi così cattivo, ma solo incattivito dalla vita…tanto per attenersi al politically correct, ma del resto è stato riabilitato persino Joker.
Il film si trascina in 2ore e mezza di nonsense e una trama che inizia senza alcuna logica e prosegue peggiorando in un turbinio confusionario in cui tutto diventa lecita.
Legami con la mitica serie tv anni 80 neanche l’ombra, tranne che nel titolo e una fugacissima apparizione che lascia il tempo che trova (nei titoli di coda) di Linda Carter
Peccato, mi aspettavo molto da questo sequel e sono rimasto deluso