Africa Addio (Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi, 1966)

Rivisto oggi, sempre meraviglioso, con un commento italiano spesso pesantemente razzista certo, ma era anche il 1966 e la mentalità era assai diversa da ora. Comunque un documento storico su un’epoca ormai scomparsa assolutamente indispensabile. Il bel master BU, in epoca di bluetti & co., rimane sempre all’altezza, specie su upscalato con un lettore BR.

Rivisto oggi, dopo una prima visione nel 2008 che mi aveva lasciato perplesso mi ha stregato (complici anche diverse letture sull’Africa).
Tra i più controversi film della storia del cinema mondiale, Africa Addio è, a mio modestissimo giudizio, il miglior film di Jacopetti e Prosperi. Etichettati in maniera deficiente e ignorante con tutti gli ‘’-isti’’ possibili, stupidamente accusati di qualsiasi reato umanamente concepibile, i due grandi registi hanno realizzato invece un capolavoro, un grido disperato di rabbia impotente verso un continente ‘‘sedotto e abbandonato’’ dall’Occidente e incapace di trovare un’unità, tra guerre, sangue e tanto dolore. L’incipit mi ha sempre fatto venire la pelle d’oca per la sua intensità. Idee romantiche di libertà e indipendenza dell’Africa? No. Apologia del colonialismo? Nemmeno. C’è solo la violenza cieca di ambedue le parti e il pianto per un’Africa idealizzata, pura, che, se mai esistita, è costretta a scomparire nella sofferenza. Le scene ‘‘ricostruite’’ quella delle mani mozzate sono ovviamente necessarie le vere mani mozzate sarebbero diventate marce dopo poco rendendo impossibile la documentazione filmica per il film, e le accuse di falsità lasciano il tempo che trovano. Dal punto di vista tecnico il film, dopo oltre 40 anni, è ancora mostruoso. 10+. Colonna sonora di Ortolani sempre sublime. Un film semplicemente grandioso.

Africa addio fu girato all’alba e al tramonto per evitare la dura luce africana; il resto del tempo i nostri lo passavano nelle piscine dei migliori alberghi!
Pitt

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Rivisto ieri per la millemillesima volta assieme ad alcune persone che non lo avevano mai visto e che sono ancora sotto shock (non tanto per certe scene violentissime quanto perché si sono fatti la domanda: “Ma come diavolo è stato possibile girare un film del genere???”).

Io stavolta mi sono concentrato più che altro sul lato tecnico del film e, come ogni volta, sono rimasto davvero sbalordito.
Non penso di esagerare se dico che Antonio Climati è stato uno dei migliori operatori mai esistiti, uno dei più grandi di tutti i tempi. Fa delle cose allucinanti, movimenti controllatissimi nonostante la Arri che utilizzasse all’epoca fosse pesante e scomoda e nonostante fosse spesso zoomato all’inverosimile. E poi lavora benissimo con i fuochi, riesce a mantenerli anche in situazioni estreme. Quando segue gli animali in corsa lo fa in maniera sublime (ancor più se si pensa all’attrezzatura che maneggiava all’epoca). Adesso siamo abituati a vedere riprese simili in un sacco di documentari, solo che adesso vengono fatte con macchine da presa che facilitano enormemente il lavoro agli operatori (che comunque sono bravissimi) ma la Arri che usava Climati non era certo così maneggevole e comoda. Era pesante, non era facile da usare a mano, richiedeva un’abilità fuori dal comune per gestire i fuochi al volo… Insomma, tutta un’altra cosa.
Climati in Africa Addio fa cose stratosferiche e poi ha sempre un gran gusto cinematografico (guardate a volte come usa lo zoom in maniera intelligentissima).

Poi c’è anche Ortolani che magnifica le riprese di Climati con dei sincroni pazzeschi nelle musiche. Anche questa è una cosa di una complessità estrema e la cosa più notevole è che alla fine il risultato non è certo solo in funzione dei sincroni perché la colonna sonora è oggettivamente stupenda indipendentemente dalle immagini. Ortolani all’epoca era davvero ispiratissimo.

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Federico, ma secondo te per quale motivo questo film (ancora oggi conservo un bellissimo ricordo dopo averlo visto anni fa) ma anche i Mondo cane vengono ritenuti dei pessimi film (ad esempio così li reputa Film tv) ? io Africa Addio lo ricordo davvero stupendo e anche a me fece lo stesso effetto shockkante delle persone con cui lo hai visto.

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Per il semplice motivo che la “maledizione” di Jacopetti non finirà mai, anche adesso che lui è morto.
È sempre stato attaccato, calunniato, osteggiato, umiliato e ostracizzato perché non è mai sceso a compromessi, mai.
È rimasto libero fino alla fine e questo non gli è mai stato perdonato, tutto quello che faceva veniva sistematicamente denigrato solo perché l’aveva fatto lui.
Se Jacopetti avesse diretto “Otto E Mezzo” (tanto per citare un film intoccabile) avrebbero comunque detto che era una merda, che era un filmaccio e ci avrebbero attaccato sopra un sacco di etichette insensate.

Che poi lui fingeva che la cosa non lo toccasse più di tanto ma in realtà ha sofferto tantissimo per questo trattamento ingiusto che è continuato fino alla sua morte (si leggano certi tremendi coccodrilli apparsi sulla stampa italiana).

Comunque l’accusa più assurda che si può muovere a un film come Africa Addio (che è un capolavoro universale di cui il cinema italiano dovrebbe essere fiero invece che nasconderlo o ignorarlo) è che sia un film razzista.
Sembra che nessuno abbia mai capito la tesi del film (che, ricordiamolo, va contestualizzato nel periodo in cui è uscito) e nessuno abbia mai letto la didascalia finale.

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come già ebbi a dire in questi lidi, questo non è un film ma un “atto d’amore” vero e proprio. Uno dei miei film preferiti da sempre.

Forse il paragone non regge e magari è pure OT, ma provate a guardare “africa nera, africa rossa” di Lizzani e quindi parliamo di un regista che di certo non è classificato come “reazionario” ma che nel contempo non riesce ad andare oltre il taglio documentaristico della vicenda pur mettendoci un grande impegno emotivo, ed avendo per le mani uno spunto storico altrettanto valido.

“Africa Addio” così odiato e deprecato ha invece una poesia intrinseca che ineguagliabile, pur partendo da basi assimilabili al progetto di Lizzani.

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Ieri durante la proiezione catanese del mio documentario su Jacopetti e Prosperi c’è stato un piccolo sussulto quando ho mostrato questo titolo di un articolo d’epoca riferito proprio ad Africa Addio pubblicato su L’Unità (e firmato da Roberto Alemanno).

Questo per far capire che clima c’era allora…
(il resto dell’articolo è tutto sullo stesso tenore di questo infame titolo)

titolo davvero ignobile e gratuito. guardando e soprattutto ascoltando ieri i due registi mi domandavo: ma come riuscivano a sopportare tutto il veleno e le cattiverie che gli lanciavano contro? io avrei avuto il fegato spappolato dopo un anno. cmq, due Signori nel vero senso della parola. impagabile Jacopetti quando cita Cavara. documentario davvero sublime !

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Ops, chiedo venia…
Nel tentativo di spostare in un topic apposito i post di Trinidad e Caltiki riferiti al documentario ho involontariamente cancellato tutto :oops:
Me ne scuso…

Comunque per rispondere a Caltiki (anche se il suo post è sparito) dico che il mio documentario è stato già pubblicato nel dvd Camera Obscura di Mondo Candido anche se la versione proiettata a Catania e che adesso porterò un po’ in giro per festival e proiezioni pubbliche è decisamente diversa e molto migliore dato che ho avuto accesso a molto materiale che, per vari motivi, non ho potuto utilizzare per la versione pubblicata nel dvd.
La struttura del documentario è praticamente identica (anche se la nuova versione contiene qualcosa in più) ma il montaggio è immensamente più ricco.

Per il momento questa nuova versione non sarà commercializzata, vedremo un po’ in futuro.

Per restare in topic segnalo che la parte relativa ad Africa Addio copre circa 1/4 della durata complessiva del documentario, 30 minuti su 120.

È morto Antonio Climati.

Lo dico in questo topic perché questo è il suo film che più amo, quello dove fa le cose che più mi hanno emozionato ed esaltato.

È stato un genio e un maestro, io sono sempre stato un suo ammiratore sfegatato e mi dispiace tanto che la sua malattia mi abbia sempre impedito di incontrarlo, anche solo per stringergli la mano e dirgli cosa pensavo del suo lavoro.

È stato uno dei più grandi operatori della storia del cinema, forse proprio il più grande di tutti.

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…ehm…ebbene? :slight_smile:

Serve pazienza.
Il materiale c’è ma se non si trova il contesto adatto per farlo uscire bisogna aspettare.

resumè estivo del 1974

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