Antonio Sant'Elia e l' architettura futurista.

X Pollanet: a Viserba non ci sono colonie (a meno che domani non decida di costruirne una io :basik:… Le zone in cui sono state costruite durante l’epoca facista sono Bellariva-Miramare, ovvero la periferia sud di Rimini (dove tra l’altro si erge la Novarese, tanto amata da Almayer) e Torre Pedrera-Igea Marina, ovvero la triste periferia nord.

A Viserba le uniche cose storiche sono le villette d’inizio secolo, alcune, quelle ristrutturate, sono veramente una chicca.
Ah, e anche la Corderia, una vecchia fabbrica lasciata in abbandono. pare che ancora si trovino delle mine della II guerra mondiale all’interno… sono voci che girano. Se Almayer viene a trovarci gliela faccio vedere.

E Igea Marina? Al curvone di fronte al 4fun, cos’è quest’ edificio?

Il duce in visita alla colonia Novarese, filmato pelledochevole, lo trovate qui:

Ok sia per le villette, sia (soprattutto) per la fabbrica! Bellobellobello…

Link no buono, non possiamo accedere al tuo personal folder.

Devi registrarti al sito.

Se non fosse nemmanco così, cerca “Novarese” e colonia Cattolica

E per la gioia del vacanziero Almarco…

La Corderia!!!11

Un po’ di storia a riguardo

Un link ad un filmato trovato percaso in rete, dove dei tizi giuocano coi softair all’interno della fabbrica dismessa (così vedi qualcosa dell’interno :wink: )

Grazie caro, ma una domanda mi sovviene, anche questa fabbrica è d’architettura futurista? :confused:

Biosgnerebbe dare un’occhiata ai prospetti dell’edificio, se li puoi postare…

Secondo me no… ed è pure un po’ OT

Beh, qui in realtà dall’architettura futurista si è finiti per parlare di varie architetture del ventennio… La corderia ha una facciata molto anni 30.
Vedo di fare alcune foto domani, in rete non ho trovato nulla. Se SWAT lo crede può splittare la parte sulla corderia in un nuovo topic.

PROCLAMO:

  1. che l’architettura futurista è l’architettura del calcolo, dell’audacia temeraria e della semplicità; l’architettura del cemento armato, del ferro, del vetro, del cartone, della fibra tessile e di tutti quei surrogati del legno, della pietra e del mattone che permettono di ottenere il massimo della elasticità e della leggerezza;

  2. che l’architettura futurista non è per questo un’arida combinazione di praticità e di utilità, ma rimane arte, cioè sintesi, espressione;

  3. che le linee oblique e quelle ellittiche sono dinamiche, per la loro stessa natura, hanno una potenza emotiva superiore a quelle delle perpendicolare e delle orizzontali, e che non vi può essere un’architettura dinamicamente integratrice all’infuori di esse;

  4. che la decorazione, come qualche cosa di sovrapposto all’architettura, è un assurdo, e che soltanto dall’uso e dalla disposizione originale del materiale greggio o nudo o violentemente colorato, dipende il valore decorativo dell’architettura futurista;

  5. che, come gli antichi trassero ispirazione dell’arte dagli elementi della natura, noi - materialmente e spiritualmente artificiali - dobbiamo trovare quell’ispirazione negli elementi del nuovissimo mondo meccanico che abbiamo creato, di cui l’architettura deve essere la più bella espressione, la sintesi più completa, l’integrazione artistica più efficace;

  6. l’architettura come arte delle forme degli edifici secondo criteri prestabiliti è finita;

  7. per architettura si deve intendere lo sforzo di armonizzare con libertà e con grande audacia, l’ambiente con l’uomo, cioè rendere il mondo delle cose una proiezione diretta del mondo dello spirito;

  8. da un’architettura così concepita non può nascere nessuna abitudine plastica e lineare, perché i caratteri fondamentali dell’architettura futurista saranno la caducità e la transitorietà. Le case dureranno meno di noi. Ogni generazione dovrà fabbricarsi la sua città. Questo costante rinnovamento dell’ambiente architettonico contribuirà alla vittoria del Futurismo, che già si afferma con le Parole in libertà, il Dinamismo plastico, la Musica senza quadratura e l’Arte dei rumori, e pel quale lottiamo senza tregua contro la vigliaccheria passatista.

“Gli otto punti dell’architettura futurista”
da “Il Manifesto dell’architettura futurista” di Antonio Sant’Elia

Beh, il Ventennio e il futurismo sono in simbiosi, quindi non è sbagliato.
Certo, poi c’era pure Piacentini, che futurista non era, ma vabbé, possiamo essere di manica larga :slight_smile:

Il Futurismo abbracciò il Fascismo all’inizio, per via della sua carica ditruttiva nei confronti del passato. Nel momento in cui il Fascismo giunse al potere il conservatorismo e l’ordine creatisi col regime andarono contro alla ragion d’essere del Futurismo stesso, tant’è che se non vado errato diverse opere e autori futuristi non furono molto benvoluti.

Si, è così. Nel post precedente avevo generalizzato :wink:

Certo che letti oggi fanno un certa tenerezza…

Magari avessimo movimenti culturali simili, oggi purtroppo nessuno è più capace di sognare, di inventare mondi nuovi (tranne Frank’ :slight_smile: ).
Il Futurismo non era solo un movimento artistico, era un vero e proprio stile di vita, che abbracciava tutte le arti e influenzava il resto…
Oggi è tutto così “spezzettato”, i movimenti culturali unitari, capaci di far sistema, non esistono più: tu sei postmoderno, io decostruttivista ad esempio…

Ed eccoVi la Corderia (o meglio, ciò che ne rimane)

Scovato questo topic grazie a quello su Zeder, non posso che affiancarmi a voi picciotti per quanto riguarda il fascino che il movimento futurista continua ad avere su di me. In materia sono ignorante come una capra, più volte ho interrogato mio fratello (che ha fatto l’Accademia di Belle Arti e studiò pure questi personaggi) e qualche volta ho cercato qua e là su internet. Di Sant’Elia è anche la copertina della ristampa de “Il Condominio” di Ballard (romanzo peraltro splendido):

Più che altro, un paio di mesi fa ero in giro per Londra e ho passato una giornata interna a gironzolare all’interno della Tate Modern - che già da fuori fa la sua porca figura, trattasi di ex-fabbrica ristrutturata:

…dove finalmente ho potuto ammirare dal vivo una delle immagini simbolo del futurismo, ovvero la celebre [i]Forme uniche della continuità nello spazio /i di Umberto Boccioni, che mi ha lasciato letteralmente basito:

…assieme a tante altre prelibatezze Cubiste Futuriste Vorticiste e much more. Se passate per Londra, dedicate almeno una mezza giornata al museo (che peraltro è gratuito!).