Anche gli orsi sognano - Il re del circo (Yuriy Chulyukin, 1970)

FILM COMPLETO IN VO

Film che da bambino mi sarebbe piaciuto tantissimo, sicuramente se lo avessi avuto in vhs intorno ai 10 anni lo avrei visto e rivisto fino a tritare il nastro.

È la storia di un orso ammaestrato che scappa da un circo durante un trasferimento in treno, e per la prima volta si ritrova a confrontarsi con la natura, i boschi, i fiumi, gli altri animali: un nuovo mondo che si apre davanti ai suoi occhi pieno di sorprese, cose insolite e meravigliose, altre strane e spaventose.
Il suo addestratore ingaggia una guida e si mette alla sua ricerca nella sconfinata e selvaggia foresta russa. Ma non è facile seguirne le tracce.

Magnifici paesaggi naturali tra boschi di betulle e di abeti, squarci di realtà sovietica del 1970 tra villaggi di taglialegna e altra gente impegnata in attività legate all’economia boschiva di una volta, quando l’uomo lavorava ancora in sintonia con madre terra.

Affascinante vedere l’orso che scopre la natura in tutte le sue sfaccettature, in una pellicola che precorre in alcune sequenze quel capolavoro che è L’orso di Jean-Jacques Annaud (ad esempio l’inseguimento della farfalla o la ricerca dei funghi - ma in questo caso il protagonista è più furbo e l’amanita muscaria non se la mangia).

Toccante ed emozionante anche il rapporto tra l’orso e l’addestratore, interessanti le sequenze in cui si mostra come avveniva l’addestramento dell’animale quando era cucciolo.

Finale triste in puro stile sovietico, anche se il doppiaggio italiano, che ci comunica i pensieri e le riflessioni dell’orso, forza il significato tentando di dare un’interpretazione più ottimistica, snaturando l’ultima sequenza e privandola di senso.

Film recuperato in italiano grazie ad un recente passaggio natalizio su Rete Oro, una delle ultime tv private dure e pure che ancora resistono e persistono imperterrite a trasmettere nei propri palinsesti film provenienti dai polverosi magazzini di chissà quale distributore. Chapeau!!!

Chiudo con una galleria di poster, come sempre quello polacco è bello ma forse quello tedesco è ancora più bello.

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