A Clockwork Orange - Arancia Meccanica (Stanley Kubrick, 1971)

No no, figurati, pure il Generale non è un fan del film. E’ che proprio non condivido.

Ti concedo il beneficio del dubbio e provo a risponderti seriamente. Dire che “Arancia Meccanica” è una pellicola che si propone “finalita’ sociologiche e cioe’ l’esorcizzazione della violenza medesima” vuol dire aver capito ben poco del film. Diciamo che sei giusto un gradino sopra a quelli che ci hanno visto solo la glorificazione della violenza medesima, ovvero a chi proprio non ci è arrivato. Ti consiglierei di rivederlo, magari un altro paio di volte, per cercare di afferrare meglio i dettagli che danno significato al film.

O, meglio ancora, leggiti il libro. Quello non l’ha scritto Kubrick, quindi potrai leggerlo senza avvertire il bisogno di dover criticare a tutti i costi il “regista intoccabile” di turno.

Sulla "deliranza"del commento…definiscilo pure come vuoi,io non mi offendo.,anzi, sono onorato di essere attaccato: ma non sara’ mica perche’ non ho tessuto le lodi di questo film, mentre psicologicamente ci si sarebbe aspettati che chichessia lo approvasse necessariamente ?:slight_smile:

Non lanciarti in iperboli psicoanalitiche che non puoi permetterti, un film può piacere e non piacere (così come un regista), ma le opinioni e le critiche devono avere un senso, altrimenti lasciano il tempo che trovano.

come direbbero gli Abba: Mamma Mia! Io non voglio entrare nello specifico della discussione ma da quel che ho letto mi son fatto l’idea che questo anchorman abbia voluto farsi notare criticando in maniera pomposa e approfondita (a suo modo di vedere, perchè a mio modo è solamente fuoriluogo e quasi del tutto incomprensibile) questo film ritenuto non a caso una delle massime espressioni dell’arte cinematografica.
Tutto ruota sull’originalità. Ma a parte il fatto che un capolavoro non per forza deve essere originale… ma cazzo questo lo è! Poniamo per un attimo che la tematica non sia originale, ma Kubrick è un regista, uno che narra con le immagini, e ha fatto un’opera totalmente originale e di una bellezza incredibile. Anche solo visivamente, svuotato dai contenuti, questo sarebbe un capolavoro. Solo certe inquadrature anticipano di anni e anni certe opere d’arte e fotografie.
In realtà per l’epoca in cui uscì era originale anche il contenuto.
Se poi si vuole parlare in senso lato, della Bibbia e degli archetipi presenti nel sottotesto non solo di arancia meccanica ma di tutta la cinematografia e di tutta la letteratura allora non finiamo più, è un discorso fuori luogo e troppo vasto in cui forse solo chi è laureato in materie umanistiche è preparato e competente. Ma non si più dire “arancia meccanica è brutto perchè non originale perchè parla di violenza e di violenza si è già detto tutto con Caino e Abele.”
(anchorman, non rispondermi dicendo che non hai mai detto questo perchè ho forzato volutamente il concetto che ho inteso dal tuo intervento).

Vista la buona volonta’ del forum, ti rispondo pacatamente e semplicemente, dicendo che inquadrature originali. se lo sono, non giustificano un discorso filmico che non esprime nulla di nuovo riguardo al tema trattato. Kubrick, ha diretto film sicuramente ben piu’ originali, ha fatto liberta’ sua un certo tipo di scelta su Arancia meccanica, che avvalla la non originalita’ a mio avviso del prodotto, Tutto qui.

ma dimmi un film che affronta la tematica di arancia meccanica, in quel modo, con la stessa efficacia e che sia antecedente ad esso. e che abbia scatenato lo stesso dibattito e che abba anticipato i tempi allo stesso modo. magari esiste, io non sono un gran esperto, ma così su due piedi non mi sovviene.
se però mi dici che arancia meccanica non è originale perchè Dio lo aveva già fatto con la Bibbia… non ci sto più al dibattito…

Gentile amico moderatore, io non sento il bisogno di attaccare nessun regista famoso di turno.
Se ti pare che io faccia iperboli psicanalitiche, e’ comunque una prerogativa che spetta pacatamente a me:se posso o non posso permettermelo, questa e’ una condizione mia; io ho argomentato semplicemente il mio pacato dissenso, su un’opera che trovo non abbia tutta quella eccezzionalita’ che gli si attribuisce.Se a te pare diversamente, ben sia anche il tuo diversamente. Ma io sono io, tu sei tu e gli altri sono gli altri e Kubrick e’ Kubrick .

ecco. questo lo quoto in pieno.
Kubrick è Kubrick e… fidati… non ha fatto il famigerato Mela Robotizzata.
Arancia Meccanica è ben altro e certamente è impossibile ridurre un capolavoro come questo, che tratta non il tema facile della violenza… ma una molteplicità di temi importantissimi… per di più in modo magistrale… dicevo è impossibile -anche sforzandosi- ridurlo ad una definizione come questa: “un discorso filmico che non esprime nulla di nuovo riguardo al tema trattato”.

detto ciò, pensa quello che più preferisci.
sei perfino in ottima compagnia: l’ultima volta che ho sentito dire assurdità su Kubrick risale a tantissimi anni fa… durante uno stage cinematografico… fu quel genio di Aurelio Grimaldi che, dall’alto del suo poderoso “Macellaio”, affermava che Kubrick è un regista sopravvalutato: ha fatto solo dei film commerciali.
ma non solo Kubrick eh… anche Hitchcock.

come vedi non sei il solo lungimirante;)

è semplicemente della scuola di pensiero di Stanis LaRochelle.
(purtroppo non trovo il video su youtube)

EDIT: trovato (al minuto 4:50 circa)

[flash]http://www.youtube.com/v/09kiybZZoOU&hl=en&fs=1" type=[/flash]

Non hai capito una singola parola di quello che ho scritto, ma va tutto bene, viva il relativismo al potere.

E comunque, se ancora avevate dei dubbi, questo è un troll fatto e finito.
Da parte mia, passo e chiudo.

arancia meccanica è una favola nera e sgarbata dove il regista ti impone di parteggiare per un protagonista stronzo e bastardissimo

i dialoghi per la cura e la precisione sono a livello di un tappeto di fiori fatto dai monaci tibetani; nessun attore nemmanco l’ultima delle comparse, nessuna scena, nessuna inquadratura, nessuna musica, nessun particolare, niente di niente è nemmeno un gradinuccio piccoluccio piccoluccio sotto la perfezione

che c’entra l’originalità, pure le favole normali si assomigliano un pò tutte

poi per carità esiste il gusto personale e come ciascuno se lo sviluppa e se lo cura

odissea 2001 casomai è più originale ma a me mi ha sempre fatto due palle come due mongolfiere e non sono mai riuscito a vederlo intero dall’inizio alal fine, certo mi son sempre detto son problemi miei

Ed avrebbe potuto benissimo farlo, tanto il tema sarebbe stato lo stesso…non e’ che Kubrick sia sopravvalutato:e’ quel suo film ad esserlo.Vedi 2001:li’, si ‘che siamo di fronte al capolavoro:il destino dell’uomo dalla preistoria al futuro dei computers autopensanti in cui e’ presente il monolite:un un misterioso quid che va oltre la storia umana e preesiste da sempre:qui, si che Kubrick e’ genio, genio anticonformista ed autenticamente originale…ma sull’altro film…

Il modo ovvero lo stile espressivo, che e’ il"viatico" del contenuto ,deve, per poter avere esso stesso valore, fondarsi su di un contenuto solido e valido.Se io vendo un panettone stantio incartato con carta stagnola luccicante e colorata,non ho venduto un prodotto di pregio:ho venduto un prodotto che appare pregiato.Il dibattito per lo piu’ viene ,ed e’ pure giusto che sia cosi’ ,scatenato dai sostenitori, ed hanno tutto il diritto di esserlo , di un qualcosa che se riconsiderato e riponderato come non cosi’ performante, provoca una loro reazione.E giustamente.Tutto qui.:slight_smile:

beh, se tu sei serio quando paragoni quell’imbarazzante ipotetica vaccata di Mela Robotizzata ad Arancia Meccanica… e se sei serio quando appiattisci le notevoli implicazioni persino filosofiche del film di Kubrick tirando in ballo inutili teorie sul “genio anticonformista e originale”… beh… contento te… inutile proseguire il discorso.

Arancia Meccanica, ovvio, può piacere o non piacere. su questo sono d’accordissimo.
a te non piace, e su questo non discuto nemmeno.
le argomentazioni che porti per suffragare le tue tesi, però, per quanto mi riguarda fanno acqua -direi un oceano- da tutte le parti.

tu sei rimasto alla superficie più scontata del film… ma il film è tanto altro.
è come se io dicessi che il Paradiso Perduto di Milton sia sopravvalutato perché tratta un tema poco originale.

con questo concludo anch’io.
e già che ci sono una di queste sere mi gusterò per la centesima volta Arancia Meccanica.

Perche? Non e’ forse originale Kubrick in 2001?
Portami, se vuoi una argomentazione favorevole alla tua opinione, la esaminiamo insieme e tranquillamente vediamo.:slight_smile:

l’originalità non è -per quanto mi riguarda- un parametro valido per stabilire il valore e l’importanza di un film.

mi limito soltanto a dirti due semplici cose:
2001 è un film ispirato al racconto di Arthur C. Clarke “La sentinella”.
Arancia Meccanica è tratto dall’omonimo romanzo di Anthony Burgess.
punto.

a Kubrick dell’originalità non gliene fregava nulla… a Kubrick fregava di fare Cinema.
e, con buona pace dei detrattori, ci è sempre riuscito.

il problema dell’originalità -o meno- di Arancia Meccanica… francamente non esiste.

con ciò ho concluso. questa volta davvero;)

Liberissimo di chiudere quando vuoi,posso tranquillamente chiudere anch’io senza che il nostro dialogo abbia scossoni o traumi,ma desidererei brevissimamente polarizzare la tua attenzione sulle tue stesse affermazioni:

  1. L’originalita’ come non-parametro per valutare un film.Benissimo.Ma se togliamo questa, cosa rimane?Andiamo sul piano artistico o della qualita’ delle altre componenti?

2)A Kubrick fregava di fare cinema…si’ certo…ma se e’solo per questo tutti potremmo fare cinema e tanto piu’ oggi che, come dice qualcuno le cineprese stanno nei taschini.A meno che alla parola cinema, non attribuiamo un senso implicito di eccellenza.

  1. Il problema dell’originalità -o meno- di Arancia Meccanica… francamente non esiste.Ed allora? O diamo per scontato che ne abbia a tonnellate oppure, non ne ha per nulla, ma allora devono eccellere tutte le altre componenti. Sara’ che eccellono.Ma eccellono? E non sto sminuendo per il gusto di sensazionalizzare. :slight_smile:

“Il modo ovvero lo stile espressivo, che e’ il “viatico” del contenuto , deve, per poter avere esso stesso valore, fondarsi su di un contenuto solido e valido. Se io vendo un panettone stantio incartato con carta stagnola luccicante e colorata, non ho venduto un prodotto di pregio: ho venduto un prodotto che appare pregiato.”

Qui mi va di dire la mia, non tanto sul regista in questione (troppo al di là delle mie modeste forze critiche), ma solo sul concetto espresso sopra.

Il cinema, così mi dissero e così ho constatato di persona, sarebbe l’arte in grado di contenerle tutte. Letteratura, pittura, scultura, architettura, poesia, cinema stesso. In un film entrano i gusti letterari, architettonici, poetici e così via di chi lo mette in moto. Non sempre dalla porta principale, vero!, a volte dalla finestra e senza manco l’invito. Non deve stupire quindi incrociare temi, impressioni o malcelati rimandi; qui come altrove. Un regista di solito legge, ascolta le opere altrui, assiste a spettacoli teatrali, dibattiti e tavole rotonde… Un regista fa comunque opera di intelletto e nessun intellettuale passa la vita confrontandosi esclusivamente con il vuoto pneumatico. Le arti, tutte quante, cagionano sul Mondo. Che poi lo si chiami Natura oppure Morte, questo non cambia nulla: è quella la pappa di cui si nutre l’Arte. Naturale quindi mettersi a raffigurare qualcosa su cui già in molti avevano cagionato a modo loro, tempo prima.

La Forma Ed Il Contenuto: Il Cinema Senza Buccia?

Il panettone di cui si parla sopra lo si consuma e, generalmente, ci si disfa della confezione. Buono o cattivo che sia, di un panettone esiste la fine (ok, a casa di Venticello tengono in credenza un Bauli Gran Mignon dall’83 aspettando di scodellarlo alla zia ricca, chè quando crepa lascerebbe una grassa eredità). Di un film quasi mai. Voi non ne divorate la trama (e tutta la cultura che ci sta dietro) e buttate via le immagini che la ricoprono. Un film vive del concerto, della simbiosi e del respiro di più parti. Il valore dell’opera filmica, quando viene considerata opera d’arte o capolavoro, si spinge ben al di là del valore della sceneggiatura o di una singola prova attoriale. Qui dentro chissà quanti film conoscete che sono diventati di culto, film che, se smembrati in ogni loro componente, non rivelano proprio alcunché di eccezionale. Eppure, come opere fatte e finite, si pongono come una sorta di Cometa a guida dei giovani (e meno giovani) Gaspare, Melchiorre e Baldassarre del nuovo cinema (vaccaboia sta storia dei Re Magi Negri sempre ce la piazzo neh?).
I francesi chiamano il regista “metteur en scène” e non sarebbe male fare la traduzione, dal francese all’italiano, di quelle tre paroline. Ve la fo io che alle medie ho studiato quella lingua con profitto e la prof mi invitava poi sempre a casa sua per le ripetizioni: “chi mette in scena”. Sarebbe il tizio che apparecchia, dispone e sincronizza il lavoro di tanti altri (vi pare poco?), mettendoci del suo. Quando apparecchiate con assoluta maestria (proprio come vi han insegnato all’alberghiera) la tavola perché il Marcellino viene a trovarvi e dovete fare un gran figurone, quando mettete giù i piatti a regola d’arte, pensate forse che quei piatti li si dovrebbe ridisegnare, ripensare ed intervenire sulla cultura popolare locale per ottenere una tavola che faccia batter le cigliona al vostro beneamato e succosissimo Marcellino? No eh? E così, immagino io, Kubrick s’è concentrato sull’illuminazione di ogni oggetto e personaggio, sui movimenti di macchina, su quei prodigiosi fish-eye che dilatano a dismisura lo spazio della violenza raffigurata, sui primi piani debordanti, sul rapporto grottesco fra il raffigurato e l’accompagnamento musicale etc. etc. etc. Non credo proprio che il regista abbia impiegato il tempo nel criticare il rapporto fra letteratura, società, violenza ed alienazione così come si era evoluto fino ai giorni suoi. Il suo contributo, comunque notevolissimo in assoluto, resta e rimane il suo film che fotografa una rappresentazione della violenza che, nel 1971, non ricorda nonni, bisnonni, prozii o trisavoli in grado di inficiarne la potenza. Qualcuno afferma che nemmeno i nipotini abbiano tirato fuori qualcosa di qualitativamente equivalente, ricordandoci di rapportare sempre un film al contesto temporale in cui viene partorito.

Per tornare al panettone ed alla sua confezione esulando per un momento dal cinema, mi permetto di rubarvi altro tempo.
Ma siete così sicuri di saper scorgere dove finisce la “buccia” (la carta del panettone) e dove inizia il contenuto, il cuore, ciò che rende notevole o meno un “prodotto”?
Ma siete così sicuri poi che si possano sempre “dividere”?
Monica Bellucci, se fosse zuccona come una capra, finirebbe di essere considerata un capolavoro di mediterraneità?
Una creazione di Pininfarina, se fosse spinta da un motore tecnologicamente fermo ai tempi dei faraoni, sicuri che non verrebbe esposta al MoMA ugualmente?
Se vi vendessero un panettone marcio, ricoperto però da un packaging creato dal Warhol, lo buttereste via?
Senza arrivare alle provocazioni della merda d’artista, rileggetevi alcuni miei interventi qui dentro. Ci trovate osservazioni degne di un genio? Non credo eh? E perché sti miei interventi sarebbero ritenuti notevoli da alcuni eh? Evidentemente, credo io, perché la forma è tale da annebbiare il contenuto o, meglio ancora, la forma diviene spesso il contenuto stesso ed il risultato è uno solo, non parti appiccicate assieme tanto per dar di conto.

La grandezza di un poeta, di un fotografo o di un regista, sovente sta proprio nel portarci sotto gli occhi cose che noi vediamo tutti i giorni. E’ proprio la “forma” con cui ci vengono presentate però, la “forma”, che è in grado di illuminarne significati, valori e colori come non ne avevamo mai visti, pur guardando noi quel soggetto tutti i giorni.
Crederete mica che prima del Sabato Del Villaggio nessuno avesse mai parlato del passaggio dall’innocenza alle disillusioni dell’età adulta vero!?!

L’Arte è interpretazione, non innovazione. Proprio perché, come ho già detto, si occupa di contemplare il Mondo e non di crearne uno nuovo.

molto velocemente:

il fatto che io scriva “il problema dell’originalità -o meno- di Arancia Meccanica… francamente non esiste” non implica che io non riconosca l’originalità di Arancia Meccanica (un monumento cinematografico stilisticamente unico e innovativo). semplicemente non ritengo “l’originalità” il valore -o l’unico valore- su cui si può fondare la valutazione seria di un film.
e poiché tu quando parli di “originalità” ti riferisci al tema trattato, domando: “Lolita”, sempre di Kubrick, tratta per caso un tema “originale”?
mi rispondo da solo:
resta cmq un altro capolavoro kubrickiano.

avevo infatti scritto Cinema. con la C maiuscola.

scintillano.

Personalmente trovo Arancia meccanica un gran film per come dice determinate cose, più che per quel che dice. Mancanza d’originalità? Può essere, la trama del romanzo si rifà in parte alle apocalissi letterarie paventate da Orwell, Bradbury e compagnia bella. E allora? Pure Hitch mancava di originalità, di Psyco adoro la scena della doccia e del resto me ne po’ frega’ dde meno. Ma vuoi mettere l’uso di Rossini nelle scene più crude, il menage a trois al ritmo del Guglielmo Tell, le facce patibolari dei protagonisti accompagnate dal brano In morte della regina Elisabetta, lo stupro al ritmo di Singing in the rain? Situazioni che hanno trasformato questo film in leggenda, poi chi detesta il titolo in questione si faccia piacere quel che gli pare. Film commerciali, puah. Quale regista non ne ha fatti? Manco fosse un demerito.

La tua analisi e’ molto bella e molto onesta ed a mio avviso merita una risposta molto pacata, ed altrettanto semplice che e’ questa: ci sono spunti originali come solo Kubrick sa fare ,solo che a questo film vengono, a mio parere attribuite prerogative superiori a quelle che realmente ha cercando in linea con la spinta culturale innovativa tipica degli anni 70 di vedere in esso temi volutamente innovativi quasi fosse un obbligo tassativo rinnovare il cinema in quel momento.:slight_smile:

Sugli altri punti la risposta esiste gia’. Sul punto quotato, trovo di dover fare una annotazione:…scintillano…
C’e’ da rilevare in questo film una minuziosa cura degli arredamenti e delle scenografie, che e’ tipica di Kubrick e la presenza di inquadrature in figura intera in cui e’ stato abbassato il punto di osservazione della scena per conferire una prospettivita’ maggiore all’immagine. E va bene. Da qui pero’ a parlare di arte, credo che il passo sia lungo.

Assolutamente si: Il contenuto e’il contenuto e l’involucro e’ l’involucro.Credo proprio che del panettone che tu dici,o meglio a cui ti riferisci, non saprei che farmene se fosse vero quello che tu dici a proposito dello sterco d’artista,allora, potremmo giusto prendere uno sterco, non importa se d’artista oppure no, perche’ sterco e’ e sterco rimane, fotografarlo in primissimo piano, magari con la luce del tramonto arrossato sullo sfondo, che so del Duomo di Milano, aggiungere l’Halleluiah di Haendel, e poi dire che si tratta di un’opera d’avanguardia in cui l’artista, ha voluto esprimere nuovi canoni creativi che stacchino con l’espressivita’ tradizionale:uno sterco e’ uno sterco,anche se lo fai uscire da un’istituto di bellezza.

E sempre a proposito di sterchi, prendiamo un’po la materia in questione, con i dovuti guanti, modelliamola a forma di cioccolata e poi offriamola al cliente da mangiare, vediamo se la mangia…puo’ darsi che ci siano molti degustatori illuminati che affermano che si tratta di un nuovo gusto dalle sfumature tecnicisticamente genuine…
naturalmente la mia era solo un’esagerazione voluta: desideravo solo evidenziare il concetto.

Ed adesso prendiamo un ottimo panettone fresco al cioccolato vero e fasciamolo nella cara igenica pulita: quando lo apri e lo mangi, sentirai che bonta’. Vedi tanti artisti di strada, che magari sono bravissimi, ma non sono noti.
Ed anche questa era un’esagerazione per evidenziare il concetto.

Qui noto una fortissima predilezione per lo sterco; il suo aroma, la sua fragranza, la sua consistenza tattile, la sua impermeabilità e la sua inadattabilità.

Poi noto anche una notevole anelasticità di posizioni e vedute: il contenuto è il contenuto, la confezione è la confezione.

Ma… e il divenire? La dinamica degli eventi? La creazione? Il Big Ben? Il Sao Cafè? Lo scroto? La Befana? L’argilla? La terra? Gli umori femminili? Il buco del culo di sua nonna? La poesia? Le frammentazioni futuriste? La donzelleta che vien dalla campagna? Le Anime Morte? La giovinezza? Il Duce? L’Orca Assassina? Convoy Trincea D’Assalto? Piero Angela? Franco Angeli Editore? Farrah Fawcett? La “Vergine Madre, figlia di tuo figlio”? Andare? Venire? Tutto d’un tratto ritrovarsi? L’automobilina-di-sabbia-che-Agentespeciale-progetta-crea-dirige-filma-ai-bagni-Vatikaki-Rivabella_
-di-Rimini-col-più-puro-degli-amori-paterni-che-tutto-ma-proprio-tutto-il-tubo-s’è-commosso-eh?

E tutto questo eh?

Come lo chiamereste voi eh?

Che sarebbe eh?

Merda confezionata eh?

Sterco + packaging eh?

Eh no eh?

E’ il DIVENIRE no? (Sai a quanti l’ho suggerito durante i compiti in classe e ci ho fatto prendere “più che buono” a tutti eh?)

La Pietà, Michelangelo l’ha fatto di marmo. E allora? Marmo era, marmo rimane?

Che sarebbe sta ineluttabilità della materia e delle sue intenzioni eh?

Figa Mariuccia!, Kubrick ha preso sta cacchio di sceneggiatura - povera di idee quanto diamine volete voi - e ci ha messo su polpa su polpa, polpa su polpa. Ha messo polpa pure sul lavoro degli attori, altrochè! Ed io ho pure l’impressione che sto regista l’abbia fatto pendulo un po’ a tutti per quanta polpa ci aggiungeva. Ma a volte pure, di questa polpa, lui ne toglieva.

Aggiungi di qua, togli di là… sai che è rimasto dell’iniziale idea di ultra-violenza?

Non si può continuamente portare avanti un ottuso cinismo che tutto appiattisce eh? Non si può far finta di non accorgersi della titanica impresa. Non si può rimaner del tutto frigidi innanzi a sto vista-vision di sensibilità cinedelica eh?

Wè! Va bene non strizzarsi le mutandine dopo la visione di Arancia Meccanica, va bene rivolgere le proprie passioni altrove ma cercare di sminuire la notevole potenza penina di sta pellicola proprio non s’ha da farsi eh?

Il Buon Panettone Alla Carta Di Cesso Ricoperto.

Vende poco. Te lo dico subito.
La gente si fa più che fottere da quello che gli occhi, la vista, i colori consigliano. E’ quasi sempre la vista, difatti, che fa da apripista agli altri sensi.
Tu sei lì all’ortofrutticolo, vedi la Tuscia (sarebbe la morosa di un noto forumista). Sciattissima lei si affonda le dita nel naso e poi, con quel che ci ha trovato dentro, pensa bene di confezionarci un piccolo-grande Big-Jim per il figlioletto. Ti vien forse il desiderio di avvicinarti a simile Grazia Del Creato per vedere che ti dicono tatto, odorato e palato eh? Eh no eh?
Poi vai a casa del Marcellino - Gran Bravo Omettino! - e noti quello stra-tocco-di-bionda-fulminante-ommioddio-ma-sarà-vera? E’ bionda di capelli, di pelo e di intenzioni e s’impigrisce sul puf del salottino. Le cosce, lunghissime, lasciano che i raggi del sole calante ci si soffermino a lungo: la Natura ha fiuto per la bellezza e spesso ci amoreggia. Poi ti chiedi che razza di paradiso ci possa essere fra quei trampoli di carne. E ti ricordi dei campi di grano dell’Ohio, dei sentori dell’albicocca, del miele che cola e appiccica. Allora sì!, sì che la vista chiama seco gli altri sensi e quello che ti verrebbe sensato di fare non c’è bisogno che io lo scriva qui.

Ecco!