Dunque io considero il cinema un locale pubblico e fra pubblico & privato io ci fo sempre un leggerissimo distinguo.
Ma mi piace sempre e comunque mettermi in mostra e la mia spiccata personalità la tiro fuori ovunque e giusto-giusto alle volte tiro fuori anche dell’altro.
Con Renato e quell’altro energumeno rompi-cazzo, difatti, io al cinema non ci vo mai. Altrimenti sai che palle con quei due lì…
Il cinema è prima di tutto divertimento & svago, rilassatezza e stare bene con se stessi (che gli altri possono pure andare a farsi una peretta) quindi non venitemi troppo a scartocciare l’imene: è giusto che uno si accomodi comodo-comodo sulla cadrega, che si slacci di quel che è giusto la patta e che lasci andare quel che finalmente si deve proprio lasciare andare.
E non sto dicendo che si debba smarmellare l’arredamento del locale o che si debba importunare il prossimo del tutto a gratis, questo forse no, però tutta questa disciplina da busoni repressi non mi sembra il caso. Non mi sembra il coso. Ma forse-forse giusto un coso a caso.
Suvvia è così bello sganassarsi per una battuta formidabile o commentare la gnocca a pelo nudo che ci si mostra in super-vision.
Così com’è forte un mucchio commentare le belle fighe sedute in sala e dare del cornuto-mezza-miccia a quegli omuncoli che fan loro da manico.
Stessa roba ganza pestarci dentro una bella suoneria con le lucine strobo tipo luminarie del Bellagio il 31 di dicembre, no?
Razza di fessi l’uomo non è fatto per starsene dentro al guscio ad imitare la testuggine e tutta questa vostra timidezza esprime solo una certa confusione mentale, degno contraltare di un pene così moscio e smarrito che manco se lo munirete di Garmin fiuterà mai la vulva.
Quel video piazzato sopra poi, quel video lì, quello lo smoscia pure a Durellik il giorno che s’è ritrovato nel letto tutte-e-tre-le-Charlie’s-Angels-tutte-e-tre-tutte-nude-e-tutte-e-tre-con-tanto-di-quel-fuoco-fra-le-cosce-che-nulla-avevano-potuto-tutti-quei-bei-ragazzoni-del-New-York-Fire-Department.
Tutto ‘sto video tutto-nero-buio-al-bucio-di-culo-&-strazio-di-vacca non si può proprio vedere a tal punto che pure Derek Jarman – fosse qui fra noi – si farebbe un toast.
Quel linguaggio anglo-amerlocco poi, co’ tutte quelle parolacce scritte coi trattini in mezzo tipo “yer-you” (che fa tanto rima con Scooby-do) oppure “watn’t on loud” (che non lo scrivono manco più Thee Hypnotics nei titoli delle loro canzoni) è roba desueta pure fra i rappettari svantaggiati di Watts.
Ma questo è il meno.
Perché quello che da proprio fastidio è lo spirito, la politica del messaggio tutto che arriva – in linea di perfetta coerenza – da gente che ha unito i paninazzi e le birrazze amerlocche al cinema: lo spirito “bifolco” è stato rispettato.
Vantarsi e addirittura “pubblicizzare” – imbellettandole a guisa di video – le lamentele di un “account” (parola anglo & sassone che come poche cattura la mentalità di quella gente: un “cliente” rappresenta un “conto aperto”), oltre ad andare fortemente a sbattere contro la mia cultura - prettamente “europea” e che santifica la prevenzione e l’avvertimento PRIMA che si compia il fatto (e non la punizione DOPO il compimento della “nefandezza”) - va anche a sbattere contro ogni etica di buon senso predicata oggi in qualsivoglia scuola di marketing o corso serale per addetti al customer care.
Prendere a schiaffi un cliente dopo che ti ha gonfiato il portafoglio è roba che credo non digerisca nemmeno un rabbino dalla tripla-circoncisione.
Se si è costretti ad allontanare un cliente – usandogli pure la delicatezza del non-risarcimento – almeno che lo si faccia senza accendere i mortaretti tipo notte di ferragosto. La punizione l’ha avuta, quel cazzo di film ve lo vedete finalmente nel vostro beato silenzio, smettetela almeno di propagandare il vostro agire da bigo(lo)tti a tutto volume no?
Basta un’intelligenza media (ma vi voglio venire incontro… medio-bassa va!) per comprendere che un maleducato nei propri locali è già una sconfitta per chi ce l’ha fatto entrare e che buttarlo fuori, dopo, è come tornare a casa con un tre-a-zero in saccoccia quando gli ultimi due (auto)gol ve li ha fatti il vostro portiere…
Però è vero.
Però è vero che se siete amerlocchi, mangia-fagiuoli e dalla scoreggia tipo bovino-adulto, è vero che un po’ vi arrazzate sempre al cospetto di questo fare da reazionario mezza-pippa.
Eccheccazzo ma anche gli amerlocchi avranno il diritto di manifestare il loro sdegno in maniera appropriata alla loro cultura, condizione e bassezza morale no?
Ma certo, porca puttana!
Anche gente che vive al di là dell’Atlantico e che si è eletta a Presidente un pennellone color mokaccino, gente che ancora crede che Vidal sia un bagno-schiuma e non uno dei pochi americani ad aver perfettamente captato, compreso e raccontato l’imbecillità di un popolo tutto, pure scimmuniti di tale calibro han fatto di meglio nel campo!
Quello che vi piazzo sotto – prodotto del tutto americano ma che non manca di quel minimo di auto-ironia/critica che fa sempre bene – è quanto gente intelligente, davvero ganza ma pur sempre amerlocca, dovrebbe proiettare PRIMA dell’inizio del film vero e proprio.
Ammonire con spirito PRIMA, a mio dire, è sempre un bel po’ più utile (soprattutto a lungo termine) dello scalciare DOPO.
Io al cinema il cello lo lascio sempre acceso, suoneria al massimo ché mi piace far sapere a tutti quando mi chiama Giovannona oppure quando mi messaggia una bella giuggerellona dalle giovani chiappe ed è tutta roba che fa sempre un certo effetto quando la sente il vicino!
Negli anni ottanta a Milano e provincia c’erano un bel mucchio di sale a luci rosse.
No, i telefonini non c’erano ma capitava spesso che nella fila davanti alla tua ci fosse in corso un bel “succhiotto” per non dire del trenino a-ciuf-ciuf in pieno svolgimento nella fila di dietro e mai-che-sia-mai s’è presentato un vaccaro-succhia-fagiuoli ad accompagnare alla porta gli innamorati.
Qualche anno fa – ero in via Torino a vedermi Moulin Rouge – alla fine del primo tempo fui chiamato da un amico che necessitava di essere trasportato d’urgenza al pronto soccorso. E così fu che lo accompagnai al Policlinico e che non vidi mai la conclusione di quel film.
Tanto per amor di verità quel mio amico, oltre ad essere un fanatico del film in questione, vive pure di critica cinematografica ed è assolutamente uno di quelli che s’incazzano come una biglia al minimo sussurro durante una proiezione.
Sussurri & grida.