ACAB - La serie (2025 - )

Una squadra del reparto celere di Roma viene inviata in trasferta in Val di Susa per fronteggiare i NO TAV ed il suo capo resta paralizzato per l’esplosione di una bomba carta. Ne segue una rappresaglia da parte dei poliziotti che avrà strascichi pesanti su tutti loro

A distanza di tredici anni ritornano sullo schermo (stavolta piccolo) le storie del reparto mobile di Roma ispirate dall’omonimo libro di Carlo Bonini. Si può definire un sequel anche se non c’è niente in questa serie che faccia riferimento al film se non il personaggio di Mazinga (Marco Giallini), stanco ed invecchiato rispetto al sè stesso di oltre dieci anni fa.

Il canovaccio è lo stesso: storie d’individui bastonati dalla vita che trovano un minimo di riscatto nel loro lavoro nel quale possono sfogare anche le pulsioni represse nella quotidianità. Si affiancano a Mazinga sostanzialmente tre nuovi protagonisti: il neo comandante Nobile (Adriano Giannini) che per una vicenda familiare attraverserà un processo di trasformazione; l’agente Sarri (Valentina Bellè), una madre single in continuo conflitto con l’ex marito alcolizzato; l’agente Lovato (Pierluigi Gigante), ex militare con una spiccata attitudine alla violenza impicciato in un rapporto sentimentale a distanza.

A mio avviso il limite di questa serie è che si poggia al 90% sulla prova degli attori che sono tutti bravissimi a scendere in questo gorgo di oscurità nel quale si svolgono le loro vite. Personalmente mi ha sorpreso Valentina Bellè che ha caratterizzato perfettamente questa donna che è stata costretta ad indurirsi sia per poter sopravvivere in un lavoro come quello ma soprattutto per difendere sua figlia dal male circostante. Mi è piaciuto tanto anche uno che non ho citato prima e cioè il comandante Fura, reso paralitico nella prima puntata. Si tratta di Fabrizio Nardi del duo comico Pablo e Pedro (il suo compagno artistico Nico Di Renzo fa una piccola apparizione nelle vesti di un istruttore). Mi ha ricordato tanto quei caratteristi hollywoodiani che danno un’impronta particolare al film.

Detto questo ho però trovato il tutto troppo pesante. Capisco la rappresentazione del dramma ma qui è un’ostentazione della sfiga dal primo minuto del primo episodio fino al finale scoppiettante. Con riferimento a quest’ultimo, non spoilero niente, ma vi scatterà inevitabile un confronto con il film ed è qui che ho capito quanto sia necessario il Sollima’s touch per poter fare una narrazione di un certo tipo. Non si respira per dire l’atmosfera di un Adagio, alla fine è tutto un po’ scontato nel suo incedere deprimente e quando finisce, almeno a me, vien da dire: “okay, non ho buttato il mio tempo ma non sento la necessità di un nuovo capitolo”.

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enough said. col tutto che a me non piacque neanche il film. passo.

Ottima serie ben realizzata con moltissimi colpi di scena e un cast affiatato che funziona e mai scontato. Ben trattati i temi “che devono esserci” grazie alle imposizioni piu o meno velate dei nostri tempi per le produzioni televisive, mi è piaciuto moltissimo Giannini (Certezza granitica) e la Bellè.
Giallini di grande presenza scenica ma quando parla non si capisce nulla. Peccato.
Divorata in un giorno e mezzo. Avercene in Italia.

Purtroppo non solo quando parla Giallini. Il suono in presa diretta è orrendo e più di una volta sono stato tentato di mettere i sottotitoli perchè mi perdevo intere battute.

GiaLLini non Giannini

Maledetto correttore automatico. Sistemato.

Inizi a dici , mamma mia ma che c’e ancora da dire oltre il film, invece devo dire che funziona tutto benissimo regia dinamica alcuni personaggi deboli , ma nel complesso devo dire mi ha convinto molto, non so’ se era voluto ma Giallini cede progressivamente la scena del protagonista a Giannini veramente sul ruolo alla grande.

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Ho provato a guardare a fatica le prime sue puntate ma mi sono fermato lì, per me noiosissimo e facevo fatica a capire le battute, soprattutto Giallini (che ho poi letto avere problemi alle corde vocali, infatti sembra che parli con una dentiera traballante in bocca!).
Vedo che qui invece ha riscosso successo, ma secondo me no Sollima no party.

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Beh, con te siamo due pari (@schramm non conta perchè non l’ha visto) :smile:

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