Uno dei tanti film XXX realizzati dal leggendario Joe D’Amato alla fine della sua carriera, vede la pornostar brasiliana Olivia Del Rio nel ruolo della regina egizia Cleopatra. La sua bellezza esotica si adatta perfettamente al ruolo, e appare splendida con i costumi e il trucco.
Gli appassionati di porno con trama rimarranno un po’ delusi, poiché dei 93 minuti, solo circa 27 sono occupati con la “trama” (sì, li ho contati). Tra i pochi fatti storici rappresentati, c’è l’assassinio di Giulio Cesare più esilarante e mal eseguito mai girato. Ho sentito che c’è una versione softcore, che include più scene di dialogo, ma no la trovo da nessuna parte. Immagino che le riprese siano avvenute nella primavera 1996, insieme a “Messalina”, “Caligola: Follia Del Potere” ed altri simili progetti.
D’Amato non era molto interessato a sviluppare la trama nei suoi film porno degli anni ‘90. Lo giustificò dicendo che il pubblico voleva solo una maratona infinita di scene di sesso. Tuttavia, registi come Mario Salieri si fecero un nome con titoli che presentavano storie molto elaborate, quindi penso che il vero problema di D’Amato fosse la mancanza di pazienza nello sviluppo di una vera sceneggiatura, concentrandosi solo sulla realizzazione di un lavoro dignitoso riguardo la direzione della fotografia. Detto questo, il motivo principale (o l’unico) di interesse per questo film per un fan di D’Amato è l’apprezzamento del suo straordinario talento come fotografo. Curiosamente, in questo caso, non c’è l’abbondante uso del “slow motion” durante le scene di sesso, una tecnica massicciamente presente in altri film XXX del regista, e di conseguenza, l’azione qui risulta un po’ meno noiosa.
La mancanza di budget è evidente dall’estrema povertà della direzione artistica. In apertura, ad esempio, il film mostra l’incontro tra Cleopatra e Giulio Cesare, ma invece di un sontuoso palazzo, il luogo in cui si svolge è un esterno pieno di vegetazione! I titoli di testa scorrono su filmati di repertorio di quello che sembra un documentario sull’Egitto, accompagnato da una colonna sonora epica. Nel finale, l’avanzata dell’esercito di Ottaviano per sconfiggere Cleopatra e Marco Antonio è fornita da scene rubate a qualche vecchio peplum. Per quanto riguarda le musiche, la traccia italiana utilizza solo spunti classici, tra cui un tema composto da Francesco De Masi per “Vizi Privati Pubbliche Virtù” (Miklós Jancsó, 1975), mentre la traccia audio inglese aggiunge della musica moderna durante l’atto sessuale.
Trattandosi di un semplice prodotto XXX, sarebbe ridicolo valutarlo con gli stessi criteri usati per i film “normali”, ma credo che D’Amato avrebbe dovuto impegnarsi di più per rendere il risultato finale più simile a un film autentico. Aveva abbastanza talento per questo e ha avuto il privilegio di poter contare sulla pellicola 35mm in un’epoca in cui le riprese in video era la norma per la pornografia. Per chi non è interessato al porno “all-sex”, questo “Antonio e Cleopatra” sembrerà solo un sucedersi di immagini splendidamente girate, prive di significato o sostanza. Tuttavia, per i completisti di D’Amato, come me, ha il valore di dimostrare come fosse capace di creare composizioni sorprendenti anche quando non era interessato al materiale.