Una ragazza si risveglia sul posto del passeggero di un auto che ha appena avuto un incidente in un bosco. E’ completamente legata ed imbavagliata. Al posto di guida c’è una donna ferita nell’urto che immediatamente prima di morire maledice la sua compagna di auto. Particolare non trascurabile: la ragazza immobilizzata ha perso completamente la memoria…
Ieri sera in famiglia mi avevano proposto di vedere Sto Pensando di Finirla Qui ma vista l’ora e la durata (e con il senno di poi, vista anche la recensione di Swat) abbiamo virato su questo horror del quale avevo sentito parlare bene. Addiritura trionfatore ad un festival del mistero di Miami.
La mia colpa è stata di non far mente locale sul fatto che si trattasse di un film indipendente per cui forse l’asticella delle aspetattive è stata più alta di quella che doveva essere ma tant’è…
Lo spunto, per quanto non originalissimo, è interessante ed anche la messa in scena inizialmente mi aveva convinto. Questa location claustrofobica all’interno di un bosco buio e silenzioso è l’incubo di chiunque abbia mai percorso di notte da solo in auto alcune strade isolate in mezzo al bosco. Piano piano però il fascino inizia a scemare per vari motivi. Dal mio personale punto di vista il limite più grande è la protagonista. Il suo piagnucolare insistitito, senza variazioni sul tema, mi ha indispettito quasi subito. E’ talmente fastidioso che ti convinci che serve per preparare il cambo di registro con lei che tira fuori gli attributi e prende in mano la situazione. Rassegnatevi: non avverrà mai.
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Per fare un film con la one-location devi essere un predestinato e con rispetto parlando non mi sembra che Bruno lo sia. Vengono così fuori man mano che si procede le debolezze dello script, alcune situazioni surreali lei sul tetto della macchina con una miriade di zombi che fanno ben attenzione a non toccarle per sbaglio i piedi e scene prevedibilissime come il risveglio della guidatrice morta. Non parlo poi neanche sotto spoiler del finale. Dico solo che mi è caduta la mascella a terra.
Peccato perchè la confezione non è malvagia, con una fotografia convincente ed anche un buon trucco. Solo che se un’ora e venticinque minuti titoli compresi ti sembrano essere durati come C’era una Volta in America evidentemente qualcosa non va.