Acqua e sapone (Carlo Verdone, 1983)


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Anno: 1983
Regia: Carlo Verdone
Con: Carlo Verdone, Natasha Hovey, Florinda Bolkan, Glenn Saxson, Lella Fabrizi, Michele Mirabella, Fabrizio Bracconeri, Christian De Sica, Jimmy il Fenomeno , Guido Mariotti, Philip Dallas

Quarto film da regista per Carlo Verdone, tutto sommato è un film divertente a cominciare dalla grandissima Sora Lella in particolare la scena della telefonata!
La protagonista femminile e sicuramente molto carina ma nel ruolo da modella, che peraltro credo facesse anche nella realtà, mi è sembrata davvero improbabile,
simpatico anche Fabrizio Bracconeri in un ruolo da spaccone e molto diverso dal “Bruno Sacchi” di I ragazzi della 3 C.
Film capostipite di un cliché che Verdone ci propinerà nell’avvenire da Maledetto il giorno che t’ho incontrato a Perdiamoci di vista ecc…

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Senz’altro un bel film, da ricordare la scena di Verdone che si macchia con la crema e inizia a dire parolacce. Sora Lella e Bracconeri sugli scudi, come già hai ricordato.

La storia della povera modella sfruttata che scappa dai genitori eccetera l’ho sempre trovata così così, ma insomma.

Non male davvero. Verdone ancora con carte attoriali da giocare, la Hovey un bon bon, fortissimi la Fabrizi e Bracconeri, sempre elegante la Bolkan. Canzone degli Stadio, sui titoli di coda, orecchiabile e indimenticabile.

All’epoca dell’uscita Verdone presentò Bracconieri come un meccanico che “rompeva” il regista romano per un ruolo in uno dei suoi film finchè non lo trovò perfetto per Acqua e sapone. Il film a mio parere è uno dei meno riusciti fra i suoi primi film e forse anche quello che risulta più invecchiato. Presentatore della sfilata è Christian De Sica, che ancora si arrabattava in ruoli da caratterista e che pochi mesi dopo sotto l’ala dei Vanzina dopo Sapore di mare esploderà definitivamente con Vacanze di Natale.

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Rolando Ferrazza (o padre Micheal Spinetti se preferite :rofl::rofl::rofl::rofl::rofl:) e Wilma Walsh

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Purtroppo il povero Giovanni non può rispondermi, però De Sica era già abbastanza noto all’epoca avendo fatto due film da protagonista assoluto: LA MADAMA e GIOVANNINO che però non ebbero successo. Poi, prima di Verdone, aveva lavorato con Lado, Avati, Festa Campanile, Samperi, Rossellini e col padre. Aveva anche parecchia televisione alle spalle e addirittura un Sanremo (e un 33 giri). E ACQUA E SAPONE uscì dopo SAPORE DI MARE.

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4 novembre 83

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Aneddoto di Carlo Verdone sul dietro le quinte di “Acqua e Sapone”:

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Film carino, veramente acqua e sapone. Però ha il difetto di essere - quasi - un riproposizione di Borotalco: l’imbranato che si finge qualcun altro, più importante.

Comunque sebbene film “minore”, Verdone a quel tempo sapeva fotografare la realtà.

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A proposito di aneddoti…
Negli anni 80 già iniziavo a seguire poco la televisione, forse già per la qualità dei programmi veramente atroci trasmessi da mamma Rai(mi riferisco ai varietà della domenica sera sul secondo canale dopo Domenica sprint).
Guardai svogliatamente un’intervista di Carlo Verdone a Domenica in, prima di 90 minuto dove era ospite insieme a Natasha Hovey e Florinda Bolkan ospite per lanciare il film.
Il registattore raccontó che durante la scena notturna quando fu “sgamato” dalla madre di Sandy fuori della villa complici le luci troppo forti ci fu un’ invasione di moscerini e durante il dialogo se ne pappó davvero tanti.
La scena riuscì benissimo, ma furono costretti a doppiarla in sede di doppiaggio per via di colpi di tosse attuditi e strozzati in gola durante quel ciak.

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“Acqua e sapone” l’ho sempre trovato superiore a “Borotalco”, e non mi verrebbe mai di bollarlo come “minore”. In “Borotalco” la protagonista risulta piatta, e la Giorgi piuttosto che restituire le fattezze di una giovane donna, abbozza praticamente una quindicenne fastidiosa che va continuamente in visibilio per Dalla - certo brava sul lavoro e tutto, ma pure troppo plastica e irritante. E poi c’è la solita storia tutta italiana del protagonista che cerca di sistemarsi col lavoro, promette di sposarsi e ha pure il suocero tiranno. In “Acqua e sapone”, invece, l’aria che si respira è totalmente diversa, leggera anche se stratificata: il protagonista è un neolaureato bonaccione, ma pure costretto a fare l’incosciente perché stanco di dover subire le solite ingiustizie dettate dalla macchina burocratica. Benché formalmente non lo sia, ne viene fuori l’immagine di un professore sui generis e leggero, involontariamente divertente e simpatico proprio perché si ritrova ad essere goffo a causa dei suoi azzardi e grazie anche all’intesa che si viene a creare con la ragazza.
Detto questo, nonostante mi piaccia molto la prima parte della filmografia di Verdone, preferisco in assoluto i suoi film più “notturni”, quelli in cui è riuscito ad amalgamare bene, secondo me, una certa malinconia e una certa goffaggine col grottesco.

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