Antonio Sant'Elia e l' architettura futurista.

Grande Val, questo tuo amore per il futurismo mi rende davvero felice.
Forme uniche nella continuità… è proprietà del Civico Museo di arte contemporanea di Milano, probabilmente era in esposizione temporanea

Sai che invece mi sa che 'sti inglesi l’hanno comprata? L’esposizione è permanente, e anche sul sito della Tate si parla di acquisto nel 1972:
http://www.tate.org.uk/servlet/ViewWork?workid=1208&roomid=3650
qui gatta ci cova.

Segnalo questa pagina, con belle foto d’epoca, e una descrizione del restauro “conservativo”:

http://www.acquariodicattolica.it/sezione.php?idcat=3

Ciao Caltiki, secondo me è una riproduzione. 2 settimane fa ero in visita al Kroller Muller museum:

E anche lì c’era l’opera di Boccioni. Ma ho poi notato, e ho anche fatto una foto del dettaglio, che era una riproduzione fatta successivamente (1973). Come d’altronde anche quella del MoMA:

http://www.moma.org/collection/browse_results.php?object_id=81179

E’ un anno che mi impongo e mi dimentico costantemente di postare questo link, della colonia “Fara” a Chiavari:

http://www.marconidelpino.it/artigullio/3_beni%20architettonici/architetture%20civili/Chiavari%20Colonia%20Fara.htm

E pensare che ci ho passato, sulla spiaggia di fianco, un piacevole fine serata a Giugno dell’anno scorso. L’avevo notata, ma essendo in altre faccende affaccendato non mi ero troppo soffermato sulla cosa. :mad:

A proposito di architettura futurista… a Livorno si sta compiendo un vero e proprio scempio! :mad:
Leggete qui: http://www.corriere.it/cronache/08_agosto_25/cinema_futurista_parcheggio_livorno_polemica_gasperetti_e4aec0f6-72a9-11dd-b748-00144f02aabc.shtml

SCOPPIA LA POLEMICA A LIVORNO. anche sgarbi scende in campo
Giù il cinema futurista, si fa il parcheggio
«E le macchine passeranno davanti alla tomba di Smollett, uno dei più grandi scrittori britannici»

LIVORNO - L’ultima ruspa ha fatto arrabbiare anche Vittorio Sgarbi. «Stanno distruggendo una delle testimonianze più importanti dell’architettura cinematografica del Novecento», ha detto il professore. E subito dopo sono arrivate raffiche di proteste, appelli per bloccare il progetto Odeon, ovvero lo smantellamento di uno dei cinema più belli di Livorno, in pieno centro città, progettato dall’architetto futurista Virgilio Marchi.
DAL CINEMA AL POSTEGGIO - L’Odeon, con un finanziamento di 6 milioni di euro, sta per essere trasformato in un posteggio da 600 auto. Un progetto indispensabile per cambiare la viabilità del centro diviso in due dalla chiusura di Piazza Cavour. Eppure i lavori “salva traffico” per molti sono un oltraggio estetico. E anche in insulto al Futurismo alla vigilia dei festeggiamenti (nel 2009) della nascita del movimento con il famoso manifesto di Marinetti.
COLORE POLITICO - C’è chi poi dà alla “furia demolitrice” una connotazione politica: «Se Marchi avesse avuto la tessera del Pci forse l’Odeon sarebbe stato salvato – sostiene Marcella Amadio, consigliere regionale e comunale di An-Pdl -. Livorno ha salvato il teatro San Marco semidistrutto dai bombardamenti (anche se lo sta conservando nel modo peggiore), ma è riuscito ad abbattere la casa di Mascagni (anche lui con la tessera del Pnf) e a lasciare in assoluto stato di abbandono il mausoleo della famiglia Ciano. C’è quasi una mania iconoclastica, Livorno non riesce a conservare e a mantenere le memorie del proprio passato. Faremo un libro bianco sugli scempi architettonici di questa città».
L’AUTO DAVANTI ALLA TOMBA DI SMOLLETT - Il progetto parcheggio non interessa soltanto cinema futurista. «Le auto passeranno davanti al cimitero monumentale degli inglesi – spiega Dario Matteoni, ex assessore (Pd) alla Cultura del Comune, storico dell’arte della Sovrintendenza per i beni cultura di Pisa e di Livorno - una testimonianza del Seicento e del Settecento, qui è sepolto Tobias Smollett, uno dei più grandi scrittori e poeti britannici. Nel cimitero arrivarono in visita Dickens e Cooper». Le ruspe hanno già sventrato la parte posteriore dell’edificio dalla forma rotonda e oggi è rimasto in piedi solo la bellissima facciata. «Che non sarà abbattuta ma valorizzata – spiega Riccardo Vitti, presidente della Spil, la società a maggioranza del Comune che segue il progetto -. Qui nasceranno centri di estetica, uffici, insomma servizi. E’ stata invece abbattuta la parte anonima, senza alcun valore artistico».
LA POLEMICA - L’ex assessore Matteoni non è d’accordo. «Ciò che è stato già abbattuto non era affatto anonimo. Marchi era riuscito a coniugare la funzionalità dell’impianto, l’ottimo assetto acustico, con la raffinatezza delle soluzioni architettoniche, particolarmente apprezzabili nel foyer ellittico e nella struttura parabolica di copertura. Recentemente si è voluto ritrovare nel cinema livornese memoria del progetto presentato da Marchi nel 1934 al concorso per il Palazzo Littorio, una combinazione di verticalismo e di forme sferiche, tutto segnato da evidente matrice classica».
Vittorio Sgarbi è contrario ad abbattimento e ristrutturazione: «Qualunque intervento cancelli la memoria storica di un edificio architettonico va bloccato. E’ un atto di barbarie, di inciviltà. Un cinema è il riferimento di una comunità e oltretutto l’Odeon ha una valenza architettonica di prestigio. Trasformarlo in un parcheggio è un atto di barbarie. A Milano hanno abbattuto lo stabilimento Alfa Romeo: aveva 100 anni, ci hanno fatto una rotatoria. Uno scempio».
Quella dell’Odeon sembra un po’ la storia di Nuovo Cinema Paradiso. Con due differenze, sostanziali. La prima è che nel film di Tornatore si abbatte un piccolo e insignificante (ricordi a parte) cinema di paese, a Livorno si cancella uno dei pochi monumenti sopravvissuti a bombardamenti e piani regolatori. La seconda differenza è che l’abbattimento dell’Odeon è reale e non virtuale come nella pellicola premio Oscar.
SCEMPIO ARCHITETTONICO - L’assalto all’Odeon è solo l’ultimo scempio architettonico nella storia recente di Livorno. Una città martoriata dai bombardamenti e ricostruita in modo pessimo. Le demolizioni eccellenti sono sconcertanti. Negli anni Settanta si decide di abbattere la casa natale di Mascagni, nella Piazza Cavallotti cuore della città. Al suo posto si costruisce un orribile palazzo rosso. Non si salva neppure il Politeama, cinema-teatro dove aveva debuttato Beniamino Gigli, raso al suolo per un altro palazzone senza gusto estetico. E ancora le ruspe abbattono la villa Attias, mirabile esempio di architettura neoclassica, per costruire un parcheggio sotterraneo e un palazzo dove c’è un grande magazzino.
Poi ci sono le dimenticanze architettoniche. Clamorose. Il teatro San Marco, dove nel 1921 nacque il Pci di Gramsci e Bordiga, non è stato ricostruito e la facciata, l’unica ad essere rimasta in piedi, oggi ospita un asilo. La casa natale di Amedeo Modigliani è stata cancellata dalla toponomastica della città, sino a quando un lodevolissimo privato amante dell’arte, Giorgio Guastalla, l’ha acquistata di tasca propria per salvarla dall’incuria. La casa dove nacque Giorgio Caproni, uno dei più grandi poeti del Novecento, che a Livorno ha dedicato poesie e scritti, è stata dimenticata sino a un anno fa. Oggi è chiusa (appartiene a un privato) ma è stata posta una targa di memoria sulla facciata. E’ poco, ma sempre meglio di una ruspa. Marco Gasperetti [u]mgasperetti@corriere.it[/u]
[i][b]25 agosto 2008


http://it.wikipedia.org/wiki/Cinema_Odeon
[/b][/i]

A proposito di architettura futurista… a Livorno si sta compiendo un vero e proprio scempio! :mad:
Leggete qui: http://www.corriere.it/cronache/08_agosto_25/cinema_futurista_parcheggio_livorno_polemica_gasperetti_e4aec0f6-72a9-11dd-b748-00144f02aabc.shtml

SCOPPIA LA POLEMICA A LIVORNO. anche sgarbi scende in campo
Giù il cinema futurista, si fa il parcheggio
«E le macchine passeranno davanti alla tomba di Smollett, uno dei più grandi scrittori britannici»

LIVORNO - L’ultima ruspa ha fatto arrabbiare anche Vittorio Sgarbi. «Stanno distruggendo una delle testimonianze più importanti dell’architettura cinematografica del Novecento», ha detto il professore. E subito dopo sono arrivate raffiche di proteste, appelli per bloccare il progetto Odeon, ovvero lo smantellamento di uno dei cinema più belli di Livorno, in pieno centro città, progettato dall’architetto futurista Virgilio Marchi.
DAL CINEMA AL POSTEGGIO - L’Odeon, con un finanziamento di 6 milioni di euro, sta per essere trasformato in un posteggio da 600 auto. Un progetto indispensabile per cambiare la viabilità del centro diviso in due dalla chiusura di Piazza Cavour. Eppure i lavori “salva traffico” per molti sono un oltraggio estetico. E anche in insulto al Futurismo alla vigilia dei festeggiamenti (nel 2009) della nascita del movimento con il famoso manifesto di Marinetti.
COLORE POLITICO - C’è chi poi dà alla “furia demolitrice” una connotazione politica: «Se Marchi avesse avuto la tessera del Pci forse l’Odeon sarebbe stato salvato – sostiene Marcella Amadio, consigliere regionale e comunale di An-Pdl -. Livorno ha salvato il teatro San Marco semidistrutto dai bombardamenti (anche se lo sta conservando nel modo peggiore), ma è riuscito ad abbattere la casa di Mascagni (anche lui con la tessera del Pnf) e a lasciare in assoluto stato di abbandono il mausoleo della famiglia Ciano. C’è quasi una mania iconoclastica, Livorno non riesce a conservare e a mantenere le memorie del proprio passato. Faremo un libro bianco sugli scempi architettonici di questa città».
L’AUTO DAVANTI ALLA TOMBA DI SMOLLETT - Il progetto parcheggio non interessa soltanto cinema futurista. «Le auto passeranno davanti al cimitero monumentale degli inglesi – spiega Dario Matteoni, ex assessore (Pd) alla Cultura del Comune, storico dell’arte della Sovrintendenza per i beni cultura di Pisa e di Livorno - una testimonianza del Seicento e del Settecento, qui è sepolto Tobias Smollett, uno dei più grandi scrittori e poeti britannici. Nel cimitero arrivarono in visita Dickens e Cooper». Le ruspe hanno già sventrato la parte posteriore dell’edificio dalla forma rotonda e oggi è rimasto in piedi solo la bellissima facciata. «Che non sarà abbattuta ma valorizzata – spiega Riccardo Vitti, presidente della Spil, la società a maggioranza del Comune che segue il progetto -. Qui nasceranno centri di estetica, uffici, insomma servizi. E’ stata invece abbattuta la parte anonima, senza alcun valore artistico».
LA POLEMICA - L’ex assessore Matteoni non è d’accordo. «Ciò che è stato già abbattuto non era affatto anonimo. Marchi era riuscito a coniugare la funzionalità dell’impianto, l’ottimo assetto acustico, con la raffinatezza delle soluzioni architettoniche, particolarmente apprezzabili nel foyer ellittico e nella struttura parabolica di copertura. Recentemente si è voluto ritrovare nel cinema livornese memoria del progetto presentato da Marchi nel 1934 al concorso per il Palazzo Littorio, una combinazione di verticalismo e di forme sferiche, tutto segnato da evidente matrice classica».
Vittorio Sgarbi è contrario ad abbattimento e ristrutturazione: «Qualunque intervento cancelli la memoria storica di un edificio architettonico va bloccato. E’ un atto di barbarie, di inciviltà. Un cinema è il riferimento di una comunità e oltretutto l’Odeon ha una valenza architettonica di prestigio. Trasformarlo in un parcheggio è un atto di barbarie. A Milano hanno abbattuto lo stabilimento Alfa Romeo: aveva 100 anni, ci hanno fatto una rotatoria. Uno scempio».
Quella dell’Odeon sembra un po’ la storia di Nuovo Cinema Paradiso. Con due differenze, sostanziali. La prima è che nel film di Tornatore si abbatte un piccolo e insignificante (ricordi a parte) cinema di paese, a Livorno si cancella uno dei pochi monumenti sopravvissuti a bombardamenti e piani regolatori. La seconda differenza è che l’abbattimento dell’Odeon è reale e non virtuale come nella pellicola premio Oscar.
SCEMPIO ARCHITETTONICO - L’assalto all’Odeon è solo l’ultimo scempio architettonico nella storia recente di Livorno. Una città martoriata dai bombardamenti e ricostruita in modo pessimo. Le demolizioni eccellenti sono sconcertanti. Negli anni Settanta si decide di abbattere la casa natale di Mascagni, nella Piazza Cavallotti cuore della città. Al suo posto si costruisce un orribile palazzo rosso. Non si salva neppure il Politeama, cinema-teatro dove aveva debuttato Beniamino Gigli, raso al suolo per un altro palazzone senza gusto estetico. E ancora le ruspe abbattono la villa Attias, mirabile esempio di architettura neoclassica, per costruire un parcheggio sotterraneo e un palazzo dove c’è un grande magazzino.
Poi ci sono le dimenticanze architettoniche. Clamorose. Il teatro San Marco, dove nel 1921 nacque il Pci di Gramsci e Bordiga, non è stato ricostruito e la facciata, l’unica ad essere rimasta in piedi, oggi ospita un asilo. La casa natale di Amedeo Modigliani è stata cancellata dalla toponomastica della città, sino a quando un lodevolissimo privato amante dell’arte, Giorgio Guastalla, l’ha acquistata di tasca propria per salvarla dall’incuria. La casa dove nacque Giorgio Caproni, uno dei più grandi poeti del Novecento, che a Livorno ha dedicato poesie e scritti, è stata dimenticata sino a un anno fa. Oggi è chiusa (appartiene a un privato) ma è stata posta una targa di memoria sulla facciata. E’ poco, ma sempre meglio di una ruspa. Marco Gasperetti [u]mgasperetti@corriere.it[/u]
[i][b]25 agosto 2008


http://it.wikipedia.org/wiki/Cinema_Odeon
[/b][/i]

Nelle mie peregrinazioni su Wiki ho scoperto questa colonia nazista simile a Le Navi, si chiama Prora:

http://www.aska.nu/prora_kdf.asp
http://www.proradok.de/index.html

Consiglio di darci un occhio da Google Earth, dire che sia imponente è dir poco, è impressionante, 5 km di costruzione. Baste inserire Prora e la si trova subito.

Un po’ di siti che ho trovato sull’argomento:

http://www.romagna.net/blog/rimini/ex-colonia-novarese/

http://www.zanzini.it/new_arcivideo.php
http://www.andreafrank.net/statementCS.html

Io lo trovo agghiacciante a dir poco…

Grazie della segnalazione cmq, non lo conoscevo!

Beh, siamo in Germania, dimentichiamoci la grazia di una Novarese. Comunque impressionante, 5km di resort sulla spiaggia, immenso.

Dopo anni e anni di ricerche ho trovato questo rarissimo libro del 1986, “Colonie a mare” edizioni Grafis arrivato stamattina :slight_smile:
Riguarda le colonie del litorale adriatico Cattolica - Comacchio ricchissimo di informazioni e soprattutto di foto, colori e bianco e nero, un vero tesoro.

ciao,ragazzi, siccome nella discussione sulla colonia di Spina non posso entrare,perchè privata, volevo dirvi che ho visto quella colonia in un libro acquistato durante una mostra che ho visto col mio ragazzo…se non ci sono problemi vi metto il link della mostra, che ci sarà fino al 29 maggio 2010 a Roma, presso l’Accademia Britannica.

Trattasi di una vera ex colonia[SPOILER], mai usata per farci un albergo, come si diceva nel film

[/SPOILER]

E’ stata bombardata dai tedeschi nel 1945. Ora è rifugio di immigrati e senza tetto, mentre nelle parti superiori fioriscono orchidee.

Si trova tra Cervia e Milano Marittina. Lo so, magari mi sono ripetuta, però è giusto farlo sapere a chi è curioso, se mi è permesso.

http://lebbeuswoods.wordpress.com/2009/11/02/santelias-words/

Da Wiki:

Il monumento eseguito è ispirato da uno schizzo a matite colorate ed acquarello dipinto nel 1914 dal futurista Antonio Sant’Elia, uno dei più illustri caduti comaschi della Grande Guerra appunto ricordati dal monumento. Il progetto ipotetico del Sant’Elia intendeva una centrale idroelettrica. All’inizio vi fu un primo progetto vincitore dell’apposito concorso (I grado 1925, II grado 1926) disegnato dall’architetto Federico Frigerio, ma fu però respinto dalle autorità. Nel frattempo si fa strada l’ipotesi di costruire il monumento in una localizzazione del lungolago e viene chiesto a Terragni di redigere una proposta. Il progetto presentato da Terragni prevedeva un’impostazione di due lastre verticali traforate e parallele che racchiudevano nell’intercapedine lo spazio celebrativo.

In visita a Como irrompe nel dibattito sul monumento anche il fondatore del movimento futurista Marinetti che propone di realizzare (invece del progetto di Terragni) una trasposizione fattibile del disegno di centrale elettrica (ovvero una Torre faro) del Sant’Elia, ribadito come martire della guerra, comasco e architetto caposcuola del movimento futurista. Nonostante la critica di Persico circa lo storcimento a monumento del progetto di una centrale elettrica, il noto pittore futurista Enrico Prampolini nel 1930 si prende l’incarico di tramutare il disegno di Sant’Elia in un’opera architettonica e di seguito si cominciano le costruzioni sotto la direzione dell’ingegnere Attilio Terragni, fratello di Giuseppe.

Presto si rivela però l’insufficienza del progetto a causa della mancanza di elaborati tecnici. Quindi a cantiere aperto è chiamato Terragni a intervenire. Costretto dagli eventi ad abbandonare la propria proposta, porta a compimento il disegno redatto da Prampolini eliminando le decorazioni retoriche, rifinendo la sagoma dei grandi blocchi, inserendo alla sommità due lanterne (non realizzate) e progettando la cripta e il sacello. Quindi di Giuseppe Terragni sono le decisioni architettoniche, la scelta dei materiali e lo studio degli interni.

Il monumento, completamente ultimato, viene inaugurato il 4 novembre 1933 e dedicato a tutti i caduti in particolare al Sant’Elia, autore dei disegni da cui il Terragni prese spunto per costruire il futuristico monumento. Le grandi dimensioni del monumento lo rendono visibile anche a distanza trasformandolo in una grande attrazione turistica della città.

https://www.artribune.com/attualita/2016/05/riapertura-cristallerie-fratelli-livellara-milano-arte-contemporanea/

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Segnalo che la Colonia Fara di Chiavari, dopo anni di abbandono, è stata rimessa a posto ed è diventato un hotel di lusso:


Qui il vecchio articolo di Atlas Obscura:

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L’hanno rimessa a posto:

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Era la troppa cocaina che gli faceva dire questo.