Yol (Yılmaz Güney, 1982)

Visto che il buon @schramm lo ha citato parlando di “Durvar”, ho notato che non c’è un topic dedicato a questo bellissimo film.

Per me è un semplicemente un capolavoro: forse imperfetto, forse alcuni episodi di contorno sono un pò sbilenchi o poco in linea con i tre episodi principali ma sono appunto questi ultimi che hanno una potenza devastante.

La storia: a molti detenuti vengono concessi alcuni giorni di licenza dal carcere e ne approfittano per ritornare ai loro paesi per abbracciare le loro mogli, i parenti o anche semplicemente per risolvere vecchie pendenze.

C’è chi non riesce neanche a godere di questa licenza perchè smarrisce i documenti (l’episodio più amaramente comico dei 5), c’è chi scopre che forse il carcere non è l’unico ambiente dove la sua vita è controllata, sorvegliata e privata della libertà ma esistono altri ambienti più sottili e apparentemente innocui che sono molto peggiori. Anche questo è un episodio brillante, quasi leggero ma che già punta sulla tematica familiare che esploderà prepotente, drammatica e tragica negli altri tre episodi.

Omer torna al suo villaggio curdo al confine tra Turchia e Siria, in una terra arida e riarsa dal sole dove i combattimenti tra trafficanti curdi ed esercito turco non hanno mai fine e segnano i destini di tutti. Si innamora ma dopo la morte del fratello, la tradizione spietata, inoppugnabile e forse anche accettata dallo sfortunato protagonista stesso gli faranno prendere due decisioni che non lo riporteranno (forse) mai più indietro. Episodio bellissimo, che ha causato e causa tutt’ora un sacco di problemi in Turchia per la cruda descrizione della società curda, degli scontri con l’esercito turco, per l’utilizzo della lingua e delle musiche curde (all’epoca proibitissime) e soprattutto per una brevissima battuta in cui viene proninciata la parola “Kurdistan” (sacrilegio!) tanto che moltissime versioni internazionali hanno dovuto tagliare o questa battuta o, addirittura, l’episodio intero. Commovente, con un finale che forse ha un occhio agli western politici di Sergio Sollima.

Nel quarto episodio - in realtà sono tutti mischiati e inframmezzati l’un l’altro - Mehmet torna al suo paese dove viene accolto con ostilità e disprezzo da parte della famiglia e dei suoceri per un motivo che lo avrebbe poi condotto in prigione. Si innamora e decide di scappare ma forse non potrà sfuggire alle rigide e spietate regole dell’onore curdo. Episodio semplice eppure crudele che rimane impresso per il disperato momento di sesso tra il protagonista e la sua amante… un sesso caldo, appassionato (non si vede niente, eh) di cui il protagonista necessita dopo tanti anni di umiliazioni in carcere, dopo aver rivevuto e provato l’odio ed il disprezzo da parte della famiglia, per avere un momento di vita “normale” come tutti e che potrebbe invece costargli la vita in una delle scene più dure e significative dell’intero film

Ed infine l’episodio di Seyit, quello che da immagine anche alla locandina del film, interpretato dal bravissimo attore Tarik Arkan. Di una bellezza e di una crudeltà spaventosa, allo stesso tempo spietata e di una tenerezza finale che non può lasciare indifferenti. Non voglio neanche accennare alla trama se non che lui scopre che la moglie, durante la sua lunga detenzione, ha dovuto campare come prostituta per mantenere la famiglia.
Le rigide regole dell’onore curdo prenderanno il sopravvento, lo devono. E qui assistiamo veramente ad un episodio che è una vera mazzata nello stomaco ma allo stesso tempo di un lirismo crudele che crescerà sempre di più in un finale tanto atroce quanto commovente e delicatissimo. Veramente un capolavoro.

Il film ha avuto, come detto, moltissime versioni a causa delle più svariate vicende. Girato dall’assistente Serif Goren su sceneggiatura in carcere di Yilmaz Guney, verrà montato e presentato al festival di Cannes dopo la rocambolesca fuga di quest’ultimo dal carcere turco e la sua salvezza in Svizzera. Per lunghissimi anni è stato appunto oggetto di dispute sul copyright tra gli eredi di Guney e il distributore svizzero e i numerosissimi riferimenti politici al Kurdistan (di cui, come detto, viene persino pronunciato il nome che è proibitissimo in Turchia), alla cultura curda e alla situazione politica di quel periodo han fatto si che è stato dovuto alleggerire di alcune sequenze, battute o riferimenti per poter essere presentato sia sul mercato turco con moltissimi anni di ritardo che ai recenti festival internazionali in una versione (“Full version”) che in realtà è estremamente mutilata e manipolata per non offendere la suscettibilità del governo turco sullo spinoso tema del Kurdistan e della situazione carceraria.

Però rimane un film che, in almeno tre episodi, è di una bellezza straordinaria

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circa la bellezza sovrana del film quoto anche le parole non scritte, e dire che all’epoca il trailer mi intimoriva. dovrei ancora averlo in chissà quale scatolone. un’opera davvero superiore. torno presto con flani e nutrita rassegna stampa.

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mi hai solleticato parecchio
è reperibile in versione “uncut”?
in caso affermativo come si può riconoscere, dalla durata?

io avevo il dvd turco con la copertina azzurra che non mi ricordo proprio se è la versione “alleggerita” del 2002 perchè c’erano i dialoghi in curdo e le canzoni curde. Non ricordo sinceramente se c’era la famosa frase dove pronunciano la parola “Kurdistan” e quindi non ti so dire se quell’edizione era completa. So che ne esiste un’altra versione, sempre in Turchia con la copertina nera nella serie “Turk Filmleri” della Imaj. Non no se siano identiche o una sia completa e l’altra meno. Però vedo che è uscito in diverse altre salse in Francia, in Olanda e da altre parti.

Sul tubo mi pare di aver visto diverse versioni di diverse durate. Di sicuro una versione taglia completamente l’episodio “incriminato” di Mehmet, quello che torna al suo villaggio al confine con la Siria dove imperversano gli scontri tra curdi ed esercito turco.

Poi, come detto, ci son le versioni in cui tale episodio è presente ma sono stati tagliati alcuni dialoghi, la frase in cui viene menzionato il Kurdistan e alcune danze e canzoni curde.

Ma a dirti la verità, ora come ora non saprei dirti quale sia la versione più completa. Io ho sempre fatto fede alla prima edizione in DVD turca con copertina azzura che mi pareva integrale

Penso che la versione da 110 minuti sia quella completa però occhio: anche la “full version” del 2017 dura 110 minuti perchè aggiunge girato extra che non fu montato nella versone presentata a Cannes (fu imposta una durata massima di 110 minuti, appunto) ma omette le parti sopra menzionate. Un colpo al cerchio e uno alla botte insomma. Perciò la “full version” la eviterei anche se quelle scene addizionali che rimpiazzano quelle rimosse per non far incazzare il governo turco potrebbero avere un loro interesse. Leggo qui:

che addirittura questa “full version” del 2017 introduce persino una sesta storia nella trama. Questo ovviamente - a parità di durata con la versione “grezza” presentata a Cannes nel 1982 significa solo che là dove è stato integrato un episodio inedito e altre scene inedite, molte altre scene della versione originale sono state sacrificate per i motivi sopra esposti. Potrebbe avere il suo interesse filologico ma a dire la verità con tutta la selva di versioni che circolano, capire quale sia quella effettivamente proiettata a Cannes è un bel dire. Io ho sempre avuto la versione DVD della Gala Film che mi pareva abbastanza completa, anche se non ho mai fatto paragoni con le altre versioni che nel corso degli anni son spuntate fuori.

Insomma… la risposta è: “boh”.

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Qui c’è un interessante saggio che parla di tre versioni del film: quella presentata a Cannes nel 1982, quella del 1993 finalmente sdoganata dal governo turco ma alleggerita di molti riferimenti al Kurdistan e la “full version” del 2017 che parte dalla versione alleggerita del 1993 ma reintroduce un eposodio inedito e altre sequenze scartate all’epoca fermo restando i tagli censori del 1993.

A quanto pare tutte queste versioni cicrolano. Non ho più il DVD della Gala Film (comprato verso il 2011) per dire a quale delle tre versioni facesse riferimento. Probabilmente a quella del 1993, però vedo che in rete esistono tantissimi dvd da tanti paesi che potrebbero contenere diverse versioni:

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Bastard, ho il lieve sospetto che di cinema turco ne sai più tu, rispetto a tanti indigeni. Dovrebbero darti la cittadinanza turca onoraria, e relativo passaporto. Se poi vuoi accettare o meno, lo ignoro…:shushing_face::grin::tongue::cocktail:

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mah, no… già @A.N è 100 passi avanti a me per quanto riguarda la cinematografia di colà, è lui il vero esperto. A me piace la Turchia, mi piace passarci il tempo e vivere a contatto con la gente e, di conseguenza, conoscere anche le storie, ogni tanto qualche attore, regista, produttore, negozi, nostalgici del cinema che fu e studiosi ma la cittadinanza se la dovrebbe meritare più il nostro espertissimo per meriti acquisiti in anni e anni di ricerca. Poi, per l’amor di Dio, pur di scappare via da qua, la prendo volentieri anche io :smiley:

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Già uno che dice “mi piace la Turchia” merita la cittadinanza honoris causa. A prescindere dalla sua volontà…:nerd_face::clown_face:
P.S. Complimenti comunque per la tua competenza sulla cinematografia locale, ed entusiasmo contagioso in merito. Io oltre “Baskin” non sono andato. E mi era piaciuto, intendiamoci…:smiling_face:

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Caro Francesco, ti ringrazio di cuore per le gentili parole. Ma non scherziamo, di cinema turco io so un centesimo, ma che dico, un millesimo di quello che sai tu. Ho imparato tantissimo da te, e leggo sempre i tuoi post con molto interesse.

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è che purtroppo non si trova molto di film loro nella nostra lingua o sottotitolati. E si che, a parte la sterminata produzione di genere, ci sono moltissimi film anche neorealisti, soprattutto a fine anni 70 o subito dopo la fine della dittatura che meriterebbero assolutamente di essere visti

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oh beh, via, così si va OT :smiley:

Diciamo che, come scrissi nel mio blog tanti anni fa, la cinematografia turca è sempre stata strana: aveva come punti di riferimento il cinema di genere italiano, francese, europeo così come una profondissima visione dei problemi sociali, politici ed economici del proprio paese. Così europea nella vicinanza di intenzioni ed idee e così “chiusa” o meglio indirizzata al Medio Oriente come mercato di riferimento che se non fosse per i pochi registi europei andati colà per le coproduzioni (Bergonzelli, Zurli, Hofbauer, Garrone), di tutto quel ben di Dio da noi non è arrivato praticamente niente se non attraverso qualche festival di altissimo livello. Guardavano all’Europa per crearsi la propria sfera di influenza e di distribuzione al solo medio oriente, in aperta concorrenza con l’Iran pre-Khomeini. Tanto che, anche in Iran negli anni 70 i film più gettonati erano i nostrani spaghetti western, Ciccio e Franco, i polizieschi, Maurizio Merli… mondi così vicini ai nostri eppure allo stesso tempo così lontani, forse volutamente o semplicemente per creare una via mediorientale parallela al cinema di genere e d’arte che andava in Europa tra gli anni 60 e 70. Magari con mezzi e affinità tecniche non sempre all’altezza, ma come intenzioni assolutamente si.

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Se ci pensiamo bene… commedie erotiche alla Dottoressa o Soldatessa o Ripetente in Turchia avevano le loro versioni popolarissime e di successo. Così come i vari Django o gli spaghetti western avevano le loro belle versioni turche. Così come film dove abbondavano scienziati pazzi, supereroi, sadiche eroine in calzamaglia armate di frusta, eroi neri alla Kriminal… o, ovviamente i film storici tra pirati, peplum, guerrieri antichi di cui non si contano i film realizzati. perchè? Perchè erano generi (cinematografici e fumettistici) che anche in Turchia andavano di brutto. Cinematografia di imitazione? Si, ma l’imitazione non ha successo o seguito se non c’è il pubblico che la apprezza e la richiede. E in Turchia c’era una straordinaria affinità di gusti con il pubblico che riempiva le sale cinematografiche italiane. Questi film se erano popolarissimi in Turchia mentre in paesi come Cina, Malesia, Thailandia o anche Russia, Finlandia, Svezia non avevano praticamente nessun seguito, un motivo ci sarà pur stato. E’ che i gusti del pubblico turco erano estremamente simili a quelli del pubblico italiano, francese, spagnolo. Non è un caso che i fumetti classici della Bonelli o della EsseGiEsse siano ancora popolarissimi perchè per loro questi sono gli eroi della loro infanzia, dei loro riscatti sociali. Così come i vari Killing, Kriminal che rappresentavano la voglia di rottura e di trasgressione che, come in Italia, attraversava la società turca (liberissima, completamente occidentalizzata, creativa) della fine degli anni 60 fino a tutti gli anni 70. Culture per certi versi molto simili - perlomeno nelle parti più ricche, avanzate, evolute del paese: non certo nelle zone più povere ed arretrate che, come tutte le zone povere ed arretrate del mondo vivono ancora di schemi culturali più conservatori.

E per quanto riguarda il cinema realista, o neorealista… per me è il solito discorso: i film turchi hanno una profondissima carica sociale e politica che riflette l’animo estremamente politicizzato dei turchi. Che sono come gli italiani: molto politicizzati, sempre schierati (per una parte o per l’altra), contestatori per natura, anarchici per vocazione o per spirito, ma sempre pronti a mettere in discussione la situazione politica, economica, sociale della realtà in cui vivono. E’ difficile trovare in altre cinematografie di altri paesi - in particolare quelle asiatiche dove c’è si film di profonda carica di denuncia sociale ma quasi mai o mai di natura politica perchè criticare il governo e le sue forme di gestione del potere è considerato un sacrilegio o un argomento di cui non parlare. Non tanto per motivi di repressione (che ci sono, ovviamente, ma ci sono anche in Turchia e artisti, registi, scrittori lo hanno sempre sfidato apertamente) ma proprio perchè - come mi dicevano in Cina - meglio parlare di cose belle che di cose brutte, per anestetizzare, per farsi scorrere tutto addosso e pensare solo agli aspetti più belli della vita, perchè parlare di cose brutte, a cosa serve?. E là dove c’è la critica sociale, c’è sempre quasi una sorta di morale da imparare per comportarsi bene pena le conseguenze.

Ecco, in questo forse anche il cinema di denuncia turco è molto simile, per intenzioni, per obiettivi da colpire e denunciare, alla cinematografia italiana o europea in primis, prima ancora che a quella tipicamente asiatica. Anche a costo di rischiare il carcere, le persecuzioni, la propria vita.

In questo mi piace il cinema turco, per la sua straordinaria vicinanza alla nostra visione mediterranea delle cose, sia nel far ridere che nel far incazzare o smuovere gli ideali politici e sociali degli spettatori. Ma forse perchè siamo culture - quelle mediterranee - molto legate allo schieramento e alla militanza politica, alla denuncia senza compromessi, al far vedere e assaggiare la merda piuttosto che annusare fiorellini. O forse, lo eravamo. Oggi, non so. Tutto cambia.

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Ecco, appunto. Oltre alla tua competenza, ammiro la capacità di scrivere lunghe pappardelle esplicative. Senza peraltro mai risultare pedante, presuntuoso o noioso. La tua, è classe, caro il mio Bastard…:heart::partying_face::handshake:

Incuriosito dai racconti di @bastardnasum ho recuperato la versione del 1982 e quella del 2017…
Ora mi piacerebbe fare una bella composite edition che assembli tutti gli elementi assenti nell’una e nell’altra versione… Uno di quegli stupri filologici che fanno venire il mal di testa al povero @A_N :joy: :sweat_smile:

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Ottimo!
Tra l’altro nello studio linkato ieri si parlava di una versione che secondo il progetto originale di Guney sarebbe dovuta durare 150 minuti, una volta completato il montaggio definitivo.
Chissà se combinando la versione del 1982 con quella del 2017 (che aggiunge il sesto episodio non montato nella versione di Cannes 1982 e diverse sequenze alternative o scartate) non venga fuori questa famosa versione che purtroppo non si è mai concretizzata all epoca per la morte del regista

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in tutto ciò ora vorrei tanto sapere che versione ho visto io nel 2013